Utilizzare l’energia pulita come valuta di scambio per uscire dalla crisi economica e risanare il debito pubblico. L’idea è quella di concedere territori per l’allestimento di impianti a energia rinnovabile.
Negli utlimi tempi, i 17 membri dell’Unione Monetaria Europea (Euro Zone) sono stati al centro di numerosi dibattiti. Nella periferia della Zona Euro troviamo paesi come la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo ma a rischio anche la Spagna e l’Italia. A guidare l’Unione Monetaria Europea è la Germania ma l’austerità del suo orientamento nei confronti della crisi, rischia di danneggiare ulteriormente i paesi più deboli.
Così, i membri più deboli dell’Unione Monetaria, per fronteggiare la crisi economica, chiedono ai leader europei di attuare dei piani di misura d’emergenza più adeguate. Tale richiesta si è fatta sentire con la recente elezione del presidente francese Francois Hollande.
Le energie rinnovabili, le smart grid e le innovazioni sostenibili offrono gradi opportunità ai paesi dell’UE. L’idea sarebbe quella di attuare un piano pro-crescita su misura per la zona euro. In altre parole, l’Unione Monetaria Europea potrebbe uscire fuori dalla crisi grazie alla green economy, l’idea è stata proposta da un gruppo di economiste ed esperti del settore.
Sarà lo sviluppo economico legato alla green economy a risolvere il crescente debito. Investimenti mirati darebbero la possibilità di crescita anche ai paesi a rischio. Il settore di interesse è l’energia rinnovabile, non solo solare ma anche geotermico, biogas, eolico ed energia da biomassa. Tali investimenti tirerebbero fuori i paesi dalla crisi e aiuterebbero la società e l’ambiente. La notizia è stata riportato il 4 giugno dal NRC Handelsblad dei Paesi Bassi.
Il piano diminuirebbe il debito pubblico dei Paesi a rischio, aumenterebbe la salvaguardia dell’ambiente e anche i tassi occupazionali.
Ipotizzando un’inflazione media annua del 2,5% dovrebbe essere possibile una riduzione del debito del 30%. La stima vede un modesto profitto di 1,5 eurocent per ogni kWh di energia prodotto nel periodo compreso tra il 2020 e il 2045 con la produzione annua di 70 Gigawatt per chilometro quadrato.
Per esempio, con un debito di 40 miliardi di euro, l’Irlanda potrebbe dare 550 chilometri quadrati di terreno in concessione per poi creare infrastrutture per sfruttare le energie rinnovabili. 550 chilometri rappresentano l’uno per cento della superficie totale dell’Irlanda. Gli autori hanno riportato le stime sul Nederland Krijgt Niwuwe Energie (NKNE).
Il Portogallo ha un debito di 78 miliardi di euro, come l’Irlanda dovrebbe dare in concessione l’un per cento del suo territorio con un totale di 1.000 chilometri quadrati. Per la Grecia, il debito ammonta a 210 miliardi di euro e il territorio necessario per risanare il suo debito ammonterebbe a 2.800 chilometri quadrati, cioè il 2% del territorio nazionale greco.
I progetti energetici non devono necessariamente essere su larga scala, anche le comunità locali potrebbero beneficiarne. Lo studio è chiaro, investire nelle rinnovabili e utilizzare l’energia pulita come valuta di scambio per risanare il debito. Senza trascuare che in questa direzione si confermerebbe la volontà dell’UE di ridurre le emissioni di anidride carbonica e gas a effetto serra, migliorare la sostenibilità ambientale, ridurre il consumo di combustibili fossili e creare nuovi posti di lavoro.