San Francesco e il lupo

San Francesco e il lupo

San Francesco è uno dei santi che tutti conoscono, anche chi magari non crede. E’ un santo un po’ “filosofo” che si può trovare a conoscere in vari modi perché a tutti gli effetti ha segnato un’epoca, la sua epoca e anche la nostra. San Francesco è nato ad Assisi nel 1182, ha vissuto una gioventù immerso nella ricchezza fino al momento della conversione dopo il quale è diventato povero, iniziando a predicare fino ad arrivare a fondare l’Ordine francescano. Gli episodi della sua vita e dei suoi primi seguaci, sono stati raccolti e narrati nei “Fioretti di San Francesco”.



San Francesco e il lupo è proprio qui che è narrato assieme a molti altri episodi significativi e intrisi di doppi e tripli significati. Alcuni racconti sono entrati nell’iconografia del santo e riprodotti dall’arte. Il suo incontro con il lupo a Gubbio è proprio uno di essi ma ci sono anche episodi come la predica agli uccelli, il roseto in cui si rotolò per sfuggire alla tentazione, il ricevimento delle Stimmate.

San Francesco e il lupo

La storia di San Francesco e il lupo è un famoso episodio in cui vediamo il santo capace di ammansire questa belva feroce. E’ raccontato nel capitolo XXI dei ” Fioretti di S.Francesco”, vediamo cosa accade nella storia.

Siamo a Gubbio, i cittadini sono spaventati dalla presenza di un ferocissimo lupo che si aggira nei dintorni tormentandoli. San Francesco, venendo la situazione e tastando il polso della città decide di intervenire di persona nonostante tutti cerchino di trattenerlo, temendo i possibili pericoli legati all’aggressività del lupo. Niente e nessuno riesce a bloccare il santo che decide di andare dal lupo a parlargli per cercare di liberare la città da questo incubo.

Raggiunta la bestia feroce in un bosco appena fuori della città, presso la chiesa della Vittorina, San Francesco affronta le fauci del lupo senza paura, lo benedice e si fa ascoltare. Il lupo cessa di essere aggressivo e, più tranquillo, ascolta le parole del santo che gli promette che, se si pentirà del male fatto e cambierà modo di vita, gli abitanti di Gubbio saranno lieti di accoglierlo in città e di nutrirlo.

Un accordo piuttosto vantaggioso per il lupo che non tarda ad accettare, porgendo il muso al santo in segno di sottomissione. Sotto lo sguardo meravigliato e anche sollevato dei cittadini, uomo e lupo rientrano assieme in città con l’accordo fatto e lo ripetono a tutti nella grande piazza del mercato in modo che sia chiaro a tutta la città come la bestia non sarà più un pericolo per nessuno. Da quel giorno in poi l’intera città e tutti i suoi abitanti sono infinitamente grati a San Francesco per il suo gesto generoso e coraggioso, per aver risolto il loro problema, oltretutto senza nemmeno spargere sangue inutile.

San Francesco e il lupo

Cosa rimane oggi a Gubbio della storia di San Francesco e il lupo? La chiesa di S. Francesco della Pace che la tradizione vuole costruita nel luogo ove dimorava il lupo.

San Francesco e il lupo per bambini

Per raccontare la storia di San Francesco e il lupo ai bambini vi propongo una sorta di filastrocca scritta da Angiolo Silvio Novaro. E’ una versione che, anche se messa in rime e semplificata, non perde nemmeno un briciolo di magia e sa trasmettere appieno il significato intrinseco dell’episodio.
Eccola, buona lettura.

Viveva un dì, narra un’antica voce, intorno a Gubbio un lupo assai feroce\che aveva i denti più acuti che i mastini\e divorava uomini e bambini.\Dentro le mura piccole di Gubbio\stavano chiusi i cittadini e in dubbio\ciascuno della vita. La paura\non li lasciava uscire dalle mura.\E San Francesco venne a Gubbio, e intese\del lupo, delle stragi, delle offese;\ed ebbe un riso luminoso e fresco,\e disse: “O frati, incontro al lupo io esco!”.\Le donne avevano lacrime così\grosse, ma il Santo ilare e ardito uscì.\E a mezzo al bosco ritrovò il feroce\ispido lupo, e con amica voce\gli disse: “O lupo, mio fratello lupo,\perché mi guardi così ombroso e cupo?

Perché mi mostri quegli aguzzi denti?\Vieni un po’ qua, siedimi accosto, senti:\Io so che tu fai molto male a Gubbio\e tieni ognuno della vita in dubbio,\e so che rubi e uccidi e non perdoni\nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni:\Orbene, ascolta: come è vero il sole,\ciò che tu fai è male. Iddio non vuole!\Ma tu sei buono; e forse ti ha costretto\a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto\che in Gubbio avrai d’ora in avanti il vitto:\ma tu prometti essere onesto e dritto\e non dare la minima molestia:\essere insomma una tranquilla bestia.\Prometti dunque tutto questo, di’?”.\Il lupo abbassò il capo, e fece: “Si!”.\“Davanti a Dio tu lo prometti?”. E in fede\il lupo alzò molto umilmente un piede.\Allora il Santo volse allegro il passo\a Gubbio, e il lupo dietro, a capo basso.

In Gubbio fu gran festa, immensi evviva:\scoppiò la gioia, e fino al ciel saliva.\E domestico il lupo entro rimase\le chiuse mura, e andava per le case\in mezzo ai bimbi come un vero agnello,\e leccava la gota a questo e a quello.\E poi morì. E fu da tutti pianto\e seppellito preso il campo santo.\

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Pubblicato da Marta Abbà il 17 Dicembre 2018