Ragno volante: pericoloso ma anche utile per ispirare i nuovi robot
Parlare di ragno volante sembra quasi come parlare di asini volanti, un’utopia ed è effettivamente così tranne che per una eccezione, proprio quella che vogliamo raccontare non solo per la stranezza che questa creatura ha in sé ma anche per il contributo che potrebbe dare all’innovazione e alla tecnologia nel futuro prossimo. Dobbiamo la scoperta del ragno volante ad un biologo di nome Rechenberg dell’Università di Berlino, che lo ha individuato parecchi anni fa nel deserto, in una delle sue tantissime spedizioni alla ricerca di animali.
Questo studioso amava scovarne dei più strani e non solo li descriveva ma ne indagava le abitudini, la sua curiosità era rivolta soprattutto ai meccanismo che alcuni esseri viventi mettono in atto, alle caratteristiche fisiche e comportamentali che sviluppano, per sopravvivere in luoghi con un clima e delle condizioni al contorno molto particolari. Si tratta spesso di meccanismi per risparmiare energia oppure per procurarsi del cibo, oppure ancora per sfuggire ai predatori, tutte necessità che sono questione di vita o di morte .
Ragno volante: caratteristiche
Il ragno volante ha un nome vero, diverso da questo che suona un po’ da super eroe: Cebrennus Rechenbergi. E’ stato scoperto nel deserto del Marocco ed è diventato famoso per la sua capacità di fare degli straordinari balzi, delle vere e proprie acrobazie che mai nessuno si sognerebbe di pretendere da un ragnetto. Fa parte della famiglia delle Sparassidae, appartenente all’infraordine Araneomorphae.
Dal greco σπαράσσω, sparàsso significa “essere preso da convulsioni”, si può collegare ai movimenti e ai dimenamenti che questo tipo di ragni mette in atto sia ad esempio quando li si afferra oppure nel momento del corteggiamento. Di solito si tratta di ragni di dimensioni considerevoli, alcuno arrivano anche a 30 centimetri con le zampe distese ma non è il caso del nostro ragno volante.
Non si tratta di una famiglia pericolosa per l’essere umano che può essere attaccato solo se se lo merita e mette in pericolo la loro vita, d’altro canto anche se accade, il morso non avrebbe delle grandi conseguenze sulla nostra salute. Il nostro ragno volante ha dei colori scuri, un po’ tutta la sua famiglia sfoggia sfumature che possono andare dal marrone al grigio, ad eccezione, c’è solo una eccezione, la Micrommata virescens, che propone un forte colore verde e solo per ragioni di mimetismo.
Un ragno con le ali pericoloso
L’idea di un ragno che è in grado di fare dei salti e dei balzi cogliendoci magari di sorpresa quando noi stiamo invece facendo tutto per evitarlo, non è certo rassicurante. Questo riesce addirittura a saltare a 6,6 metri di distanza che se ci pensate è tantissimo per un ragnetto, un vero acrobata. Non dobbiamo però allarmarci più di tanto per due principali motivi. Prima di tutto perché è un comportamento che mette in atto più che altro per sfuggire dai propri predatori e non tanto per andare all’attacco, men che meno dell’uomo. E poi il suo morso non è così pericoloso come potrebbe sembrare .
Ragno volante: come fa a volare
Reichenberg dopo aver scoperto questa nuova creatura del deserto del Marocco si è molto dedicato allo studio dei suoi movimenti vedendolo balzare in aria a oltre 6 metri di distanza e con una velocità che va raddoppiando”. Se andiamo a studiare i dettagli di questa performance circense possiamo accorgerci che il ragno volante lancia la sua tela riuscendo ad aggrapparvisi in volo e il tutto per salvarsi la vita.
Questa straordinaria mossa gli costa parecchia energia, infatti non può metterla in atto tutte le volte che vuole come se nulla fosse. Se lo può permettere massimo 4 volte, già alla quinta le energie gli verrebbero a mancare, soprattutto in un deserto come quello in cui vive in cui le condizioni non sono particolarmente favorevoli.
Il ragno volante ispira i nuovi robot
Oltre ai biologi, questa creatura di fresca scoperta ha appassionati anche gli scienziati ed è diventata oggetto di studio di chi si occupa di robotica. Il Cebrennus Rechenbergi potrebbe quindi diventare un modello naturale per le nuove macchine che aspirano a muoversi con agilità sulla sabbia con il massimo risparmio di energia. La comprensione del meccanismo, della dinamica, che lo porta a raggiungere la velocità di addirittura 2 m/s potrebbe far nascere dei nuovi robot con delle capacità di movimento e di adattamento per adesso ancora inedite
Habitat del ragno volante
Il nostro ragno volante è stato trovato in una zona del Marocco sudorientale chiamata Erg Chebbi (in arabo: عرق الشبي). Si tratta di una duna, (erg), una delle due formatesi dalla sabbia portata dal vento, l’altra è l’Erg Chigaga presso M’hamid. Queste “colline di sabbia” possono arrivare a circa 150 metri di altezza e sono sparse in un’area di 22 Km da Nord a sud e di 5–10 km da Est a Ovest.
Nel nostro caso il centro abitato di riferimento per trovarle è Erfoud, a circa 60 km verso nord, opure c’è Rissani, a circa 40 km da Merzouga, centro turistico più che altro locale, vicino al limite delle dune. Andando sul posto si possono anche effettuare delle escursioni a dorso di dromedari nel deserto, addentrandosi per diversi chilometri all’interno dell’Erg, fino a perdere di vista il villaggio, magari alla ricerca del nostro ragno volante che non è però così facile da incontrare, soprattutto se non si è dei biologi frequentatori abituali di queste zone.
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Pubblicato da Marta Abbà il 1 Novembre 2020