Siete pazzi a mangiarlo: recensione
Siete pazzi a mangiarlo. Quante volte ce lo sentiamo dire, quante volte siamo noi a dirlo o a volerlo urlare davanti a qualcuno che sta divorando una “schifezza” con soddisfatta incoscienza. Se ci sono “schifezze” dichiarate e note a quasi tutti, ormai, tanto da essere diventate emblematiche della categoria denominata “junk food”, ne esistono anche di più ingannevoli e mimetiche. Con quell’aria da cibo sano, e invece, Siete pazzi a mangiarlo? Ecco perché era ed è necessario, questo libro, intitolato proprio così, e pubblicato da Piemme.
Arriva in Italia dalla vicina Francia, lo ha infatti scritto un ex dipendente delle industrie agroalimentari che risponde al nome di Christophe Brusset.
L’autore, con cognizione di causa e coraggio, si è seduto a tavola, e alla scrivania, affrontando senza tentennare, il tema delle frodi e delle sofisticazioni. Parla di cibo, e ci chiede: Siete pazzi a mangiarlo?. Lo chiede anche a sé stesso, non autonominandosi il paladino della salute, impeccabile e perfetto: sa mettersi bene dalla parte di chi deve scegliere ogni giorno con cosa nutrirsi di fronte ad una offerta ampia e spesso confusa.
Prima di andare al sodo, nell’introduzione, si presenta e parla della sua formazione, del suo rapporto con il cibo, per poi passare in rassegna le principali caratteristiche degli alimenti industriali.
Dal suo eccezionale punto di vista, di “insider”, ha tutto il diritto di affermare che nella miriade di persone che confezionano alimenti, ce ne sono molte che lo fanno in automatico, senza la minima passione, ingrediente invece fondamentale per nutrire.
Già nella prima parte del libro Brusset numerosi esempi di frodi cinesi, svelando come è nata l’idea del libro. E’ stata una frode, come sospettabile, in particolare quella della carne di cavallo fatta passare per quella di manzo, in alcune lasagne. La goccia che ha fatto traboccare il vaso portandolo a pensare, e a scrivere, Siete pazzi a mangiarlo.
Essendo made in France, il testo approfondisce con generosa precisione, la natura e la qualità di alimenti che sono fondamentali nella tradizione culinaria dei nostri amici oltralpe, quindi i formaggio è tra i protagonisti. Brusset non infanga quanto fatto dai suoi connazionali, anzi, a voce alta racconta come ci sia chi aggira la legge e riesce a ridurre i costi semplicemente e diabolicamente allungando con acqua una piccola parte dell’ingrediente principale, in modo che le etichette siano a norma. Siete pazzi a mangiarlo, verrebbe da dire, e si impallidisce pensando che tutto ciò accade anche se in Europa i controlli e la legge in campo alimentare sono tra i più stringenti e severi.
Mancano i nomi e alcuni dati “scientifici” e statistici, per parlare di un libro che possa essere preso come un dossier esaustivo sul tema, ma certo resta una lettura utile per svegliare le coscienze, per dare spunti di riflessione. Certe frodi anonime sono facilmente attribuibili a chi le ha commesse, con un pizzico di prontezza e preparazione, ma lo scopo principale del testo è quello di portarci a sospettare anche dei prodotti meglio presentati sul mercato.
Non smettiamo di lasciarci affascinare dal packacing e dal marketing in cui molte aziende sono maestre, e scordiamo di guardare l’etichetta con la dovuta attenzione. Ben vengano le norme che costringono i produttori di alimentari a realizzarle in modo trasparente.
Se volete leggere “Siete pazzi a mangiarlo” potete acquistarlo su Amazon a 14,37 Euro con copertina flessibile o a 9,99 Euro in formato ebook … e poi scegliete di fare la cosa giusta, con gusto.
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Pubblicato da Marta Abbà il 10 Febbraio 2017