L’Unione Europea incalza in materia di energie pulite, l’obiettivo è di arrivare al 2020 coprendo almeno il 20% dei consumi energetici da fonti rinnovabili, purtroppo ci sono dei paesi che non si sono ancora adeguati agli ordini di Bruxelles; vediamo cosa ci dice l’Unione Europea e quali sono i paesi meno propensi alle fonti rinnovabili.
La direttiva in materia di energia pulita, prevede che ogni Paese membro debba raggiungere singoli target nei consumi di energia rinnovabile. Non solo produzione da fonti pulite ma anche un adeguato accesso alla rete per l’elettricità da rinnovabili, inclusione per i biocarburanti nei trasporti e parametri per l’efficienza energetica. La direttiva avrebbe dovuto essere recepita da tutta l’Ue fin dal 5 dicembre 2010 ma ancora oggi, a causa di singoli Paesi, l’obiettivo per il 2020 potrebbe non essere raggiunto.
Così da Bruxelles arriva un ultimatum per Cipro, Irlanda, Malta e Slovenia che hanno due mesi di tempo per adeguarsi alle direttive UE. Se ciò non dovesse accadere, la Commissione europea potrebbe decidere di deferire i quattro Paesi alla Corte europea di Giustizia.
Nel 2010, Cirpro era coperta solo per il 4,8% da fonti rinnovabili. L’Irlanda era ferma al 5,5%, tremenda la situazione di Malta dove la domanda energetica era coperta dalle rinnovabili solo dello 0,4%. La Slovenia, invece, nonostante i suoi ritardi legislativi è molto più vicina al traguardo contando, nel 2010, una copertura da fonti rinnovabili del 19,8%. -Fonte dati Eurostat.
Altre linee guida riguardano il risparmio idrico e la gestione delle acque reflue, qui è stata l’Italia ad essere deferita dalla Corte europea di Giustizia per non aver seguito le dovute indicazioni.