Rete Rurale Nazionale: di cosa si tratta e perché è importante
L’agricoltura ha tutte le carte in regola per rappresentare un vero e proprio volano per l’economia del nostro Paese, oltre a costituire una grande opportunità professionale per i più giovani. In quest’ottica risultano di primaria importanza i programmi di sviluppo rurale condotti non solo a livello italiano ma anche europeo. Iniziative che mirano a sostenere la vivacità e la redditività economica delle aree rurali attraverso finanziamenti e azioni mirate a sostegno del mondo agricolo. Tra i programmi attualmente in corso spicca la Rete Rurale Nazionale. Scopriamo di cosa si tratta e perché è importante.
Cos’è il programma Rete Rurale Nazionale
Istituita nel 2008 per volontà del MiPAAF, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, la Rete Rurale Nazionale (RRN) è lo strumento con cui il nostro Paese partecipa al più ampio progetto europeo Rete Rurale Europea – RRE, che integra tutte le attività legate allo sviluppo delle aree rurali.
Il Programma è nato con la finalità di sostenere una Politica Agricola Comune o P.A.C. che rappresenta una stretta intesa tra l’Europa e i suoi agricoltori, con l’obiettivo di supportarli e di migliorare la produttività agricola, assicurando nel contempo un approvvigionamento stabile di alimenti a prezzi accessibili.
All’atto pratico, la Politica Agricola Comune è un insieme di regole che l’Unione Europea si è data, ponendo al centro dell’attenzione il comparto agricolo dei vari Paesi Membri, con l’obiettivo di integrare, armonizzare e coordinare le politiche agricole insieme ai diversi attori del mondo rurale, mettendo a sistema le competenze di monitoraggio, programmazione e gestione dei fondi comunitari.
Perché si sta puntando a una politica di sviluppo rurale
A oggi quasi il 60% della popolazione dei 27 Stati Membri dell’Unione Europea vive in zone rurali. Queste ultime rappresentano inoltre il 91% del suo territorio. Simili percentuali lasciano intuire prima di ogni altra cosa che le aree rurali rappresentano una componente fondamentale della geografia e dell’identità europea, secondariamente che il settore agricolo costituisce un comparto di vitale importanza sotto il profilo economico.
Allo stato attuale, molte delle zone rurali europee si trovano ad affrontare sfide significative che comportano spesso costi finanziari e investimenti non trascurabili. Le campagne europee hanno tra l’altro molto da offrire ai cittadini, a partire da materie prime essenziali fino a tesori naturali di cui l’intera comunità può usufruire. Un contesto di questo tipo spinge molte persone a desiderare di trasferirsi o di lavorare nelle aree rurali. Un desiderio che, anno dopo anno, si sta progressivamente ampliando.
Non è un caso che le aree rurali rappresentino una grossa opportunità professionale per i più giovani. Secondo quanto stimato da Coldiretti, solo in Italia negli ultimi cinque anni il numero dei giovani imprenditori agricoli è cresciuto di ben il 14%, con un balzo significativo registrato nel corso del 2020. Nel nostro Paese, gli under 35 sono sempre più attratti dalla campagna a discapito delle altre attività produttive svolte in contesti urbani. A oggi, con oltre 55mila under 35 alla guida di imprese agricole e di allevamenti, l’Italia è leader europea nel numero di progetti rurali condotti da giovani. I dati mostrano con chiarezza che il comparto agricolo può quindi rivelarsi una enorme opportunità per le generazioni future. Quadri analoghi a quello italiano si riscontrano comunque anche nel resto dell’Unione Europea.
Dinanzi a un simile contesto si capisce come l’attenzione nei confronti di politiche di sviluppo rurale si ponga l’obiettivo di permettere alle aree agricole di realizzare il proprio potenziale e di superare le sfide che si trovano attualmente ad affrontare. Sfide che spaziano dall’innovazione come leva fondamentale per la competitività e per la sostenibilità del sistema agricolo fino al sostegno nei confronti dei giovani imprenditori, veri attori del cambiamento e protagonisti di un’agricoltura moderna, multifunzionale e, non ultimo, rispettosa dell’ambiente.
Con tali finalità l’Unione Europa ha messo a punto una politica comune di sviluppo rurale, che lascia tuttavia un ampio margine di manovra ai diversi Stati Membri e alle Regioni, essendo finanziata, in parte dal bilancio centrale dell’Unione e in parte dai bilanci nazionali o regionali degli Stati membri. La politica comune costituisce uno strumento di vitale importanza per accrescere la competitività del settore rurale, per preservare l’ambiente e per stimolare la crescita e l’occupazione nelle comunità agricole.
Il ruolo e gli obiettivi della Rete Rurale Nazionale
In un’Italia rurale, contraddistinta da una programmazione regionalizzata, che spesso si trova alle prese con ostacoli quali livelli di organizzazione e di efficienza disomogenei e discontinui, la Rete Rurale Nazionale occupa un ruolo cruciale di coordinamento:
- favorendo lo scambio di esperienze, di conoscenze e di competenze;
- promuovendo l’innovazione e le opportunità disponibili, con particolare attenzione alla fascia di popolazione più giovane;
- contribuendo a migliorare l’attuazione dei programmi di sviluppo rurale.
Siamo quindi di fronte a un’iniziativa che si configura innanzitutto come una risorsa in grado di valorizzare le potenzialità del territorio italiano. La Rete Rurale Nazionale si pone nel contempo l’obiettivo di individuare i punti critici presenti nella gestione del territorio agricolo stesso, gettando le basi per un miglioramento complessivo della capacità progettuale e della governance.
Le attività previste dal Programma mirano a connettere gli obiettivi definiti dal Piano strategico nazionale (Psn), dagli Orientamenti Strategici Comunitari e dalla Rete Rurale Europea.
Per poter conoscere in maniera più approfondita il Programma della Rete Rurale Nazionale e tutte le sue peculiarità, è possibile visitare il sito ufficiale dell’iniziativa.
Pubblicato da Matteo Di Felice, Imprenditore e Managing Director di IdeeGreen.it, Istruttore di corsa RunTrainer e Mental Coach CSEN certificato, Istruttore Divulgativo Federazione Scacchi Italiana e appassionato di Sostenibilità, il 29 Giugno 2021