Salviamo l’Artico
L’Artico dovrebbe essere zona off limits per le trivellazioni petrolifere e la pesca industriale. Ad azzardare la proposta è Greenpeace con la sua nuova campagna che mira a salvaguardare le specie artiche. L’Antartide attualmente è una regione dimenticata da tutti eccetto dalle compagnie petrolifere e dall’industria ittica. E’ per questo che Greenpeace propone la campagna Save the Arctic.
Da quando gli esseri umani sono sulla terra, per la prima volta il ghiaccio del Mar Glaciale Artico è in pericolo. Per 800 mila anni, il ghiaccio ha creato l’habitat ideale per orsi polari, trichechi, narvali e tante altre specie. Negli utlimi 30 anni abbiamo visto scomparire tre quarti della calotta di ghiaccio che galleggia in cina al mondo. E’ così che Greenpeace ci ricorda dell’importanza di questa campagna, che non è solo un’affare degli animalisti ma di tutti noi:
Il ghiaccio in cima al mondo riflette nello spazio molto del calore del sole, contribuendo così a raffreddare il nostro pianeta, stabilizzando il clima da cui dipendiamo per le coltivare il nostro cibo. Proteggere il ghiaccio significa proteggere tutti noi.
L’Artico non va protetto solo per gli orsi polari o gli spigolosi narvali, va protetto per tutti noi. La campagna Greenpeace Save the Arctic mira a raccogliere un milione di firme, al momento la campagna ha superato circa 56.000 firme, tra cui quelle di una serie di celebrità tra cui Paul McCartney, Thom Yorke e Richard Branson.
La situazione della regione artica ha gravi implicazioni per il clima e innesca conflitti internazionali. Dal summit per la sostenibilità Rio+20 potevamo aspettarci qualcosa in più ma dato che quel qualcosa non è arrivato, bisognerà confidare in campagne come quella allestita da Greenpeace.
Chi trivella nell’Artico? Quale compagnia petrolifera non sarebbe ghiotta di nuovi giacimenti di petrolio? A tal proposito un gruppo di attivisti ha lanciato un sito per “esasperare” le attività di trivellazione e porre in evidenza i danni dei cambiamenti climatici: 300.00 persone muoiono ogni anno per cause legate ai cambiamenti climatici, stima riportata dall’ex Segretario Generale dell’ONU, Kofi Annan e pubblicata sulla pagina articready.com
Articready.com è il portale sorto recentemente in rete. E’ stato creato da attivisti che con toni provocatori pubblicano materiale fotografico e informazioni circa i cambiamenti climatici causati dalle trivellazioni, in particolare prendono di mira la compagnia Shell. Nel portale si mette ironicamente in evidenza il bisogno che ha l’uomo di combustibili fossili:
noi di Shell siamo preoccupati dei cambiamenti climatici. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che tutti, anche i paesi più vulnerabili, hanno un bisogno sempre crescente di risorse provenienti dai combustibili fossili per viaggiare, per il tempo libero, per la ricerca scientifica e per l’espansione delle infrastrutture.
La cosa più triste è il titolo della pagina (vedi foto) che recita più o meno così: “Per centinaia di anni, gli esploratori hanno combattuto l’Artico. Oggi, finalmente, stiamo vincendo.” “For hundreds of years, explorers have battled the Arctic. Today, we’re finally winning.” Che vittoria è quella che mette a repentaglio un intero ecosistema? Oggi vi proponiamo le foto della campagna Let’s Go! Arctic. La campagna lanciata dagli ambientalisti per sensibilizzare il pubblico circa le problematiche Artiche.
Pubblicato da Anna De Simone il 23 Giugno 2012