E’ emozionante leggere della scoperta degli esopianeti perché è una notizia che ci fa sperare di non essere le uniche forme di vita nell’Universo. Ogni volta che si aggiunge all’elenco dei pianeti extrasolari un altro nome si immagina di aver trovato un altro mondo da esplorare e da abitare.
Scoperta degli esopianeti: cosa sono
Gli esopianeti sono detti anche pianeti extrasolari e sono pianeti che semplicemente non appartengono al sistema solare si trovano quindi ad orbitare attorno a una stella diversa dal Sole. Di fatto questi pianeti si trovano all’esterno del nostro Sistema Solare.
Viene spontaneo chiedersi quanti ce ne sono. Possiamo iniziare a contare quelli che finora abbiamo scoperto. Fino al 30 novembre 2018 ne risultavano conosciuti 3.901 inseriti in 2.907 sistemi planetari diversi. Non è finita: ci sono anche altri pianeti che potrebbero essere esopianeti ma sono ancora da confermare e sono 2.443, altri 213 possibili pianeti sono in attesa di conferma o controversi.
Nella lunga lista di esopianeti scoperti possiamo ricordare il millesimo, raggiunto il 22 ottobre 2013, con l’annuncio di 11 pianeti gioviani caldi da parte del progetto SuperWASP. Il duemillesimo è invece Kepler-406 b, pianeta extrasolare scoperto nel 2014 e confermato il 25 novembre 2015 nell’ambito della missione Kepler con il metodo del transito.
Scoperta degli esopianeti: strumenti
Per riuscire a scoprire ed identificare nello spazio la presenza di pianeti fuori dal nostro sistema solare vengono impiegati metodi di osservazione indiretta e anche osservazioni al telescopio. Oggi le tecniche di osservazione hanno però dei considerevoli limiti, ciò comporta quindi il fatto che la maggior parte dei pianeti individuati sono giganti gassosi come Giove, molti meno sono quelli rocciosi massivi del tipo Super Terra tra gli identificati.
Grazie all’arrivo della missione Kepler sono stati scoperti molti più pianeti di piccole dimensioni perché questa missione ha reso possibile definire un abbozzo di classificazione esoplanetaria in base alle loro dimensioni. Ad oggi risultano in costruzione diversi telescopi e strumenti progettati appositamente per l’individuazione di pianeti extrasolari, tra cui l’Automated Planet Finder, CHEOPS ed il telescopio spaziale TESS che in verità sarebbe già operativo da giugno 2018.
Scoperta degli esopianeti: storia
Non è una recente scoperta quella dell’esistenza degli esopianeti, l’interesse nei loro confronti è però crescente. Soprattutto dal 1992, anno della prima scoperta confermata, si è cominciato a fare caso sempre di più a questi pianeti esterni al sistema solare. Un po’ per motivi di strumentazione, un po’ per motivi di tempo, il ritmo delle prime scoperte è stato davvero lento, ma nell’ultimo periodo c’è stata una notevole accelerazione. Nel 2000 sono stati scoperti “solo” 20 pianeti scoperti ma già nel 2011 se ne sono contati 189 nuovi da aggiungere alla lista, nel 2015 addirittura 2000.
La comunità scientifica è divisa, di fronte a questi pianeti che orbitano attorno a delle stelle molto simili al Sole, alcuni astronomi sostengono che solo il 10% delle stelle di tipo solare abbiano un sistema planetario tutto loro ma ci sono altri esperti che invece ritengono che sia normale per una stella solare averne uno.
Perché tanto interesse nei confronti degli esopianeti? Non è solo passione per lo spazio e per l’astronomia, ma anche la speranza di trovare degli altri mondi diversi dal nostro ma in grado di ospitare una forma di vita extraterrestre. Kepler-22 b – ruotante attorno ad una nana gialla, Kepler-22, distante approssimativamente 600 anni luce dal Sistema Solare sembrerebbe essere stato il primo esopianeta di tipo terrestre che è stato scoperto orbitare nella zona abitabile del proprio sistema nel 2011.
Questo significa ad esempio che potrebbe avere una temperatura superficiale media di circa 22 °C che permetterebbe la presenza di acqua allo stato liquido, essenziale per permettere che ci sia vita da queste parti. Nel 2015 è stato poi individuato un altro esopianeta, Kepler-442 b, che è risultato essere il pianeta più simile alla Terra mai individuato.
Scoperta degli esopianeti recente
Risale al 2017 la scoperta di esopianeti 7 pianeti che si trovano al di fuori dal nostro Sistema Solare, si tratta di una scoperta importante perché si tratterebbe di pianeti extrasolari molto simili alla Terra sotto diversi aspetti, quindi potrebbero ospitare tracce di acqua allo stato liquido e quindi qualche forma di vita extraterrestre. Proprio quello che molti sperano. Per saperne di più è necessario attendere il 2020 quando verrà effettuato il lancio del James Webb Telescope, che ci svelerà se su questo pianeta davvero può esistere ed esiste vita.
La scoperta del 2017 è stata annunciata dalla NASA il 22 febbraio, i protagonisti sono stati alcuni astronomi guidati da Michaël Gillon dello STAR Institute dell’Università di Liegi. Ciò che è emerso finora di questi 7 pianeti è che si tratta di pianeti rocciosi con dimensioni e massa simili a quelle della Terra. Hanno orbite circolari e girano tutti nella stessa direzione. Tra i sette ce ne sono tre che si trovano nella fascia di abitabilità della loro stella perché ricevono una sufficiente quantità di energia da far ipotizzare la presenza di temperature ottimali per il ritrovamento di acqua allo stato liquido e di eventuali forme di vita.
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