I sensori di parcheggio sono una bella comodità, non c’è che dire, e lo sa bene chi ha imparato a guidare quando non esistevano e magari non esisteva nemmeno il servo sterzo. Allora era davvero una faticaccia parcheggiare, quante manovre, quante “sgasate”, quanto tempo con il motore acceso e il conseguente inquinamento, per non contare il malumore ed eventuali danneggiamenti, causa imprecise manovre.
Questa tecnologia ci permette quando siamo alla guida, di conoscere la distanza tra il nostro veicolo e un ostacolo che può essere sia un altro veicolo, sia un muro o altro. Ormai in tutte le auto sono installati, in serie, oppure su richiesta, come accessori, accessori che si finisce per chiedere sempre perché davvero comodi e utili. Ad oggi i sensori di parcheggio sono tra gli “optional” maggiormente apprezzati dagli automobilisti e in continua evoluzione per non rovinare il design delle auto ed essere sempre più precisi.
Sensori di parcheggio: come funzionano
Possono vagliare lievemente, e migliorare di mese in mese, sia l’estetica, sia la tecnologia e l’interfaccia, ma i sensori di parcheggio di base funzionano sempre con la stessa “logica”. Posti sui paraurti dei veicoli, i sensori emettono onde ultrasoniche, oppure come vedremo, elettromagnetiche, ed esse intercettano l’ostacolo che incontrano, inviano subito le informazioni a riguardo al controller che c’è nel veicolo. In questa scheda elettronica vengono elaborate e trasmette all’altoparlante che emette suoni per comunicarci quanto siamo vicini e se ci stiamo avvicinando troppo.
Varia la frequenza, con la distanza. Esiste anche la variante con segnalazione tramite led luminosi invece che con i suoni, oppure l’opzione che li unisce e li combina in modo molto efficace e comodo.
I sensori di parcheggio sono sempre più utili man mano che le auto assumono forme e volumi sempre più diversi l’uno dall’altro e a volte un po’ improbabili. Basta pensare ai SUV e a come è difficile prendere coscienza del loro ingombro, sia per chi deve guidarli, sia per chi deve parcheggiarci vicino. I sensori di parcheggio sono la soluzione più immediata per evitare di colpirli accidentalmente, lo stesso vale per ogni tipo di ostacolo si abbia vicino quando si parcheggia.
Sensori di parcheggio anteriori o posteriori
I sensori possono essere posizionati sul paraurti anteriore e posteriore, in entrambi i casi funzionano sempre con l’emissione di onde ultrasoniche che intercettano gli ostacoli a cui è necessario stare attenti mentre si parcheggia. I sensori sono solitamente nascosti nei paraurti perché non rovinino la linea estetica delle auto a cui si presta sempre più attenzione. L’importante è che il sistema per il parcheggio emetta i segnali quando deve, non serve che se ne noti la presenza, anzi!
In alcuni casi si sceglie se installare i sensori di parcheggio sul paraurti anteriore o posteriore ma il consiglio è quelli di adottare entrambi per stare più sereni. Il sensore posteriore ci attiva solo se mettiamo la retromarcia e lancia i suoi segnali di solito quando ci troviamo con il nostro veicolo a meno di un metro e mezzo dal primo ostacolo.
Sensori di parcheggio: quanto costano?
Il prezzo di questi “accessori” che ormai sono presenti di default in quasi tutti i modelli, può variare molto sia da modello a modello di auto, sia dalla tecnologia che contengono. Quelli più innovativi che andremo tra poco a scoprire, possono costare di più ma offrono anche diversi vantaggi.
Sensori di parcheggio wireless
Vediamo uno dei modelli più all’avanguardia, per ora, quello senza fili, quindi, wireless. Non stanno riscuotendo il successo che ci si aspettava, in verità, perché non sempre le loro performance sono ottime per cui si finisce con l’accettare “i fili” per evitare di avere sensori di parcheggio meno precisi di quelli standard.
E’ vero che la tecnologia senza fili fa sì che la procedura di installazione sia semplice perché non è necessario forare il paraurti del mezzo e si possono mettere i sensori su un porta targa dedicato senza troppe manovre. E’ vero che il display interno può essere alimentato dall’accendisigari e provvederà a comunicare tramite la tecnologia Wi-Fi con comodità. E’ altrettanto vero che per ora molti non si stanno trovando bene e preferiscono optare per modelli tradizionali ma precisi.
Sensori di parcheggio elettromagnetici
Un modello recente che sta invece piacendo agli utenti è quello che utilizza le onde elettromagnetiche invece che ultrasoniche. Costano di più, ad oggi, ma può essere che ne valga la pensa. Ad ogni modo, se prenderanno piede, il prezzo andrà calando, come accade sempre.
Questi sensori si presentano come una striscia adesiva che si posiziona all’interno del paraurti senza dover più applicare ovviamente gli altri sensori ad ultrasuoni. Quando inseriamo la retromarcia, questi sensori di parcheggio si attivano, se posti nella parte posteriore, e sono pronti a darci il loro segnale quando ci avviciniamo troppo agli ostacoli. Il segnale può essere acustico ma anche luminoso.
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