Robinia pseudoacacia

robinia pseudoacacia

Robinia pseudoacacia, una pianta che spesso vediamo in città, ad abbellire viali e aiuole. Appartenente alla famiglia delle Fabaceae, dette anche Leguminose, è originaria dell’America del Nord, precisamente della zona degli Appalachi. In quelle terre oltre oceano, è libera di forma boschi puri, tutti suoi, in Europa non così, la troviamo spesso in convivenze felici.



A portarla nel nostro continente nel 1601 è stato Jean Robin, un farmacista e botanico. E’ a lui che dobbiamo la pianta, i meravigliosi suoi fiori, e anche il nome della stessa: Enrico IV e Luigi XII l’hanno battezzata Robinia in onore del loro giardiniere ed erborista Robin, pronunciato alla francese, ovviamente. E su suolo francese c’è la più vecchia Robinia Pseudoacacia esistente, a Parigi, ca va sans dire.

Robinia pseudoacacia: albero

La Robinia pseudoacacia può avere una forma arborea, oppure arbustiva, a distinguerle è l’altezza. La corteccia è di colore marrone chiaro, caratteristica perché molto rugosa, le foglie sono invece originali nel loro essere aperte di giorno mentre la notte tendono a sovrapporsi. Sono lunghe fino a 30-35 cm e formate da 11-21 foglioline di forma ovale, non dentate, da circa 6 cm.

In Europa la Robinia pseudoacacia è una pianta particolarmente diffusa in Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Austria, Ungheria, Slovenia e in Italia. In Italia è arrivata nel 1662 nell’Orto botanico di Padova, ha avuto tempo fino ad oggi per essere presente praticamente ovunque, in particolare in Lombardia, in Veneto e in Toscana. E poi in Piemonte dove i boschi di Robinia, sia puri sia misti, ricoprono una superficie di circa 85.000 ettari.

robinia pseudoacacia pianta

Robinia pseudoacacia: fiore

i fiori della Robinia pseudoacacia sono bianchi o crema e sono molto apprezzati, a ragione, direi.
Sono lunghi circa 2 cm e molto simili a quelli dei piselli, formano dei grappoli ricchi e pendenti, che sembrano quasi pesare per la loro bellezza, e hanno un profumo estremamente gradevole.

Dopo i fiori arrivano i frutti, molto meno caratteristici e significativi: sono a forma di baccello, nascono verdi e poi diventano marroni, possono essere lunghi anche 10 cm. Oltre a fiori e frutti, la Robinia pseudoacacia produce delle spine lunghe e solide sui rami, le possiamo facilmente notare sui rami più giovani. Secondo un’antica tradizione, la corona di spine sul capo di Cristo era proprio di Robinia pseudoacacia o di acacia.

Questa pianta, al di là delle dicerie, è molto apprezzata nel presente dagli animi pragmatici perché pur avendo una limitata longevità (60-70 anni), ha un’alta velocità di crescita ed una estrema adattabilità. Infatti viene usata senza troppo far impazzire, come pianta ornamentale nei centri urbani.

Di varietà ornamentali di Robinia pseudoacacia ne esistono molte e tutte sfoggiano la tipica abbondante e profumata fioritura primaverile. Oltre al lato estetico, legato al fiore, è molto apprezzata per il legno e come pianta nettarifera.

robinia pseudoacacia foglie

Robinia pseudoacacia: proprietà

Non parliamo del legno, in questo caso, ma delle proprietà della pianta nei confronti del nostro fisico. La Robinia pseudoacacia contiene vitamine (A, B1, B2 , B3) e minerali come calcio, fosforo, ferro, magnesio, sodio, potassio, zinco e oli essenziali, inoltre è ricca di fibre, carboidrati, proteine e glucosidi. Oltre ai fiori, si può dire che sia una pianta che “ci fa rifiorire”, ha infatti proprietà emollienti, protegge le mucose dall’eccessiva acidità come pirosi gastrica o esofagite.

In erboristeria si trova facilmente, la modalità utilizzata per l’assunzione è soprattutto la tintura madre, chiesta per trattare raucedine e faringiti. Poi tornano in scena i fiori, nelle tisane per rilassare, spesso in mix contenenti altre piante dai simili poteri. Se poi ci troviamo a leggere, a tempo perso, l’etichetta di dentifrici, polveri e paste, possiamo incontrare anche qui la Robinia pseudoacacia.

robinia pseudoacacia frutti

Robinia pseudoacacia in omeopatia

In passato la corteccia di questa pianta veniva usata come lassativo e tonico, le foglie invece, per stimolare il vomito e per aiutare un corretto funzionamento del fegato. Tutto ciò nonostante sia foglie sia corteccia contengano un alcaloide considerato tossico. Un altro uso dei fiori, oltre alle tisane per il relax di cui abbiamo parlato, cotti e mangiati venivano utilizzati per attenuare le infiammazioni oculari.

Ottimo oltre che ricco di poteri omeopatici apprezzati, anche il miele, liquido, energizzante, ambrato. Il sapore è delicato e piace anche ai bambini e anche da chi non ama quei generi di miele con il sapore molto deciso, che io invece adoro: castagno ed eucalipto, due esempi per tutti.

robinia pseudoacacia omeopatia

Un’altra caratteristica vincente del miele di questa pseudoacacia è la ricchezza in Levulosio, sostanza che lo rende tollerabile, in piccole dosi, anche da chi soffre di leggero diabete. Per finire, anche il miele potrebbe avere proprietà blandamente lassative.

Robinia pseudoacacia in cucina

I fiori di Robinia pseudoacacia sono un tocco originale e gustoso con cui personalizzare ricette base forse banali. Stupiremo. Ad esempio possono diventare dolci frittelle, preparando una pastella a base di uova, farina, zucchero, latte, un pizzico di sale e un goccio d’olio.

Friggendo il tutto e poi cospargendo di zucchero a velo e aggiungendo uvetta sultanina, mele o altre leccornie a piacere. Sempre dei fiori di robinie in pastella c’è anche la versione salata e, simile e molto gustosa, la frittata. Altri esempi di Robinia pseudoacacia da gustare: in liquori e marmellate.

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Robinia: semi

Se non per le proprietà omeopatiche, almeno per le frittelle, o per un liquore alla Robinia pseudoacacia home-made, proviamo a partire dai semi e coltivare la nostra pianta. Questa è una confezione da oltre 20 semi, a 5 euro, da cui la sfida è far nascere una pianta da almeno 3 metri.

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Pubblicato da Marta Abbà il 7 Aprile 2016