SISTRI e rifiuti tecnologici
Il SISTRI è utile per una gestione dei rifiuti trasparente, di fatto non è mai stato usato, ma è già superato e va cambiato. Il Sistema di Controllo della Tracciabilità dei Rifiuti, nato nel 2009 e affidato al controllo dell’Arma dei Carabinieri ma senza strumenti operativi, è già un de cuius grazie amen.
Non che il SISTRI non serva, anzi – ha detto il Ministro dell’Ambiente – il problema è che è obsoleto e va sostituito con qualcosa di più moderno dal punto di vista tecnologico. E di più internazionale. Gian Luca Galletti ha dichiarato infatti (2 ottobre 2014 in un convegno a Torino) che presto sarà istituita una gara internazionale per avere un sistema di tracciabilità dei rifiuti molto severo e per gravare il meno possibile sulle imprese.
Nell’attesa cambia poco visto che del SISTRI 2009 si sapeva quasi nulla. Pochissime le aziende a sapere che il Sistema di Controllo è necessario per lo smaltimento dei rifiuti speciali speciali pericolosi, tra cui anche i monitor. E anche tra le meglio informate, nessuna che riesca a utilizzarlo senza difficoltà a causa dell’incertezza normativa, dei manuali criptici e di un software complicato. Un pastrocchio insomma.
Per quanto riguarda i rifiuti tecnologici RAEE, che sono un capitolo importante, il risultato è che il 70% delle aziende affida lo smaltimento degli apparecchi a fine vita a fornitori formalmente autorizzati, ma in realtà non sanno dove vanno a finire pc, monitor e quant’altro. Il 15% dichiara l’abitudine di liberarsi dei dispositivi in disuso vendendoli, il 10% delega la gestione dei RAEE a fornitori di altri servizi o prodotti, solo 5 aziende su 100 dispongono di un processo di controllo sulla destinazione finale del rifiuto (fonte: Consorzio ReMedia).
Secondo le regole, i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche vanno in prima battuta avviati a preparazione al riutilizzo. Se questo non è possible, le aziende che se ne disfano devono affidare i RAEE ai centri di trattamento autorizzati ma mai in discarica. A parte le sanzioni amministrative e anche penali che si rischiano, esistono motivi economici, sociali ed etici per smaltire correttamente i rifiuti.
I rifiuti tecnologici sono una risorsa e il recupero attraverso il riciclo dei materiali di cui sono composti serve anche a un ciclo di produzione più sostenibile. Il riciclo dei materiali reduce infatti il consumo di materie prime, contiene i consumi di energia e di conseguenza anche l’emissione di gas serra in atmosfera. I RAEE inoltre contengono terre rare e metalli preziosi che rappresentano una risorsa scarsa sul pianeta.
Pubblicato da Michele Ciceri il 5 Ottobre 2014