Rifiuti da cantiere, smaltimento, normative e piano di gestione. Come gestire i rifiuti derivati da costruzioni o demolizioni.
In realtà, buona parte dei rifiuti da cantiere potrebbero regalare un certo profitto: il riciclo dei rifiuti edili è una pratica sottovalutata a causa di diversi pregiudizi, tuttavia il riciclo dei rifiuti da cantiere potrebbe portare benefici sociali, etici ed economici.
Composizione dei rifiuti edilizi
I rifiuti prodotti da costruzioni o demolizioni di opere edili, i cosiddetti rifiuti da C&D, sono generalmente costituiti da frazioni inerti (calcestruzzo, laterizi, ceramiche, terre di scavo) che possono facilmente essere riutilizzati.
Oggi, purtroppo, la gran parte dei rifiuti da cantiere viene dismessa in discarica o addirittura abbandonata abusivamente. La composizione media del rifiuto da C&D prodotto in Italia, vede questi materiali:
- 10% calcestruzzo non armato
- 20% calcestruzzo armato
- 50% laterizio
- 5% asfalti
- 6% materiale di scavo
- 2,5% legno, carta, plastica
- 3% metallo
- 3,5% varie
I dati riferiti sono stati forniti dall’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto.
Rifiuti da cantiere, la normativa
I rifiuti edili sono disciplinati dal D.M. 5/2/98 e successive modifiche (Decreto n. 186 del 5/4/2006). Le normative citate contengono tutte le indicazioni per recuperare i rifiuti da costruzione e demolizione. A queste normative si affianca il DM 8/5/2003 n. 203 sul Green Public Procurement che prevede l’obbligo di copertura del fabbisogno annuale di manufatti e beni da parte degli pubblici e delle società a prevalente capitale pubblico con una quota di materiali riciclati non inferiore al 30%.
La norma della GPP (Green Public Procurement) impone, tra le altre cose, alle pubbliche amministrazioni di prediligere l’impiego di materiali riciclati in caso di gare d’appalto per opere pubbliche.
Riciclo dei rifiuti da cantiere
Quando si parla di riciclo o recupero dei rifiuti edili noi Italiani siamo molto indietro rispetto ad altri paesi europei. Le demolizioni, in Italia, non sono ancora organizzate al fine del recupero dei materiali. La Commissione Edilizia dell’UNI non manca di una guida alla demolizione selettiva così da separare i materiali in modo più attento, direttamente in fase di demolizione.
Con un’attenta separazione, non solo si riduce la produzione di rifiuti ma si valorizzano i rifiuti da C&D prodotti.
Se non si esegue una demolizione ad hoc, le operazioni di recupero degli scarti edilizi sono certamente scoraggianti (costano molto e sono difficoltose), è per questo che è necessario selezionare e separare preliminarmente i materiali.
E’ per questo che si parla di tecniche di demolizione selettiva. Tale pratica prevede la separazione delle diverse frazioni di materiali demoliti così da destinare i rifiuti edili al riciclo.
Più il materiale edilizio è omogeneo e maggiore sarà la sua resa e il suo riutilizzo sempre in ambito edile.
Per la demolizione selettiva bisognerà mettere da parte le tecniche di demolizione tradizionali. Sarà necessario smontare e destrutturare il fabbricato così da ottenere frazioni omogenee di materiale.
Per molte aziende, avvalersi di personale e macchine in grado di eseguire una demolizione selettiva è un fatto scoraggiante ma bisogna pensare a lungo termine: una volta avviata tale pratica il risparmi ottenuto sarà elevato. Basterà pensare all’immediata riduzione dei costi di smaltimento dei rifiuti edili.
Rifiuti da cantiere, smaltimento
Smaltire i rifiuti da cantiere ha un costo elevato. Il costo per smaltire rifiuti edilizi varia da località a località. A incidere sul costo è anche la distanza dal cantiere all’aria di stoccaggio.
Il crescente prezzo dei materiali interti naturali rende più vantaggio il riciclo, anche quando si tratta di materiali lapidei e metalli (seppur rappresentino una minoranza dei rifiuti da cantiere). Il materiale da recupero derivato da un cantiere edile, una volta separato dagli altri scarti, può diventare economicamente vantaggioso sia per chi lo acquista, sia per l’azienda che se ne disfa.
Riutilizzo dei rifiuti edili
Dai rifiuti da cantiere si possono ottenere aggregati di natura inerte come sabbie e pietrisco solitamente destinati alle opere di ingegneria civile. Con sabbie e pietrisco derivati dal riciclo dei rifiuti da cantiere è possibile realizzare sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali, industriali, civili, riempimenti e colmate. Ancora, strati di fondazione e confezionamento di calcestruzzi.
La Normativa europea classifica gli aggregati riciclati al pari di quelli naturali e artificiali, per questo, i rifiuti riciclati sono riutilizzabili ai fini della legge ed equiparabili ai materiali vergini.
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