Rosolia adulti: come si cura
La rosolia è un’infezione causata dal virus omonimo, della rosolia. Ma come si diffonde? E, soprattutto, come si cura la rosolia negli adulti?
Cerchiamo, in questo nostro approfondimento, di spiegare alcune delle principali caratteristiche di questa condizione, rinviando naturalmente al tuo medico di fiducia per poterne sapere di più.
Come si diffonde la rosolia
La rosolia si diffonde principalmente in due modi:
- quando una persona infetta parla, tossisce o starnutisce piccole goccioline contenenti agenti infettivi nell’aria. Le goccioline nell’aria possono essere respirate da chi si trova nelle vicinanze, favorendo così la diffusione dellla rosolia;
- attraverso il contatto indiretto con le mani, i tessuti o altri articoli che sono interessati da scariche di naso e gola.
Quali sono i segni e i sintomi della rosolia
La rosolia di norma non è una malattia gravissima, ma in alcune condizioni può purtroppo esserlo. Per esempio, bisognerà prestare particolare attenzione nelle donne che stanno attraversando le prime 8 – 10 settimane di gravidanza, poiché questo scenario potrebbe provocare la morte o il danneggiamento del feto fino al 90% dei casi.
I difetti multipli sono comuni (ad esempio sordità, cecità, danni al cervello e al cuore e handicap mentale) e le complicazioni tardive sono sempre più riconosciute. Il rischio si riduce a circa il 10 – 20% se la madre si ammala di rosolia a 16 settimane di gestazione e i difetti sono ancora più rari dopo 20 settimane.
Al di là di questa condizione, nelle altre persone la rosolia è una malattia di lieve o media entità.
I sintomi, quando presenti, possono includere
- febbre,
- mal di testa,
- naso che cola,
- congiuntivite (infiammazione del rivestimento delle palpebre e dell’occhio),
- rash cutaneo,
- ghiandole gonfie (soprattutto nella parte posteriore del collo),
- sensazione di malessere e di dolore.
I sintomi, in particolare i dolori articolari, sono più gravi negli adulti rispetto ai bambini.
Come si diagnostica la rosolia
La rosolia è diagnosticata da un esame del sangue. La diagnosi clinica basata sulla comparsa dell’eruzione cutanea è infatti inaffidabile, anche se può comunque essere abbastanza utile per poter somministrare alcuni primi trattamenti.
Il periodo di incubazione (ovvero, il tempo tra l’infezione e lo sviluppo dei sintomi), può durare da 16 a 18 giorni, con un intervallo di 14 – 23 giorni. Il periodo infettivo (ovvero, il tempo durante il quale una persona infetta può infettare gli altri), dura fino a 7 giorni prima e almeno 4 giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea.
Il trattamento della rosolia negli adulti
Non esiste un trattamento antivirale efficace per la rosolia. Il trattamento dei sintomi di questa malattia negli adulti include pertanto l’assunzione di molti liquidi e il sollievo dal dolore, se necessario. Il paracetamolo può essere usato per ridurre la febbre e il dolore. L’aspirina non deve essere somministrata ai bambini di età inferiore ai 12 anni, a meno che non sia specificamente raccomandato da un medico. Può invece, se indicata dal proprio medico, essere somministrata per poter alleviare i sintomi di fastidio della rosolia negli adulti.
Come si può prevenire la rosolia negli adulti
Ci sono alcuni comportamenti che possono essere utili per poter prevenire la rosolia o, quanto meno, ridurre il rischio di contrarre questa malattia.
Per esempio, può essere utile evitare il contatto con persone affette da rosolia, come ad esempio quelle che potrebbero condividere lo stesso posto di lavoro. Tale cautela dovrebbe valere fino alla loro completa guarigione e per almeno 4 giorni dopo l’insorgenza dell’eruzione cutanea.
Evidentemente, un metodo efficace per poter contenere il rischio di rosolia è quella di effettuare un vaccino, al fine di proteggersi adeguatamente contro il rischio di infezione. Il vaccino dopo l’esposizione non impedirà invece l’infezione. L’immunizzazione contro la rosolia dovrebbe essere effettuata soprattutto nei confronti del personale sanitario e di assistenza all’infanzia.
L persone che sospettano di avere la rosolia dovrebbero consultare un medico sia per verificare che la diagnosi sia corretta che per consigliare il da farsi (in particolare per le donne incinte che, come abbiamo visto, sono la categoria maggiormente a rischio quando si parla di rosolia).
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La rosolia nelle donne in gravidanza
Oltre ai punti di prevenzione di cui sopra, tutte le donne incinte devono essere sottoposte a un test di immunità alla rosolia prima o durante la prima gravidanza. Se non si ritiene che sia immune, la vaccinazione potrà essere somministrata dopo il parto, ma prima della dimissione dal reparto maternità. Il vaccino contro la rosolia non deve essere somministrato ad una donna notoriamente incinta e la gravidanza deve essere evitata per un mese dopo la vaccinazione.
Con il sospetto di rosolia o accertata esposizione alla rosolia, si dovrebbe cercare subito un consiglio ostetrico specializzato, indipendentemente dalla propria storia di vaccinazione contro la rosolia. La reinfezione da rosolia, spesso senza sintomi, può verificarsi in individui che hanno avuto una precedente infezione o vaccinazione, anche se il danno fetale è molto raro in questi casi.
Chiarito quanto sopra, per poterne sapere di più non possiamo che consigliarti di rivolgerti al tuo medico di riferimento.
In questo modo sarà possibile ottenere tutte le informazioni più approfondite sulle caratteristiche di questa malattia infettiva e, se si sospetta di aver contratto la rosolia, si potranno anche avere tutte le informazioni più utili per poter arrivare a una corretta diagnosi di questa malattia e, soprattutto, tuttgli accorgimenti per un coerente trattamento che possa permettere di ritrovare un pronto benessere, agevolando il decorso della malattia e la fase di convalescenza.
Pubblicato da Anna De Simone il 24 Dicembre 2019