Robot umanoidi, ovvero che ci assomigliano e ci assomiglieranno sempre di più se la tendenza a creare macchine sempre più uguali a noi umani non verrà invertita e al momento non ne vedo la ragione. Che piaccia o meno, per principio o per motivi etici, i robot umanoidi sono “comodi” e utili per ragioni meramente pratiche e, per lo meno stavolta, non è questione di antropocentrismo o di vanità.
Andiamo a conoscere qualche esemplare e alcune particolarità di questo settore in continua evoluzione, di cui non ci permettiamo certo di pretendere di dare una descrizione a 360 gradi e aggiornata real time. Fortunatamente, la ricerca è attiva e produttiva e ne vedremo delle belle.
Robot umanoidi: cosa sono
Quelli che chiamiamo robot umanoidi sono macchine intelligenti con sembianze umane. Oltre a studiarne quindi le funzioni, a livello pratico, se ne studia anche la struttura facendo in modo che riproduca nel modo più fedele possibile il corpo umano. Ecco quindi robot con testa, torso, braccia, mani e a volte anche gambe, dispositivi simili ad occhi e ad orecchie.
L’idea di costruirli così, sempre più simili a noi, è nata con l’obiettivo di far sì che possano avere le nostre abilità fisiche, i nostri processi cognitivi, la nostra capacità di rispondere agli stimoli ambientali e di adattarsi all’ambiente nel quale ci troviamo.
Il nostro ambiente è a “formato di uomo” quindi i robot umanoidi possono ritrovarsi comodi se ci assomigliano. E poi dal punto di vista psicologico, visto che avremo a che fare con queste macchine che daranno risposte ad esempio a problemi sociali legati all’invecchiamento, i robot umanoidi possono risultare più credibili e apprezzati, meno “nemici” e sostituiti di altri dispositivi medici detraibili
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Robot umanoidi in commercio
Tra i modelli in commercio da qualche tempo, troviamo Nao, un robottino-insegnante di 58 cm, prodotto da Aldebaran Robotics, che insegna la programmazione a studenti di tutte le età, ma è risultato utile anche per le terapie per i bambini autistici.
C’è poi Buddy, un robot open source per le famiglie, prodotto dai francesi di Blue Frog Robotics. In Italia, da iCub, un bambino robot, alto poco più di un metro sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, è nato R1, un personal robot umanoide che potrebbe lavorare fianco a fianco con noi umani. La sua commercializzazione era prevista per inizio 2018… staremo a vedere!
Robot umanoidi: video
Appassionati di robot o meno, vedere queste macchine in azione, è sempre affascinante. Nel video che segue potrete vedere Sophie, la robot umanoide progettata dall’azienda di robotica Hanson, intervistata dal celebre conduttore americano Jimmy Fallon! (audio in lingua inglese)
Robot umanoidi e uomini cyborg
Parlare di robot umanoidi e di uomini cyborg non è affatto la stessa cosa e per spiegarlo la cosa migliore da fare e proporre un esempio. Quello di Neil Harbisson, entrato nella storia come il primo cyborg riconosciuto per legge.
E’ un artista britannico, cresciuto in Catalogna, da bambino gli è stata diagnosticata l’acromatopsia (incapacità di distinguere i colori) e, studiando al Darlington College of Arts, ha sviluppato insieme a un informatico, Adam Montandon, la prima bozza di eyeborg. Si tratta di un’antenna che trasforma le onde dei colori in 360 onde sonore e che permette a Neil di “sentire” i colori attraverso l’antenna impiantata in modo permanente nel suo cranio.
Robot umanoidi: prezzo
Oggi il prezzo dei robot umanoidi è alto, senza dubbio, tanto alto che una famiglia standard non si può certo permettere di acquistarne uno che rassetti la casa o che faccia da baby sitter. I robot più sofisticati possono arrivare a 500mila euro ma con il tempo, come sempre accade, i prezzi caleranno anche grazie alla concorrenza spietata che aumenterà sempre di più.
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