Rifiuti non riciclabili, elenco e info
Rifiuti non riciclabili: quali sono, elenco e come si smaltiscono; tante informazioni utili sui rifiuti che non si possono riciclare.
I rifiuti non riciclabili finiscono nel secchio del secco indifferenziato. Nelle nove abitazioni sono tanti i rifiuti non riciclabili che produciamo. Con un’attenta raccolta differenziata, il secchio del secco indifferenziato dovrebbe essere l’ultimo a colmarsi.
Rifiuti non riciclabili, elenco
Per completezza dedichiamo un paragrafo all’elenco dei rifiuti non riciclabili che si producono comunemente in casa.
- Pannolini e assorbenti
- Giocattoli per bambini
- Spazzolini da denti
- Bicchieri e posate di plastica
- Bacinelle
- Cocci di ceramiche
- Polveri dell’aspirapolvere
- Penne e pennarelli
- Piatti di plastica
- Scarpe
- Vecchi attrezzi da lavoro (utensili come cacciavite…)
- Spazzole per capelli
- Confezioni di cosmetici
- Pirex e finto vetro
- Porcellane e cotti
- Audio e videocassette
- Piccoli oggetti in plastica
- Cotton fioc
Non sono annoverati nell’elenco dei rifiuti indifferenziati tutti i rifiuti riciclabili quali rifiuti derivati dal processo alimentare (rifiuti organici e olio), carta e cartone, plastica riciclabile, alluminio, acciaio e vetro. Non vanno gettati nei rifiuti non riciclabili anche i cosiddetti rifiuti pericolosi o speciali e rifiuti elettronici.
Nell’elenco dei rifiuti non riciclabili, in alcuni comuni andrebbero annoverati anche i piccoli oggetti di legno. In alcune città è possibile effettuare la raccolta differenziata del legno. Per tutte le informazioni vi invitiamo a leggere la pagina Riciclo dei rifiuti in Italia.
Smaltimento dei rifiuti non riciclabili
Lo smaltimento dei rifiuti non riciclabili prevede l’incenerimento nei cosiddetti termovalorizzatori. Purtroppo sono molti gli studi he sostengono la pericolosità dei fumi prodotti dalla combustione dei rifiuti anche se questi fumi dovrebbero essere trattati prima di essere rilasciati in atmosfera.
Non solo profumi ma anche ceneri. Al termine della combustione dei rifiuti vi è la fase di estrazione delle ceneri. Le ceneri costituiscono circa il 30% in peso dei rifiuti in ingresso. Quelle più dannose per l’uomo sono le polveri fini che a loro volta costituiscono circa il 4% del peso dei rifiuti in ingresso. Anche in questo caso la tecnologia offre sistemi di filtraggio che però non sempre si rivelano efficaci.
Ceneri e polveri prodotte nei termovalorizzatori, vengono entrambe smaltite in discariche per rifiuti speciali. Per quanto riguarda i fumi caldi rilasciati durante la combustione dei rifiuti, questi attraversano un sistema multi-stadio di filtraggio in cui vengono trattati e poi rilasciati in atmosfera a circa 140° C.
In alternativa agli inceneritori vi è un sistema di smaltimento basato sulla pirolisi. La pirolisi dei rifiuti urbani presenta i vantaggi del trattamento dei rifiuti nei termovalorizzatori. Cosa cambia tra questi due sistemi di smaltimento? Se corri per moralizzatori i rifiuti vengono bruciati, con gli impianti di pirolisi i rifiuti vengono riscaldati in una camera con un deficit di ossigeno. In questa camera avviene un processo di “gassificazione” dei rifiuti non riciclabili, questo processo, in assenza di ossigeno apre le porte alla produzione dei gas.
Come è chiaro, sia l’incenerimento dei rifiuti nei termovalorizzatori che la pirolisi dei rifiuti non riciclabili negli appositi impianti, sono processi che vedono la produzione di energia a partire da rifiuti indifferenziati.
Come azione lo smaltimento dei rifiuti non riciclabili attraverso Gli inceneritori? Il funzionamento dei termovalorizzatori è molto semplice. Vi descriviamo in breve come funziona un inceneritore di rifiuti.
I rifiuti solidi urbani non riciclabili, vengono selezionati e immessi in appositi forni. La loro combustione produce calore che andrà a riscaldare l’acqua contenuta in una caldaia. L’acqua si trasformerà in vapore ad alta pressione che produrrà energia elettrica.
Il chellophane si può riciclare?
Nell’elenco dei rifiuti non riciclabili non abbiamo annoverato il cellophane. Il cellophane infatti è un materiale riciclabile e può essere differenziato insieme alla plastica. È possibile gettare via nella raccolta differenziata della plastica anche il cellophane alimentare, quindi sporco di residui organici.
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Pubblicato da Anna De Simone il 11 Maggio 2017