Simbiotici, si chiamano alcuni alimenti che svolgono per definizione ma in modo provato scientificamente, delle azioni benefiche per il nostro organismo. Troviamo questi cibi spesso in compagnia di probiotici e prebiotici, è importante conoscere tutte e tre le categorie e imparare a distinguerle perché solo combinandoli in modo corretto le si può utilizzare per raggiungere ottimi risultati. Tutto ciò appartiene all’idea, allo stile di vita, basato sul cibarsi e comportarsi al meglio anche quando si è in salute per rimanere così il maggior tempo possibile.
Simbiotici: significato
Gli alimenti simbiotici sono funzionali, risultano in grado di svolgere azioni benefiche per il nostro corpo aiutandoci a restare o a tornare in salute. Oltre che dal punto di vista medico, giocano un ruolo importante anche in un più ampio contesto di benessere psico-fisico.
Abbiamo parlato di alimenti, finora, ma l’aggettivo di simbiotici può essere associato anche a farmaci o a integratori. Per essere definiti così devono contenere microrganismi probiotici vivi e vitali che agiscono in modo positivo sulla microflora intestinale con un risultato tangibile e traducibile con un aumento di benessere per il consumatore.
Questa definizione che può sembrare vaga e sospetta in verità sottintende una serie di controlli scientifici sulle caratteristiche necessarie per essere simbiotici. Non è una scritta a caso su una confezione per far sembrare un prodotto più sano.
Utile sapere anche che, quando cerchiamo simbiotici, i prodotti da farmacia, di solito per uso terapeutico e registrati come medicinali, nella maggior parte dei casi ne contengono di più rispetto agli altri che troviamo denominati “integratori” e che spesso sono adatti a chi è sano e vuole semplicemente mantenersi in salute.
Simbiotici: vantaggi
Sono numerosi i vantaggi che possiamo legare al consumo di simbiotici, che siano alimenti oppure integratori e farmaci. Possono ad esempio apportare un miglioramento per quanto riguarda l’intolleranza al lattosio, allo stesso tempo portano ad un aumento dell’assorbimento di calcio, ferro e magnesio.
Con i simbiotici anche la mucosa intestinale è più selettiva e questo significa avere una serie di benefici conseguenti. Proprio da questa azione sull’intestino, i simbiotici risultano avere un effetto ipocolesterolemizzante, immunostimolante e ipotrigliceridemizzante, oltre ad essere usati come sostanze che normalizzano la funzionalità intestinale.
E’ possibile assumere simbiotici anche per proteggersi da infiammazioni e infezioni sempre riguardanti l’intestino oppure per curare la diarrea che deriva dall’uso di antibiotici.
A questi vantaggi provati, se ne aggiungono altri che sono ancora da confermare a livello medico scientifico ed è giusto fare distinzione. Molte volte si tratta di effetti benefici che variano con il tipo di batteri probiotici contenuti nel simbiotico e dalla loro concentrazione.
Simbiotici nel cibo
Esistono alcuni alimenti che contengono simbiotici e sono quelli in cui sono presenti microrganismi probiotici e substrati prebiotici. Alcuni esempi sono i cibi con bifidobatteri e fruttoligosaccaridi, oppure con lattobacilli e lattitolo, oppure ancora con bifidobatteri e galattoligosaccaridi.
Simbiotici, probiotici e prebiotici migliori
Il miglior modo oggi per utilizzare probiotici e prebiotici è quella di associarli in maniera corretta, in modo che i loro effetti siano integrati e ottimizzati al fine di aumentare il nostro benessere. Da un lato a migliorare la sopravvivenza degli organismi probiotici e allo stesso tempo forniscono un substrato specifico alla flora batterica residente.
Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Google+, Instagram
Ti potrebbe interessare anche