Il risparmio di acqua è un tema che ogni abitante del pianeta deve cominciare a porsi. Perché l’acqua dolce è una risorsa scarsa e usandola bene la si preserva. Oggi il prelievo di acqua è legato soprattutto alla produzione di cibo, che è in forte aumento a livello globale (il messaggio di EXPO Milano). Per questo motivo la sfida del risparmio di acqua consiste proprio nel minimizzare l’uso di questa risorsa nella produzione di cibo, fino al riciclo completo delle acque usate nell’agroindustria.
Alcuni padiglioni di EXPO danno l’idea di come tanti Paesi, a cominciare da quelli in cui l’acqua è una risorsa critica, stanno lavorando sul risparmio di acqua nella coltivazione del suolo. Quella del futuro sarà un’agricoltura in grado di minimizzare l’impiego di acqua puntando all’eliminazione degli sprechi, e al riutilizzo quando è possibile . Dunque un’agricoltura molto diversa da quella di oggi che, dati FAO, assorbe il 70% di tutta l’acqua disponibile sul pianeta per colture e allevamenti, con punte del 95% nei paesi in via di sviluppo. In Italia, dati ISTAT, si usano 11 miliardi di metri cubi d’acqua per irrigare 2,4 milioni di ettari di terreno agricolo.
Con la direttiva quadro europea sulle acque 2000/60, l’Europa ha lanciato la visione ‘fit for use’ (usare acqua in quantità non superior e a quella minima richiesta per l’uso che ne viene fatto) e i maggiori centri ricerca stanno lavorando alle soluzioni per ridurre l’impatto ambientale del cibo, dal punto di vista idrico soprattutto, senza abbassare lo standard qualitativo del prodotto.In Italia, ENEA ha messo alcuni brevetti per il risparmio di acqua nella filiera agroalimentare.
Due di questi brevetti sono pernsati per abbattere il potere inquinante delle acque di scarico degli impianti oleari, dovuto alla presenza dei polifenoli. Il primo è in grado di produrre syngas, una miscela gassosa contenente CO2, idrogeno e metano. Il secondo brevetto, basato su tecnologie di membrana separative, estrae le sostanze inquinanti delle acque di vegetazione, i polifenoli appunto, per reimpiegarle nelle industrie alimentari e cosmetiche come antiossidanti e antibatterici. Ciò che rimane è un’acqua demineralizzata, non più inquinante, che rientra in circolo. Niente male, soprattutto se si considera che in Italia ci sono 250 milioni di piante di ulivo e che per l’industria olearia il problema principale è lo smaltimento delle acque reflue.
L’applicazione della tecnologia delle membrane separative di ENEA trova impiego anche nell’industria lattiera, per realizzare prodotti dalle proprietà salutistiche, trasformando in materia prima ad alto valore aggiunto quello che sarebbe uno scarto dal grande carico inquinante. L’ENEA sta mettendo a punto anche soluzioni tecnologiche in grado di recuperare alcuni nutrienti presenti nelle acque e particolarmente inquinanti se rilasciati nell’ambiente, come i composti dell’azoto e del fosforo, per trasformarli in fertilizzanti per l’agricoltura.
Un altro esempio di come con la tecnologia si possa fare molto per il risparmio di acqua è la valorizzazione energetica degli scarichi industriali. I Microbial Fuel Celles sono sistemi che, grazie all’energia elettrica prodotta dai batteri, consentono di alimentare piccoli apparati elettrici, ma che in futuro potrebbero essere utilizzati per ridurre i consumi energetici degli impianti di depurazione delle acque.