Siepe di salice e capanna
Come coltivare una siepe di salice: quale varietà scegliere e come curarla al meglio. Istruzioni per fare una capanna di salice.
Tutte le specie di salice sono resistenti alle potature ma non tutte sono adatte alla creazione di una siepe perimetrale o separatoria del giardino. Per fare una siepe di salice è necessario scegliere tutte le varietà che in natura rispondono alle caratteristiche richieste. La scelta non è poi così immediata perché molti salici si possono ibridare e dare vita a forme e caratteri intermedi.
Quando volete coltivare una siepe di salice dovete solo escludere le specie a portamento arboreo non regolabile con la potatura proprio come i famosi salici piangenti o i salici tortuosi. I salici si prestano bene anche alla creazione di gazebi e capanne “vivi”. In genere si scelgono specie cespugliose in grado di produrre rami lunghi e dritti.
Tra le specie più adatte alla coltivazione della siepe segnaliamo questi tre salici:
- salice svizzero, nome scientifico salix helvetica.
- Salice rosmarino, nome botanico salix rosmarinofolia.
- Salice astato, nome scientifico salix hastate.
Altre istruzioni per la coltivazione del salice: talea di salice.
Siepe di salice svizzero
Il Salix helvetica è un salice tipico dell’arco alpino anche conosciuto come salice svizzero. Se intendete coltivare una siepe di salice dovete tenere in mente le caratteristiche di questa pianta.
Presenta dimensioni molto contenute e raggiunge di rado i 100 cm di altezza, quindi è una pianta adatta per siepi basse. Oltre alle siepi basse si può coltivare come prima cortina di una siepe a doppia profondità, molto elegante.
La coltivazione di questo salice prevede terreni freschi e non in posizione troppo soleggiate (per una siepe a mezz’ombra). Presenta foglie ovali bicolore: la pagina superiore è verde-grigio mentre quella inferiore è chiara.
Il salice svizzero è coltivato per i suoi amenti maschili rossastri che si colorano quando le giovani foglie sono aperte e raccolte in rosette.
Siepe di salice rosmarino
Il Salix rosmarinifolia deve il suo nome alle sue foglie simili a quelle del rosmarino. Cresce spontaneamente solo in Liguria e presenta un’altezza compresa tra i 120 e i 150 cm, quindi è adatto ad allestire siepi di mezz’altezza.
Forma un cespuglio denso inespugnabile. Si può coltivare bene su terreni umidi, si presta bene per la coltivazione lungo corsi d’acqua, fossi e non ha bisogno di molta manutenzione. Potete lasciarlo prosperare liberamente o regolare con le potature: le sue forme non sono mai disordinate quindi avete molto campo libero.
L’unica nota dolente è che presenta un fioritura poco appariscente.
Siepe di salice astato
Il suo nome scientifico è salix hastata e cresce spontaneamente in molte zone dell’Italia settentrionali e in quelle appartenenti all’Appennino tosto-emiliano.
E’ adatto alla coltivazione di siepi dell’altezza di 150 cm. Si adatta molto bene a qualsiasi terreno umido. Presenta rami di colore bruno con variazioni sul rosso e grigio. Presenta un portamento ascendente e foglie di forma ellittica.
Questo salice è coltivato per le sue abbondanti fioriture con amenti portati verso l’alto e di colore argenteo.
Capanne di salice
Il salice può essere coltivato anche per allestire capanne e gazebi naturali. Per una capanna naturale dall’aspetto invidiabile potete coltivare il salice rosso, il salice bianco e il salice fragile.
Le capanne di salice si possono coltivare a partire dalle talee. Meglio se avviate la coltivazione in luna calante. Iniziate con talee lunghe almeno 2 metri e possibilmente dalle dimensioni uniforme (sia per il diametro che per l’altezza).
Le talee dovranno avere almeno 2 anni di vita così da poter immettere radici forti e svilupparsi al meglio. Per la coltivazione, disegnate sul terreno la base circolare della capanna con un diametro di almeno 300 cm.
Praticate uno scavo a trincea su tutto il perimetro e impiantate le talee a gruppi ponendo i vari gruppi a una distanza di 30 cm l’uno dall’altro. Lasciate, per l’ingresso alla capanna, un’apertura di 90 cm. Nella parte terminale, le talee vanno unite tra loro con un legaccio molto tenero.
Pubblicato da Anna De Simone il 29 Gennaio 2017