Sindrome di burnout

Sindrome di burnout

Sindrome di burnout, colpisce soprattutto chi svolge dei lavori che riguardano l’organizzazione oppure il settore del sociale. Letteralmente il nome si traduce come essere bruciati, esauriti, scoppiati, si può quindi intuire di cosa si tratta perché il corrispettivo italiano coincide, ma vediamo meglio cosa accade con la sindrome di burnout e chi ne può essere colpito. C’è anche qualche accorgimento suggerito per fermarsi prima di …. “bruciare”.

 

 

 

Sindrome di burnout

Ci sono diverse definizioni relative alla sindrome di burnout, cosa certa è che colpisce soprattutto chi svolge mansioni di assistenza, le “helping professions”, e consiste in un forte stress lavorativo che porta alla depersonalizzazione. Ciò significa che si arriva ad accumulare così tanto che si è poi portati ad adottare un atteggiamento di indifferenza, malevolenza e di cinismo proprio nei confronti delle persone che si dovrebbe assistere.

Si tratta di una conseguenza dell’affaticamento, continuo e magari anche un po’ frustrante, che porta ad una situazione di improduttività. Non è immediato: la sindrome di burnout procede per fasi e la prima è caratterizzata da una esplosione di entusiasmo per il lavoro assistenziale che si sta svolgendo, poi arriva un momento di stagnazione quando ci si rende conto che le operazioni quotidiane non danno più la stessa soddisfazione.

Ecco allora che nell’arco di poco tempo spunta la frustrazione, ci si sente inutili e si può diventare anche aggressivi, oppure si desidera fuggire dalla situazione e dal ruolo ricoperto fino a quel momento.

Sindrome di burnout

Sindrome di burnout: test

Non c’è un test medico per riconoscere la sindrome di burnout e molti non vogliono nemmeno ammettere di soffrirne. Proviamo ad analizzare i tre principali elementi che la caratterizzano e che possono aiutarci a riconoscerla.

Si ha un esaurimento emotivo, la depersonalizzazione e una realizzazione personale ridotta. Il primo elemento non è che la sensazione di essere emotivamente svuotati dal proprio lavoro e di avere rapporti aridi con gli altri, la depersonalizzazione si manifesta con un allontanamento e un rifiuto di coloro che dovremmo assistere. La scarsa realizzazione personale non è che la sensazione di forte inadeguatezza al lavoro che stiamo svolgendo. Chi si ritrova in almeno due delle tre? Questo può essere una sorta di test.

Sindrome di burnout: sintomi

Essendo una risposta ad un forte stress emotivo maturato sul posto di lavoro, questa sindrome di manifesta con sintomi di vario tipo, a seconda anche della singola persona. Alcuni sono aspecifici e potrebbero essere dovuti ad altro, come l’irrequietezza, il senso di stanchezza ed esaurimento, l’apatia e il nervosismo oppure l’insonnia. Ci sono poi dei sintomi somatici come la tachicardia, le cefalee e la nausea, e poi quelli puramente psicologici che passano dalla depressione alla bassa stima di sé, dal senso di colpa alla forte rabbia.
La sindrome di burnout si traduce quasi sempre in una forte resistenza ad andare al lavoro ogni giorno e ad un pervadente senso di indifferenza, c’è quindi il pericolo di isolamento e di insorgenza di paranoia, cinismo universale e difficoltà nelle relazioni con le persone che, nel lavoro, si dovrebbe invece assistere e sostenere.

In situazioni estreme si può anche abusare di alcol o di farmaci per cercare di soffrire di meno, non è però la strada giusta da percorrere.

Sindrome di burnout: sintomi

Sindrome di burnout: cura

Alcol e farmaci se presi a sproposito, non sono la cura per la sindrome di burnout che può essere invece affrontata con una psicoterapia. Assieme allo specialista, semmai, si va anche a valutare l’utilizzo di farmaci. Per chi vuole approfondire, c’è il libro “Burnout globale. La malattia del secolo” di Pascal Chabot che va ad analizzare sia il contesto in cui nasce questa sindrome, sia i metodi per ritrovare un nuovo equilibrio.

Una possibile cura potrebbe essere anche il rebirthing , una tecnica di respirazione e rilassamento molto interessante e che non ha nulla a che fare con la reincarnazione anche se il nome inganna.

Sindrome di burnout: cura  

Sindrome di burnout: insegnanti

Una delle categorie più colpite dalla sindrome di burnout è senza dubbio quella degli insegnanti. Che siano delle scuole primarie o secondarie, che siano operativi al Nord, al Centro o al Sud, o nelle Isole, i prof e i maestri sono dei lavoratori che si trovano a svolgere compiti molto stressanti, a gestire grosse responsabilità e non sempre, anzi, raramente, viene riconosciuto loro il ruolo che hanno nella società e la fatica quotidiana che fanno per forgiare nuove generazioni positive e pronte ad affrontare il mondo.

Oggi non si può limitare la sindrome di burnout ad una “malattia” da insegnante facendone un discorso di categoria, ci sono sempre più persone che per lavoro si prendono cura di altre, basta pensare alle numerose badanti, alle infermiere, ma anche agli assistenti sociali e a chi, anche in associazioni no profit, presta tempo ed energia, anzi, li regala, per accudire chi ha bisogno. C’è anche in questo caso il rischio di accumulare e poi “scoppiare”.

Altre sindromi che non riguardano tanto gli insegnanti nello specifico ma che sfiorano la parte psicologica, per poi avere conseguenze spesso anche fisiche sono la sindrome di Pinocchio, ad esempio, e la sindrome di Peter Pan, che, a proposito di insegnanti, è come voler restare un alunno per sempre!

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