Selaginella: caratteristiche e coltivazione

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La selaginella appartiene alla famiglia delle Selaginellacee, un genere che riunisce circa settecento specie originarie dell’Europa, Africa meridionale, America tropicale, meridionale e Australia. È una pianta eretta o strisciante, sempreverde, che in alcune specie assomiglia molto al muschio. Viene spesso coltivata sia come copertura di tappeti erbosi, sia come rampicante per rivestire o decorare i muri.

Nei prossimi paragrafi del nostro articolo andremo alla scoperta delle principali caratteristiche della selaginella. Conosceremo inoltre una serie di accorgimenti pratici per poterla coltivare anche alle nostre latitudini.

Caratteristiche della selaginella

La selaginella è una pianta di piccole dimensioni, ma è in grado di raggiungere un’importante crescita con il suo fusto provvisto di nodi, per lo più prostrato dalle abbondanti ramificazioni e dotato di appendice alla base, che ha il preciso compito di assorbire l’acqua. A livello delle ramificazioni sulla pianta si formano numerose radici da meristemi secondari.

Il vegetale è nativo delle foreste umide tropicali, anche se alcuni esemplari si sono adattati a vivere in ambienti con clima secco. Tutto ciò grazie alle piccole foglie, rivestite da una spessa cuticola che, in situazioni di mancanza d’acqua, tendono ad appallottolarsi, in modo da ridurre notevolmente la superficie traspirante, per poi riprendere la loro forma originaria. Questa insolita caratteristica le attribuisce il curioso nomignolo di pianta della resurrezione.

La pianta non produce fiori, ma possiede sporofilli ovvero le classiche foglie che danno origine agli sporangi, organi preposti alla riproduzione.

In montagna la selaginella è molto diffusa, mentre in Italia ritroviamo tre specie diverse, per l’esattezza:

  • la selaginella selaginoides, presente in alta montagna con un apparato di foglie simili tra loro;
  • la selaginella helvetica, presente nei boschi di latifoglie delle Alpi con due tipi di foglie;
  • la selaginella denticulata, tipica del Mediterraneo, con foglie laterali cuspidate.

Come coltivare la selaginella

Scopriamo insieme alcune delle principali accortezze da seguire per poter coltivare e per riuscire a prenderci cura della selaginella nelle nostre case.

Esposizione ideale della pianta

La selaginella non ha particolari esigenze di cura e di habitat. È buona norma collocare gli esemplari in zone ombreggiate evitando di esporli alla luce diretta del sole, al riparo dalle correnti d’aria e con temperature costanti tutto l’anno che comunque non dovranno scendere per nessun motivo al di sotto dei 16-18°C.

Da questo presupposto, si intuisce inoltre che per una corretta coltivazione della selaginella occorre fare molto attenzione a non lasciarla esposta al gelo.

Come annaffiare la selaginella

Nel periodo primavera-estate, la selaginella deve essere annaffiata ciclicamente e copiosamente, affinché il substrato resti umido e non si verifichino danni da ristagno idrico. L’umidità è un elemento indispensabile al benessere della pianta, sarà quindi utile nebulizzare il vegetale con acqua tiepida decalcificata.

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Terreno idoneo per la messa a dimora della pianta

In genere, per la selaginella valgono le stesse cure adatte alle felci. Si tratta di una pianta che si mantiene rigogliosa in un ambiente che garantisce un giusto grado di umidità.

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Il terreno che la ospita deve essere soffice, ricco di sostanze organiche, misto a un substrato di sfagno, muschio e torba. Il rinvaso, per il quale è meglio usare vasi in terracotta così da scongiurare le muffe, si può compiere in qualunque momento dell’anno. La riproduzione avviene invece in Primavera, per divisione dei cespi o per talea, impiegando un terriccio ben inumidito e sfruttando una zona calda.

Concimazione della selaginella

Nel periodo primaverile, almeno una volta al mese, è necessario concimare moderatamente la selaginella, mischiando all’acqua di irrigazione un concime completo di macro-elementi e micro-elementi. Le concimazioni vanno invece stoppate nella stagione autunnale e invernale.
Ogni quindici giorni è opportuno somministrare un minimo quantitativo di estratto di alghe. Una volta al mese, risulta inoltre utile abbinare alle annaffiature cinque gocce di stimolante – fitoregolatore per ogni litro di acqua.

Potatura della pianta

La potatura della selaginella andrebbe effettuata ogni anno, nel momento del rinvaso. È un’operazione adatta al contenimento della pianta che è solita crescere frettolosamente e in modo disordinato. L’intervento prevede il taglio dei rametti fino alla metà della loro lunghezza.

Parassiti e malattie della selaginella

Se si coltiva la pianta seguendo quelle che sono le sue precise esigenze, essa non risente dell’attacco di parassiti. Le uniche complicazioni possono derivare da una incurante tecnica di coltivazione. In effetti, la selaginella tende a invecchiare precocemente se il terreno non è abbastanza umido e nel caso in cui non riceva il necessario apporto idrico.

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Curiosità sulla selaginella

La singolarità di questa pianta è che non tollera il calcare. In presenza di acqua particolarmente calcarea, sarà sufficiente bollirla con l’aggiunta di qualche goccia di aceto (un cucchiaino da caffè ogni litro d’acqua) prima di procedere ai regolari interventi di innaffiatura.
La selaginella è una pianta antichissima, uno straordinario “fossile vivente”, i cui antenati, di dimensioni maggiori rispetto alle attuali, hanno convissuto con i dinosauri.

Circa la metà dei fossili vegetali risalenti a questo periodo (400 milioni di anni fa), appartengono alle Licopodofite, piante arcaiche i cui resti si ritrovano tra importanti depositi di carbone dell’Europa e del nord America.

Rispetto al linguaggio dei fiori, inoltre, regalare una pianta di selaginella alla persona amata equivale a stringere una promessa d’amore oltre la morte.