Sacchetti biodegradabili: come riconoscerli
Sacchetti biodegradabili, per legge vanno utilizzati per fare la spesa a parte in casi eccezionali che vedremo. Entrata in vigore la legge non sono mancati i borbottii in merito alla resistenza dei sacchetti biodegradabili proposti soprattutto dalle catene di grande distribuzione. La legge è legge, e soprattutto, il guadagno in termini di inquinamento è davvero tanto, senza contare che chi non ama i sacchetti biodegradabili può sempre munirsi di pratiche buste di tela. Oggi ce ne sono in commercio davvero di ogni tipo, di moda, chic, alternative, brandizzate… molto meglio dei vecchi ed inquinanti sacchetti NON biodegradabili.
Sacchetti biodegradabili spesa
Oggi i sacchetti per fare la spesa, quelli che ci danno nei supermercati e nei negozi, devono essere biodegradabili. E’ importante capire come riconoscerli e anche cosa pretendere a livello di performance dai materiali con cui vengono prodotti, perché non è ovvio che siano poco resistenti. Dipende anche molto da come li si produce.
Sacchetti biodegradabili come riconoscerli
Al tatto risultano mollicci, non si può mentire, e già questo è un elemento che, se mancante, ci deve far insospettire. Il materiale è ottenuto dall’amido di mais, di patata oppure è poliestere. Al di là dell’affidabilità del nostro tatto, dobbiamo guardare che ci sia la dicitura di conformità della norma EN 13432:2002 e la scritta “Prodotto biodegradabile conforme alle normative comunitarie EN 13432”.
Senza impazzire, possiamo andare a colpo quasi sicuro guardando lateralmente o nella zona frontale del nostro presunto sacchetto biodegradabile su cui devono comparire anche i marchi che attestano la certificazione della biodegradabilità come “OK Compost” e “Compostable”.
Sacchetti biodegradabili: costo
Lo spessore e la qualità è sì una questione di costo, ma non solo. Se vogliamo acquistare una scorta di sacchetti da 10 litri, una confezione ad esempio da 100, 100% biodegradabili e compostabili, ci troviamo a spendere 11,40 euro su Amazon.
Sono sacchetti che danno sicurezza quanto a tenuta perché risultano spessi il 33% in più rispetto ad altri e hanno la certificazione EN-13432 e logo, sono conformi agli standard europei e realizzati con amido di mais. Possono essere utilizzati sia per il servizio municipale di raccolta rifiuti organici sia per il compostaggio domestico.
Sacchetti biodegradabili per umido
Esistono anche sacchetti biodegradabili per la raccolta dell’umido organico e anche in questa occasione quando se ne acquistano è bene badare alla differenza tra un sacchetto biodegradabile e uno compostabile. Se diciamo biodegradabile, in fondo, diciamo che la materia di cui sono fatti viene assorbita dall’ambiente, prima o poi, ma vale per tutti i materiali questo. Anche i più nocivi, “prima o poi”, verranno riassorbiti.
Se invece si precisa che dei sacchetti biodegradabili sono anche compostabili, si assicura che questo “prima o poi” è più prima che poi, e che quel tal materiale si distruggerà in un tempo ridotto e specifico. Infatti sacchi definiti biodegradabili e compostabili in 3 mesi vengono riassorbiti e “biodegradati” dall’ambiente, un bel sollievo per l’ambiente. Dei sacchetti biodegradabili e compostabili per l’umido possono costare circa 4 euro per confezioni da 15, se le confezioni sono più grandi, il prezzo cadauno si abbatte notevolmente.
Sacchetti biodegradabili per farmacia
Esistono eccome dei sacchetti biodegradabili per farmacia ed è spesso possibile, con un minimo di spesa in più, anche personalizzarli con il proprio marchio ed indirizzo. I sacchetti ormai utilizzati quasi da tutte le farmacie sono compostabili e biodegradabili, conformi alla Normativa sulle buste Biodegradabili UNI EN 13432.
Sacchetti biodegradabili materiale
Oltre ai sacchetti biodegradabili ottenuti partendo dall’amido di mais o di patate, quindi conformi alla norma UNI EN 13432-2002, sono ammessi dalla legge anche i sacchetti riutilizzabili, solitamente realizzati in juta, tessuto, polietilene, polipropilene, tessuto non tessuto, cotone, rete, carta. E di materiali che magari dobbiamo ancora scoprire…
Sacchetti biodegradabili: obbligo
Oggi in Italia è obbligatorio usare sacchetti biodegradabili e compostabili per fare la spesa, l’unica eccezione resta quella per i sacchetti dei reparti ortofrutta che non devono necessariamente essere conformi alla norma EN 13432. Possono essere fatti con le tradizionali plastiche ottenute da fonti fossili, tra cui il polietilene.
Sacchetti biodegradabili: legge
Date e diatribe immediate sulla resistenza dei sacchetti amici dell’ambiente, la legge ne specifica lo spessore. Deve essere di 200 micron, per i sacchi con maniglia esterna destinati all’uso alimentare, di 100 micron, per i sacchi con maniglia esterna non destinati all’uso alimentare e sempre di 100 micron, per i sacchi senza manici esterni, se destinati all’uso alimentare.
Se non si tratta di sacchetti per uno alimentare, quelli dell’ultima categoria possono anche essere di 60 micron. E’ legge, ma siccome non per tutti la legge è legge, c’è anche una sanzione pecuniaria per chi se ne frega, pari almeno a 5000 Euro.
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Pubblicato da Marta Abbà il 19 Settembre 2017