Sinforicarpo, coltivazione
Sinforicarpo, coltivazione e cure da dedicare alla pianta. Come coltivare la sinforina e consigli per la potatura. Sinforicarpo a bacca bianca o rosa.
E’ la pianta dalle bacche bianche, descritta come un arbusto ricco di piccole palline bianche e dalle foglie ovali di colore verde scuro.
Il sinforicarpo, anche noto come sinforina, è un arbusto molto resistente alle basse temperature ma ancora poco diffuso nei giardini d’Italia. Il suo nome botanico è Symphoricarpos e appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae, la stessa del più diffuso caprifoglio e dell’abelia.
Sinforicarpo bianco o rosa – porpora: Symphoricarpos albus e Symphoricarpos orbiculatus
In base alla varietà, abbiamo la pianta a bacca bianca o a bacca rosa – porpora. Il colore della bacca si diversifica con la varietà o la specie. La pianta a bacca rosa, fucsia o rossa, è la Symphoricarpos orbiculatus, il sinforicarpo bianco è la spacie Symphoricarpos albus. In base alla varietà non cambia solo il colore ma anche la dimensione delle bacche. I globi carnosi sono molto decorativi, hanno una forma irregolare o tendenzialmente tondeggiante e possono avere un diametro medio dai 0,5 a 1 cm.
Attenzione!
Le bacche, anche se morbide, non sono commestibili. Non si possono mangiare perché sono lievemente tossiche.
Coltivazione del Sinforicarpo
Il sinforicarpo si può coltivare come pianta tappezzante, a cespuglio, nelle aiuole o sui terreni rustici e scoscesi.
Con la messa a dimora, tenete presente che si tratta di una pianta a chioma spogliante che, in inverno, si ricopre di bacche bianche che spuntano tra la vegetazione di color verde scuro. A fine inverno, le foglie cadono per poi ricomparire quando la temperatura aumenta tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. In estate, spuntano i fiori.
I fiori della sinforina sono piccoli e a forma di campanella. Si sviluppano riuniti a grappolo all’apice dei rametti e a livello dell’ascella delle foglie. E’ da questi fiori che si svilupperanno le tipiche bacche bianche (o colorate) che resteranno sulla pianta per molto tempo, dall’autunno fino all’inverno inoltrato.
Prima di piantare il sinforicarpo, tenete presente che la pianta raggiungerà un’altezza media di 100 – 150 cm, con un ingombro di 200 cm.
Quando si vogliono coltivare più piante sulla stessa fila, la messa a dimora in pieno campo si fa rispettando una distanza, tra una pianta e l’altra, di almeno 50 cm.
Coltivare il Sinforicarpo in vaso
Il sinforicarpo si può coltivare in vaso o in piena terra. In ogni caso, necessita di una zona molta luminosa, preferibilmente soleggiata. Si può adattare in zone a mezz’ombra (anche se la fioritura potrebbe risentirne) e, sia se coltivato in vaso che in pieno campo, si può ottenere un grande effetto scenico alternando le specie a bacca bianca (Symphoricarpos albus) e le specie a bacca colorata (Symphoricarpos orbiculatus).
Le cure e la potatura del sinforicarpo
Il sinforicarpo non necessita di molte cure, a patto che l’esposizione sia giusta (molto luminosa) e che il terreno possa soddisfare la pianta. Il terreno dovrebbe essere fertile, tanto che sia se coltivato in vaso che in giardino, si consigliano almeno due coltivazioni annuali, la prima in primavera e la seconda a inizio estate. Il terreno deve garantire un buon drenaggio ma non essere troppo sabbioso perché deve offrire alla pianta un buon assorbimento dell’acqua.
Le irrigazioni dovranno essere abbondanti in estate e in primavera: assicuratevi, però, di lasciare asciugare il terreno tra un’irrigazione e l’altra.
In autunno e inverno, si bagna solo se coltivato in vaso e solo nelle giornate meno fredde.
Per quanto riguarda la potatura, si può eseguire nel periodo che cade tra fine inverno e inizio primavera, ma sempre tenendo conto dell’andamento stagionale. La potatura si esegue quando la pianta non ha ancora eseguito la ripresa vegetativa.
Come potare la sinforina? Vi basterà regolare la lunghezza dei rami e restituire una forma alla chioma. Con la potatura si consente alla pianta di sviluppare getti laterali, ottimo sistema per aumentare la fioritura e quindi la produzione delle bacche apicali.
Pubblicato da Anna De Simone il 1 Dicembre 2017