Rebirthing: respirazione, psicoterapia e rischi
Rebirthing, nulla a che vedere con la resurrezione o la reincarnazione se non forse in senso metaforico, dato che questa tecnica mira a dare benessere a chi la pratica e quando si conquista un equilibrio interiore, in un certo senso si rinasce. Vediamo di cosa si tratta e che benefici può dare la pratica del rebirthing, a chi è consigliata e quando.
Rebirthing: respirazione
Non per banalizzare ma si tratta di respirazione, una respirazione che bisogna imparare a fare, certo, e da soli non è facile. Nel caso del rebirthing si può serenamente dire che è necessario rivolgersi ad un insegnante esperto per apprendere ed iniziare a praticare una corretta respirazione. A descriverla, fase per fase, sembra una prassi semplice, ma è molto focalizzata ad una completa consapevolezza del sé e da soli si rischia di auto ingannarsi senza raggiungerla.
Si inizia con una inspirazione consapevole, lenta e profonda, quando i polmoni sono pieni d’aria si passa alla espirazione senza lasciar passare troppo tempo e facendo in modo che il buttare fuori aria sia un gesto naturale e non forzato. Il rebirthing non è una tecnica che forza il nostro corpo obbligandolo ad un ritmo o ad un movimento diverso, innaturale, anzi, dovrebbe farci tornare ad un modo di respirare che ci appartiene come essere umani ma che magari per stress, stanchezza o cattive abitudini, abbiamo smesso di effettuare.
Appena quindi termina l’ispirazione, inizia l’espirazione, così si ottiene un ciclo naturale di aria che ci attraversa in modo dinamico mettendoci in contatto con il nostro io profondo.
Ci sono delle sedute e dei corsi di rebirthing si a livello individuale che di gruppo, oggi è una tecnica abbastanza diffusa ma non troppo, anche se non certo recente. Le origini sono ricercare attorno alla persona di Leonard Orr che assieme al suo gruppo di ricercatori nel 1964 ha iniziato a studiare la respirazione circolare, i benefici e i vantaggi ad essa legati e le tecniche ispirate a questo modo di farsi attraversare dall’aria. In un primo momento, momento che in verità è durato oltre sette anni, il rebirthing era inteso come una tecnica da mettere in atto immersi in acqua calda.
Questo a causa di una errata convinzione proprio di Orr per cui l’acqua, il fluido, era l’elemento essenziale avviare il contatto con il nostro io profondo. Appurato che invece era tutto merito della respirazione, il rebirthing è diventato realizzabile anche fuori dall’acqua e senza alcun elemento fluido, se non l’aria. Respirando in modo circolare, quindi, si può rinascere, se si fa attenzione a non fare pause e a mantenere costante il flusso costante d’aria come se potesse attraversare o accarezzare ogni cellula del nostro corpo. Sono ancora in corso studi e ricerche per approfondire le potenzialità del rebirthing anche dopo 40 anni.
Rebirthing: psicoterapia
Se si riesce ad entrare in contatto con il proprio io, attraverso il rebirthing, entra per forza in gioco la psicoterapia, anche per gestire le conseguenze di quanto emerge quando si respira in modo così consapevole e profondo. Questa tecnica di respirazione è infatti molto utilizzata come strumento pratico ed efficace di consapevolezza, di gestione e di rinnovamento. Troviamo dei richiami anche nelle pratiche Yoga, ci sono analogie strette con il Kriya Yoga, con il Pranayama, con il Kundalini Yoga e con alcune pratiche del taoismo cinese.
Secondo il parere di alcuni psichiatri, inoltre, il rebirthing è legato al concetto di nascita intesa come un evento traumatico che ciascuna creatura vive sulla propria pelle e da cui resta inconsapevolmente influenzato. In occidente questa tecnica è stata introdotta negli anni sessanta come abbiamo visto, in Oriente probabilmente già prima veniva utilizzata, magari con altri nomi e affiancata da altre. Fatto sta che in entrambi i casi vengono riconosciuti i benefici della respirazione così condotta, al di là dell’interpretazione che viene fatta a livello di credenze religiose e spirituali.
Rebirthing: rischi
Non ci sono rischi reali per la salute quando si pratica questo tipo di respirazione che possiamo scegliere di fare solo con il naso o solo con la bocca. In generale è meglio attraverso il naso se si sta cercando di esplorare il proprio io mentre quando si procede con la bocca, si va a stimolare il lato più emotivo. E’ poi un processo che varia da persona a persona e una regola infallibile non esiste.
Sistemati su un materasso, rilassando il proprio corpo, con il rebirthing ci si libera da tensioni e ingorghi emotivi con movimenti sempre più fluidi e naturali. Questo può comportare eccessi di risa o di pianto, tremiti, brividi. Non si tratta di effetti rischiosi, a meno che non reputiamo rischiose le nostre stesse emozioni.
Nel caso le avvertissimo, non ci resterà che accettarle, accettando ciò che l’io profondo, risvegliato con la respirazione, possa esprimersi. Non può che farci bene anche se in un primo momento comprendo che possa risultare spaventoso. Se ci si lascia andare, tutto diventa man mano più spontaneo e famigliare e finiremo per abituarci ad essere in contatto con noi stessi, cosa che non può che essere un bene.
Rebirthing: pericoloso?
Chi sa praticare il rebirthing impara a rilassarsi, a sentirsi a proprio agio e al sicuro ovunque si trova perché in grado di trovare in sé stesso l’armonia invece di cercarla in ciò che lo circonda.
Se in un primo momento il rilassarci potrà sembrarci un abbassare le difese e risultare quindi debole ed attaccabile, poi man mano emergerà il fatto che, in contatto con noi stessi in modo consapevole, diventiamo più forti e meno indifesi di prima. E’ proprio il momento in cui si può liberare l’energia creativa e le emozioni positive che avevamo dentro nascoste.
Tra le varie forme di rebirthing che esistono troviamo quella transpersonale, molto efficace per risolvere disturbi come attacchi di panico, ansia e depressione. La stessa tecnica applicata in acqua calda aiuta a focalizzare l’attenzione sul proprio corpo e sulle sensazioni percepite. In gravidanza il rebirthing già risulta molto utile per trasmettere messaggi positivi al neonato.
Rebirthing: prezzi
Esistono varie tipologie di rebirthing, corsi, workshop e lezioni di gruppo o individuali, per cui indicare un prezzo è difficile. Certo dei prezzi troppo bassi è meglio diffidare ma anche di quelli troppo alti che possono essere altrettanto ingannevoli.
Possiamo iniziare a documentarci con un libro sul “Rebirthing Transpersonale” che illustra come usare le potenzialità del respiro per liberare l’energia. Lo ha scritto uno dei maggiori esperti oggi in Italia, Filippo Falzoni, lo troviamo anche su Amazon a 15 euro. chi soffre della Sindrome di Burnout potrebbe avvicinarsi a questa pratica e trarne beneficio come anche chi soffre di quella del Colon Irritabile
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Pubblicato da Marta Abbà il 25 Luglio 2018