Recupero cibo invenduto: l’iniziativa Pasto Buono
Recupero cibo invenduto, è la missione di Pasto Buono, il progetto anti spreco nel settore food nato da una idea dell’imprenditore Gregorio Fogliani, presidente di QUI! Group, azienda attiva il cui core business sono i buoni pasto. Nel 2015, la FAO ha inserito Pasto Buono tra le best practice mondiali, nell’ambito del progetto “SAVE FOOD” contro la fame nel mondo, notando come il Recupero cibo invenduto sia un’ottima strategia per aiutare le persone più bisognose.
Il riconoscimento non fa che confermare il valore di un impegno che la QUI Foundation, onlus nata a Genova e attiva dal 2007 nella raccolta del cibo invenduto, dimostra nel quotidiano. E nel caso di questa realtà voluta sempre da Fogliani non è un modo di dire.
Ogni giorno avviene il Recupero cibo invenduto: si inizia individuando le eccedenze alimentari dai locali della ristorazione, tra ristoranti, bar, tavole calde ma anche gastronomie e negozi di alimentari. La seconda fase è quella della distribuzione del cibo alle famiglie bisognose e alle mense caritative, naturalmente in modo gratuito verso i soggetti che in ogni area sono in difficoltà.
Dal suo avvio ad oggi Fogliani attorno al Pasto Buono ha saputo riunire tanti soggetti sia grandi che piccoli, tutti sensibili nel proprio ambito al tema del Recupero cibo invenduto e tutti disponibili ciascuno con le proprie risorse e il proprio raggio di azione, a dare una mano. E a donare le eccedenza. Accordo dopo accordo, Recupero cibo invenduto dopo Recupero cibo invenduto, in una azione porta a porta capillare ed estesa allo stesso tempo si è arrivati a oltrepassare la quota di 800mila pasti recuperati e donati, di cui 300mila solo nel 2015.
Una gran mano soprattutto a livello di sensibilizzazione l’ha data Expo di Milano, con l’avvio delle Food Policy e la realizzazione della Carta di Milano ma Fogliani si è dimostrato un precursore e nel 2015 il Recupero cibo invenduto di Pasto Buono era già una attività avviata e anche molto bene.
Da subito il progetto ha messo in contatto i locali del food con le Onlus del territorio dando vita ad un circolo virtuoso in cui le eccedenze vengono “salvate” e usate per far del bene. Questo quotidiano Recupero cibo invenduto locale è stato e sarà replicabile ovunque Pasto Buono individuerà locali disposti a donare il loro invenduto. QUI Foundation, ormai esperta li metterà in contatto con la realtà più vicina.
Oltre a numerosissime piccole realtà del mondo del food, Pasto Buono ha conquistato anche grandi partner che si sono mostrati attenti al Recupero cibo invenduto. Il gruppo Cremonini, ad esempio, ha aderito al progetto nel 2015 e partendo dal punto vendita Chef Express di Roma Termini, con l’idea di espandere l’iniziativa nel resto d’Italia, già ha raggiunto Milano ed è solo l’inizio.
Un altro grande alleato di Fogliani è la compagnia Tirrenia che ad oggi mette a disposizione l’invenduto dei ristoranti delle sue navi, donando i pasti nei porti di Genova, Napoli e Cagliari. E anche Civitavecchia dove il Recupero cibo invenduto ha come beneficiari la Comunità di Sant’Egidio e il campo migranti di Roma Tiburtina.
Sembra automatico il fatto che il cibo ancora ottimo, intatto e sano, che gli esercizi food gettano via ogni giorno possa diventare risorsa per chi è in difficoltà, ma tra il dire e il fare si nota la differenza e la differenza la fanno persone come Fogliani che ha reso virtuoso il suo lavorare a stretto contatto con il settore della ristorazione.
Gli è bastato parlare con i gestori per notare il problema dell’invenduto a fine giornata e invece di annuire e dire, “mi rendo conto” è passato all’azione dando vita ad un progetto come Pasto Buono che, oltre ad essere “buono” per Genova, si è dimostrato replicabile all’infinito. L’unico vincolo è che ci siano persone che sulla scia di imprenditori come Fogliani guardino al Recupero cibo invenduto come ad una azione che può dare una gran mano a livello mondiale.
Se lato aziende, il passaparola e la competizione a chi ha il cuore più generoso è ben avviato, ma mai abbastanza, non si può non citare come parte integrante ed essenziale del progetto chi fa del bene per vocazione, ma non senza affrontare difficoltà e imprevisti. Sto parlando delle Onlus attive sul territorio italiano, in particolare quelle delle otto città italiane finora coinvolte da Pasto Buono nel Recupero cibo invenduto: Genova, Milano, Mantova, Roma, Firenze, Civitavecchia, Napoli e Cagliari.
Preziosa, indispensabile, è infatti l’opera gratuita e quotidiana di volontari di Caritas, Croce Rossa Italiana, CSV, e della Comunità di Sant’Egidio che di città in città si prendono carico sia del Recupero cibo invenduto sia della sua conseguente consegna a chi ne ha bisogno.
Se vi è piaciuta questa intervista continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Pinterest e … altrove dovete scovarmi voi!
Ti potrebbero interessare anche
- Legge Antispreco Alimentare
- DHL Express: eccellenza sostenibile
- Scadenza cibi
- Cibi sani ed economici
Pubblicato da Marta Abbà il 11 Giugno 2016