“Negozio di recupero” letteralmente, di giocattoli, sottinteso: Re-Store è un progetto della cooperativa T-Riciclo che permette di acquistare a prezzi etici giocattoli, peluche, libri, carrozzine, giochi da esterno e piccoli arredi. Si tratta di oggetti accuratamente recuperati, selezionati, igienizzati e ri-confezionati, perfettamente in grado di far sognare i bambini. Non è l’unico progetto di Laura Buffa, presidente di T-Riciclo e ideatrice di Re-Store: c’è anche un laboratorio di gioielli, uova di cioccolato e molto altro. Tutto anti-spreco, per regalare ai bambini, oltre che giochi divertenti, anche un mondo migliore.
1) Quando è nato Re-store? Come vi è venuta questa idea?
Re-store si inserisce in un più ampio progetto di commercio etico della cooperativa il T-riciclo nata nel 2000. Nello specifico nasce da una mia osservazione dei modi di consumo nei paesi a capitalismo “estremo”, ovvero negli Stati Uniti e in Gran Bretagna dove ho a lungo vissuto. Dedicarmi in particolare al recupero degli oggetti dell’infanzia si è reso necessario quando avuta una figlia, siamo state letteralmente sommerse da regali, giocattoli e vestiti. Mi sono chiesta “cosa ne faccio dal momento che questi oggetti non terminano il naturale ciclo di vita?”. Mi sono confrontata con altre mamme e amiche con le quali ho dato poi vita alla Cooperativa il T-Riciclo.
2) Come funziona il progetto sui giocattoli? Come li recuperate?
Venendo da Paesi altamente organizzati nell’organizzazione del ciclo dei rifiuti, inizialmente ero shoccata nel vedere cumuli di giocattoli e oggetti virtualmente nuovi presso i cassonetti dell’immondizia del quartiere dove abito a Roma e non nego che più volte li ho raccolti per riportarli “in vita”. Poi, con la Cooperativa, abbiamo sistematizzato la raccolta attraverso una diffusione di volantini e il passaparola, andando a domicilio. Alle famiglie non sembra vero di poter liberare le camerette dei bambini solo con una telefonata, i cassonetti sono un po’ meno ricolmi e i giocattoli, le cui plastiche NON sono riciclabili, non finiscono in discarica!
3) Quali tipi di giocattoli ricevete più frequentemente? E quali sono i più richiesti?
Siamo letteralmente sommerse dai peluche, dalle Barbie ma anche dalle minutaglie, pezzi rotti ecc. Alcuni li recuperiamo per ricostruire con i pezzi mancanti i giocattoli che abbiamo in magazzino. E poi abbiamo inventato l’iniziativa Uovo Ricioccolato per smaltire i peluche: è un uovo di Pasqua in cioccolato biologico che confezioniamo con i nostri magnifici pupazzi igienizzati e li vendiamo durante il periodo di Pasqua attraverso le catene di negozi biologici. 100 Barbie, nostro orgoglio personale, sono state tutte reinventate con abiti fatti a mano da noi e sono oggetto della mostra itinerante Barbie-ionia, I mille linguaggi di una bambola, infine i pezzi rotti, irrecuperabili e le minutaglie sono la linfa dei nostri laboratori di reinvenzione del giocattolo, creati per avvicinare i bambini alla tematica del non spreco e all’educazione ambientale.
4) Chi sono i vostri utenti?
Le famiglie di Roma e dintorni ma anche le scuole dove si organizzano punti di raccolta sono i nostri fornitori. Abbiamo tentato per anni di rivolgerci al consumatore comune con la proposta di acquisto di un nostro giocattolo, usato, sì, ma impeccabilmente riportato a nuovo, igienizzato e riconfezionato. Purtroppo da noi c’è un pregiudizio e un po’ di provincialismo che condiziona la scelta di un giocattolo recuperato come regalo. Perciò abbiamo corretto il tiro e lavoriamo con le Istituzioni. A Natale organizziamo con la Provincia di Roma l’iniziativa “Metti un T-Riciclo sotto l’albero”, per la raccolta, l’igienizzazione e la ridistribuzione di giochi ai bambini dei centri anti-violenza gestiti da Solidea. Forniamo anche i giocattoli per i bambini di Rebibbia.
5) Organizzate anche feste e animazione, con “attenzione alla cittadinanza responsabile”: qualche esempio?
Siamo in grado di intrattenere i bambini dai 4 ai 10 anni con attività ludiche per un intero pomeriggio! Dalla favola ecologica teatrale, animata da Fulvia, nostra socia che si occupa di teatro educazione, al laboratorio di re-invenzione del giocattolo , a quello della semina tenuto in lingua inglese, per i bambini “curiosi di natura”.
6) E l’iniziativa “Alter Equo” in cosa consiste?
Alter Equo è la naturale evoluzione in senso commerciale della cooperativa. Nel 2011 abbiamo vinto un finanziamento di Roma Provincia Creativa con un progetto di upcycling ed artigianato artistico. Abbiamo una squadra di donne artigiane che lavorano materiali come il PET delle bottiglie di plastica e con i piccoli oggetti che raccogliamo dalle case, ne facciamo bijoux, oggetti di design per la casa e accessori di abbigliamento per bambini. Li vendiamo in rete con il nostro sito di e-commerce che si rivolge ad una platea globale di nuovi consumatori consapevoli. Il sito rinnovato, partirà in occasione della Giornata Mondiale della Terra, il prossimo 22 Aprile (www.alterequo.com).
7) Dal vostro “osservatorio” come è cambiata la sensibilità su temi di riciclo e sostenibilità ambientale nei cittadini che incontrate?
In Italia siamo ancora maledettamente indietro. Nonostante gli sforzi educativi nelle scuole, opera instancabile di maestre ed insegnanti “visionari”, la cittadinanza è ancora profondamente ostile ai temi della sostenibilità e l’emergenza ambientale li riguarda solo se è nel loro giardino. Sento molto poco i nostri rappresentanti istituzionali parlare di “green economy”, di politiche della sostenibilità, di energie rinnovabili, di riduzione dei consumi energetici. Pensare che una determinazione dell’International Labour Organization dell’ONU parla di una necessaria ed improrogabile virata dell’economia e della produzione industriale in direzione “green”, entro il 2020!…Siamo maledettamente indietro!!!!