Silvia Ricci e i Comuni: “Sfida all’ultima Sporta”
“Sfida all’ultima sporta”, perchè c’è bisogno di formare una nuova generazione “speciale”. Secondo Silvia Ricci di Porta La Sporta, una gara tra Comuni virtuosi renderà consapevoli i cittadini dell’impatto ambientale ed economico del sacchetto di plastica, facendo loro toccare con mano che ciascuno ha la possibilità ogni giorno di “fare la cosa giusta”. La sfida è quella di dimostrare che scelte giuste fatte da tante persone possono fornire soluzioni a problematiche ambientali globali, ma per vincere ci vuole senso di squadra tra i cittadini, uniti per portare beneficio della scuola locale dove crescono i cittadini del futuro.
1) “Sfida all’ultima sporta”: chi vince? Cosa vince?
E’ una sfida tra Comuni: quello che, nell’arco di sei mesi, sarà più capace di ridurre il consumo dei sacchetti monouso, a livello pro-capite, otterrà un premio in denaro pari a 20.000 euro offerto da tre sponsor e da destinare alla scuola locale. Il sistema di misurazione che verrà applicato si baserà sia sui dati forniti dai comuni, come numero di acquisti effettuati senza prendere sacchetti in supermercati e negozi, sia sugli esiti dei rilevamenti effettuati dalla segreteria organizzativa e dalle sedi locali delle associazioni nazionali partner della campagna. Punti vendita della GDO e del piccolo commercio locale verranno presto interpellati perché la loro partecipazione è indispensabile per rilevare la quantità di sacchetti “risparmiati” dai clienti che non prendono sacchetti monouso, di qualunque tipo.
2) Chi può partecipare? Come?
Si tratta di una competizione a cui possono partecipare sino a 20 comuni italiani, tra quelli che hanno raggiunto il 60% di raccolta differenziata nel 2011 e con una popolazione compresa tra gli 8000 e i 16000 abitanti. Sul sito di Porta la Sporta si trovano bando e regolamento scaricabili a disposizione dei comuni che hanno tempo sino al 20 settembre per inviare la loro candidatura. Verranno accettate le prime 20 candidature valide.
3) Da cosa è nata l’idea? Con quale obiettivo ?
Lo spunto, offerto dalla competizione Reusable Bag Challenge del 2009 avvenuta nel 2009 nel Colorado, è stato “sfruttato” per fornire a quei Comuni che hanno già attuato una prima iniziativa di promozione della borsa riutilizzabile una occasione per fare ancora meglio. Stavolta si tratta di un progetto di riduzione, dagli esiti misurabili, che si può realizzare all’interno di un concreto progetto di cittadinanza partecipata. I principali obiettivi dell’iniziativa, in generale, sono: rendere consapevoli i cittadini dell’impatto ambientale ed economico del sacchetto (esempio emblematico di un consumo sempre più orientato verso il sistema “usa e getta” corresponsabile dello smisurato aumento nella produzione dei rifiuti degli ultimi decenni che grava sul consumatore dalla fase di acquisto a quella di smaltimento); far toccare con mano che ognuno di noi ha la possibilità nel quotidiano di “fare la cosa giusta” per l’ambiente e che “scelte giuste” fatte da tante persone possono fornire soluzioni a problematiche ambientali globali; far nascere il senso di squadra tra i cittadini che vedono i propri sforzi orientati verso uno scopo comune a beneficio della scuola locale frequentata dai cittadini del futuro.
4) Con quali differenze di contesto pensate di dover fare i conti realizzando in Italia una iniziativa da oltreoceano?
L’iniziativa italiana è stata adattata in diversi aspetti. Una differenza sostanziale con l’iniziativa del Colorado – dove la gestione era affidata a volontari appartenenti a varie associazioni nei vari comuni – è che in Italia, per meglio coinvolgere tutta la comunità, il ruolo di ente promotore e coordinatore locale viene assunto dall’amministrazione comunale. In questo modo l’iniziativa può diventare l’occasione per fare informazione ed educazione ambientale a 360°. Per quanto riguarda il sistema di attribuzione di punti che determineranno la migliore performance verranno considerati anche gli esiti di sei rilevamenti che verranno compiuti da referenti della segreteria organizzativa nazionale. In Colorado sono stati presi in considerazione solamente i dati forniti dagli esercizi commerciali con la supervisione delle associazioni locali.
5) Chi ha collaborato alla realizzazione di questa iniziativa e chi manca all’appello?
Per il momento tra le associazioni partner c’è stata Italia Nostra. La raccolta fondi per realizzare il montepremi da 20.000 euro è stata indirizzata verso il settore privato. Hanno risposto all’appello tre sponsor: Banca Marche, sponsor principale, Frà Production, con il suo marchio Ecottonbag e Novamont. Due degli sponsor sono aziende già vicine al progetto di Porta la Sporta. Banca Marche è stata l’unica banca ad aver aderito alla campagna diffondendo, attraverso l’estratto conto, un messaggio ad hoc ai propri correntisti e regalando loro borse riutilizzabili. Frà Production, unica azienda italiana che produce su scala industriale borse a rete realizzate totalmente in Italia, è già da tempo partner tecnico della campagna per l’iniziativa Mettila in rete . Lanciamo anche in questa occasione un appello ad aziende , fondazioni o altri soggetti di contattarci per valutare una partecipazione come sponsor in modo da premiare anche il secondo classificato. Rispetto alle pagine o altre formule di pubblicità a pagamento la nostra iniziativa offre agli sponsor una visibilità nazionale e locale (nei 20 comuni) per parecchi mesi a fronte di un esborso modesto.
6) Una gara come la vostra può essere uno strumenti vincente per sensibilizzare in un momento di crisi?
Sì, a condizione che si tratti di un progetto che coinvolge in modo articolato e per un lungo periodo una comunità portando le persone a passare dalle dichiarazioni di intenti ai fatti concreti, capaci di dare origini a risultati misurabili. Cambiare le nostre abitudini sprecone e fare un uso intelligente delle risorse del pianeta deve diventare motivo di orgoglio e fonte di gratificazione per i risultati ottenuti per tutti noi. Soddisfare le comodità del momento senza curarsi delle conseguenze è qualcosa che sanno fare tutti, prendersi cura degli altri e del mondo che verrà, non è impresa da tutti. C’è bisogno di formare una nuova generazione “speciale”.
7) Da quella che è la vostra esperienza che partecipazione vi aspettate?
Non siamo ancora in grado di fare pronostici anche se ci sono state delle richieste di informazione da comuni molto motivati che fanno pensare che i 20 posti disponibili verranno occupati. I candidati più probabili sono i comuni del nord Italia dove la raccolta differenziata è un’abitudine già consolidata. Ma non escludiamo la presenza di comuni del centro o sud Italia perché anche lì abbiamo esperienze virtuose soprattutto in comuni medio piccoli.
Pubblicato da Marta Abbà il 18 Giugno 2012