Classificazione dei rifiuti: quali sono i rifiuti speciali, cosa sono e come avviene la loro raccolta e smaltimento. Tutte le informazioni su questa categoria di rifiuti.
La definizione normativa dei rifiuti, in Italia, è data dall’articolo 183 Decreto Legislativo del 3 aprile 2006 n. 152. Il cosiddetto testo unico sui rifiuti è stato poi modificato dal decreto legislativo del 3 dicembre 2010 n. 205, decreto che recepiva la direttiva europea 2008/98. La definizione normativa di rifiuti non fa distinzione tra rifiuti riciclabili e non riciclabili, ne’ tantomeno alla classificazione dei rifiuti.
Per citare la normativa, si definisce rifiuto:
«Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi».
Il rifiuto, quindi, non è necessariamente un oggetto arrivato alla fine del suo ciclo di vita, semplicemente un oggetto o sostanza di cui il proprietario vuole disfarsi. La definizione normativa è molto ampia e per questo, la stessa legge, ha previsto una classificazione dei rifiuti.
Classificazione dei rifiuti
I rifiuti vengono classificati in base all’origine, alla pericolosità e al loro stato fisico. Abbiamo così tre differenti classificazione dei rifiuti.
Classificazione dei rifiuti in base all’origine:
– Rifiuti urbani
– Rifiuti speciali
Classificazione dei rifiuti in base alla pericolosità:
– Rifiuti pericolosi
– Rifiuti non pericolosi
Classificazione dei rifiuti in base al loro stato fisico:
– Solido pulverulento
– Solido non pulverulento
– Fangoso palabile
– Rifiuto liquido
Anche prese singolarmente, ogni categoria di rifiuti fa riferimento a una classe di materiali, oggetti e sostanze fortemente eterogenee. Con questa premessa, è facile intuire che la classe dei rifiuti speciali non può essere considerata più o meno pericolosa dei rifiuti urbani.
Rifiuti urbani: diossina e percolato
Gli RSU (Rifiuti solidi urbani), disciplinati dal D.Lgs. 152/06 art. 184 c. 2, abbracciano un gran numero di rifiuti. L’elenco è fittissimo e vai dai rifiuti prodotti in ambito domestico ai rifiuti legati alle attività cimiteriali (rifiuti provenienti da esumazioni) dell’ambiente urbano. I rifiuti urbani contengono vari sali inorganici e composti alogenati organici che contribuiscono alla produzione di quella sostanza tossica e altamente cancerogena come la diossina. In più, i rifiuti solidi urbani contengono i cosiddetti sali lisciviabili che possono superare i 5 grammi per chilogrammo di rifiuto. Questi sali, anche se di tipo inorganico, contribuiscono alla formazione dei composti aggressivi del percolato.
Rifiuti speciali
I rifiuti speciali sono disciplinati dallo stesso decreto sulla classificazione dei rifiuti ma dal comma 3 (D.Lgs 152/06, articolo 184, c. 3). L’elenco dei rifiuti speciali è altrettanto fitto ed eterogeneo.
Quali sono i rifiuti speciali? Stando alla normativa, appartengono alla categoria dei rifiuti speciali tutti i rifiuti elencati di seguito:
- – Rifiuti derivati dalle attività agricole e agro-industriali.
- – Rifiuti prodotti dalle attività di demolizione, costruzione nonché tutti i rifiuti che derivano dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall’articolo 184 bis.
- – Rifiuti prodotti dalle lavorazioni industriali.
- – Rifiuti prodotti dalle lavorazioni artigianali.
- – Rifiuti prodotti dalle attività di tipo commerciale.
- – Rifiuti prodotti dalle attività di servizio.
- – Rifiuti prodotti dalle attività di recupero e smaltimento di rifiuti.
Per citarne gli esempi: fanghi prodotti dalla potabilizzazione dell’acqua. Scarti legati al trattamento delle acque e alla depurazione delle acque reflue, rifiuti prodotti dalle attività di abbattimento dei fumi. - – Rifiuti derivati dalle attività sanitarie.
I rifiuti speciali possono essere, a loro volta, classificati in rifiuti speciali pericolosi e rifiuti speciali non pericolosi.
Quali sono i Rifiuti speciali pericolosi
I rifiuti speciali pericolosi sono quei rifiuti che contengono un’elevata dose si sostanze inquinanti. Raccolta e smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi hanno il fine di ridurne drasticamente la pericolosità. La vecchia classificazione dei rifiuti, indicava i rifiuti speciali pericolosi con il nome di rifiuti tossici nocivi. I vecchi rifiuti tossici, attualmente indicati come rifiuti speciali pericolosi, sono:
- – Prodotti di scarto della raffinazione del petrolio
- – Prodotti di scarto da processi chimici industriali
- – Prodotti di scarto dell’industria fotografica (vecchie pellicole)
- – Oli esausti
- – Prodotti di scarto derivati dall’attività metallurgica
- – Solventi
- – Rifiuti derivati dagli impianti di trattamento dei reflui
- – Rifiuti derivati dalle attività medica e veterinaria
- – Rifiuti della produzione conciaria e tessile