Una carovana di 1300 km, fino alla Spagna, perché “Se è vero che amiamo i nostri figli, non abbiamo altra possibilità che costruire un mondo di rispetto degli altri e della Madre Terra”. Questo è lo spirito dello “Spirito del pianeta” che dal 24 maggio organizza a Chiuduno (Bg) un Festival Internazionale di gruppi tribali ed indigeni provenienti da tutto il mondo. Come spiega Ivano Carcano, uno degli organizzatori, “qualcuno ci guarderà stupito, chi diffidente, ma c’è chi capirà che la Terra va rispettata, questo è il nostro messaggio”.
1) Quando è nato il festival “Lo spirito del pianeta”?
E’ nato nel 2000 e la prossima edizione, dal 24 maggio al 9 giugno, sarà l’occasione per incontrare il mondo a due passi da casa, seduti di fronte ad un indiano d’America, alla sinistra di un aborigeno, a destra di un Pigmeo e di un Azteco. Si tratta di persone che ancora oggi vivono nella tradizione tramandata per migliaia di anni da padre in figlio, dovendo lottare contro chi non vede l’ora di cancellarli perché la terra dove vivono è fonte di ricchezze naturali. La loro saggezza ci può portare a pensare a dove vogliamo andare e da dove veniamo, e soprattutto a cosa vogliamo lasciare ai nostri figli, visto che ogni giorni diciamo di amarli.
2) Come avete conosciuto “Il circulo degli anziani”?
A settembre del 2012 siamo stati invitati a partecipare in Brasile, al 7° Circulo degli Anziani saggi indigeni del pianeta, una delle iniziative che sempre più spesso stanno nascendo o proseguono nel cammino di sensibilizzazione per salvare la madre terra e nell’insegnare il rispetto dei popoli indigeni. Da questo incontro è nata la riflessione che, se la parola di un uomo può essere un sussurro, la voce di molti può diventare assordante. L’insegnamento di questi anziani è fondamentale per riportarci nel nostro equilibrio con la natura e con gli altri.
3) Quali sono le novità di quest’anno nel festival?
In questa edizione del festival, oltre ad incontri sulla medicina tradizionale, le danze, la cultura e a percorsi tematici di approfondimento, c’è la “trasferta” in Spagna, nella capitale dei Paesi Baschi (Vitoria). Sono 6 giorni di Festival che ci rendono orgogliosi come volontari quali siamo: vogliamo contribuire al cambiamento, per il bene dei loro figli e delle nuove generazioni. E poi fieri anche come bergamaschi, molto spesso additati con stereotipi inesatti, come persone “chiuse”: invece stiamo esportando una iniziativa che mescola cultura e solidarietà. Tanti Paesi ci stanno chiedendo di portare da loro questa testimonianza e questa per noi è una bellissima novità.
4) Come è composta la carovana e che percorso verrà poi compiuto?
La carovana, sarà composta da circa 15 mezzi tra cui camper, pulmini e auto, possibilmente, i più rispettosi per l’ambiente, e circa 60 persone, che si alterneranno durante la marcia, ospitati durante le notti da strutture di fortuna nei vari paesi, consumando prodotti alimentari a km zero. Il percorso parte da Bergamo e arriva fino alla Spagna, unendo così la città dove ci sarà il bastone degli anziani saggi, Bergamo, con Vitoria, in Spagna, luogo che ospiterà l’8°Circulo a settembre. Abbiamo pensato che un sacrificio come quello di percorrere 1300 Km con questo bastone e porgerlo ai nostri amici spagnoli, potesse essere molto simbolico e di effetto. Passeremo anche dalla Francia e per la precisione a Toulouse, per poi raggiungere anche Pamplona, dove ci sono dei centri cerimoniali antichi.
5) Alcuni prodotti della terra bergamasca verranno distribuiti tra i partecipanti? Come e a che scopo?
L’identità di ogni popolo e la sua conoscenza sono una ricchezza, una forma di confronto che arricchisce, sia chi la propone, sia chi la riceve. Il legame con la terra, era il punto di partenza di ogni popolo nel passato e porgere ad un altro popolo i frutti della propria terra, è presentarsi per quello che si è. La nostra terra è ricca di prodotti, che per fortuna si stanno riscoprendo: in ogni città dove saremo ospitati, offriremo i prodotti che i nostri contadini raccolgono. E’ un modo come un altro per lavorare e far sì che il rispetto delle identità dei popoli e dei frutti della terra sia riscoperto come valore essenziale per la sopravvivenza.
6) Come è possibile partecipare al festival e con che impegno?
Prima di partecipare al festival o alla marcia fisicamente, bisogna parteciparvi con la mente e il cuore, pronti ad entrare in una dimensione a cui non siamo più abituati. E’ necessario tornare ad utilizzare i nostri sensi: ascoltare, guardare, odorare quello che ci sarà. A quel punto, fatto ciò, si sta già partecipando al cambiamento che deve essere innanzi tutto personale. Poi si riesce a ritornare ad essere un tutt’uno con la natura e con gli altri. Quindi si può cominciare a partecipare già ora, nel quotidiano, allo spirito del festival, e poi condividere tutto ciò ogni anno con gli altri all’appuntamento di Chiuduno.
7) Che reazioni vi aspettate da parte dei cittadini comuni al vedere la carovana?
Ci aspettiamo ogni tipo di reazioni nel nostro percorso verso la Spagna: sicuramente ci sarà stupore ma altri, meno sensibili o non più abituati ad ascoltare o a pensare, ci daranno solo dei perdi tempo, oppure ci penseranno appartenenti a chissà quale setta religiosa. L’importante è che si inizi a dare il proprio contributo per far sì che le cose cambino, i cominci a pensare che ogni essere umano di qualsiasi cultura, religione, luogo della terra debba essere rispettato, e che la madre terra, non debba essere più solo da sfruttare ma da trattare CON RISPETTO.