Sformato di pastinaca, carote e patate
Lo sformato di pastinaca, patate e carote è facile da preparare e può essere un piatto completo o un contorno sostenuto. Saporito ma non invadente, può accompagnare bene la carne del sunday roast di tradizione anglosassone. Da solo, accompagnato da una salsa al formaggio, vale un ‘pranzo’ vegetariano.
Sformato di pastinaca, carote e patate: preparazione
Prendete due o tre pastinache, due o tre carote, due o tre patate e fatele lessare i poca acqua, oppure ancora meglio cuocetele al vapore. Quindi scolate, tagliuzzate o tritate e passate tutto in padella, dopo aver soffritto due spicchi d’aglio con olio (o con il burro se preferite) e qualche aroma a piacere: salvia e rosmarino, timo e maggiorana…).
Insaporite bene e quindi aggiungete due uova, pan grattato, parmigiano in abbondanza e se volete anche della ricorra (in questo caso mettete meno parmigiano). Mescolate tutti gli ingredienti, usando se ce l’avete un miscelatore elettrico.
Quando la miscela sarà abbastanza morbida e omogenea, ungete una pirofila a forma di ciambella e versatevi l’impasto. Per la cottura servono circa 30 minuti nel forno preriscaldato a 180 gradi.
L’accompagnamento ideale è una salsa al formaggio, che lega con gli ingredienti dell’impasto, anche un po’ robusta con dello zola o l’aggiunta di spezie.
Pastinaca: qualche informazione
Pastinaca è uno dei nomi con cui è conosciuta in Italia la carota selvatica, che in alcune zone chiamano anche cepo bianco, gallinaccio, pasticciona. In realtà la pastinaca e la carota non hanno molto in comune, e la prima è conosciuta e usata da molto più tempo perché cresce spontanea nei prati fino a mezza montagna.
Usata fin dai tempi dei romani, quando si diffusero carote e patate la pastinaca finì per essere messa un po’ da parte, salvo rivalutarla ultimamente con la riscoperta dei sapori ‘antichi’. Ecco spiegato anche perché la pastinaca sta bene con carote e patate.
La pastinaca si compra dall’ortolano, si può coltivare nell’orto o la si può trovare nei campi. In quest’ultimo caso state attenti a non confonderla con la cicuta maculata, l’erba con cui si avvelenò Socrate, che le somiglia moltissimo. Per distinguere le due erbe bisogna essere esperti.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 8 Luglio 2014