Come si gestiscono i reflui oleari? Esistono diversi brevetti per il riciclo e lo smaltimento dei reflui oleari, tuttavia, molti di questi sono troppo costosi per la gran parte dei frantoi.
Per produrre un olio d’oliva dal buon profilo fenolico, la molitura mediante frangitori a martelli è il processo ideale. Il frangitore a martelli, rispetto ad altri metodi di estrazione dell’olio, limita la rottura dei tegumenti del seme dell’oliva e di conseguenza, evita la liberazione della perossidasi, enzima contenuto nel nocciolo e che determina l’ossidazione delle sostanze fenoliche. I frantoiani, così come non trascurano la qualità e il profilo fenolico dell’olio prodotto, non possono trascurare la gestione dei reflui oleari.
L’elevato quantitativo di reflui oleari generati in un breve periodo dell’anno, rende necessario il loro smaltimento in modo rapido, economico e sostenibile. In Italia, le tecniche più diffuse per lo smaltimento dei reflui oleari sono legate direttamente all’agricoltura: molto comune è lo spandimento diretto in campo delle acque di vegetazione e delle cosiddette “sanse umide” e il trattamento delle acque di vegetazione nei sistemi locali di depurazione.
Lo spandimento in campo è reso possibile e disciplinato dalla Legge 574/96 e dai successivi recepimenti a livello Regionale che prevedono fino ad un massimo di 50 o 80 m3 ha-1 relativamente ai reflui prodotti rispettivamente dai frantoi tradizionali a pressione o da moderni a ciclo continuo.
Per lo smaltimento dei reflui oleari mediante questa pratica è necessario disporre di un suolo dalle caratteristiche idonee (per esempio, lo spandimento dei reflui oleari è vietato nei terreni non adibiti ad uso agricolo, nei boschi, nei terreni con colture orticole in atto, in terreni distanti meno di 200 metri dai centri abitati)
Sempre in campo agronomico, i reflui oleari, dopo aver subito un trattamento biologico, possono essere impiegati come fertilizzanti dei campi per apportare materia organica e nutrienti al suolo. Il compostaggio dei reflui oleari è tra le tecnologie di smaltimento più eco-compatibili ed economicamente sostenibili.
Con il compostaggio, i reflui oleari subiscono la stabilizzazione della sostanza organica mediante un’intensa attività microbica e una forte degradazione aerobica, fasi tipiche del compostaggio. La materia ottenuta, detta compost, può essere paragonata ai classici concimi minerali per gli analoghi risultati ottenuti in campo di fertilità del suolo.
Come si produce il compost o torba a partire dai reflui oleari? Il processo è il classico del compostaggio dove per innescare l’attività microbica è necessario miscelare sapientemente la componente organica umida con quella secca. Analogamente, all’uscita dal frantoio, il refluo oleario (previamente denocciolato) viene mescolato con altra materia organica secca che funzione con un additivo naturale, parliamo di paglia, cascami di lana, segature, foglie e rametti (materiale di scarto della coltivazione delle stesse olive).
Altri metodi per lo smaltimento dei reflui oleari si discostano dal settore agricolo. Per la valorizzazione dei reflui oleari si punta al loro smaltimento per la formulazione di alimenti funzionali e per la produzione di bioenergia (biogas).