Scopo di un impianto di raffrescamento è quello di diminuire la temperatura e l’umidità immettendo aria fresca a umidità controllata. Questo perché un ambiente è confortevole solo quando la temperatura, ma anche l’umidità e la velocità dell’aria in circolo sono quelle giuste.
Il benessere termoigrometrico è una questione di equilibri: se fa troppo caldo, l’umidità è troppo alta o troppo bassa o la velocità dell’aria immessa è eccessiva, non si hanno condizioni di comfort.
Poiché l’umidità influenza notevolmente la sensazione di caldo e di freddo, un aspetto importante del raffrescamento è la capacità di regolare l’umidità anche nella stagione fredda mitigando l’azione di termosifoni e convettori. Non consegue che il condizionatore non serve solo a produrre il fresco, ma anche e forse soprattutto a correggere l’umidità dell’aria.
La temperatura giusta
Il freddo negli ambienti non fa bene, ma il caldo può essere addirittura peggio perché più difficile da contrastare. I disturbi legati a una temperatura troppo alta sono una maggiore tendenza all’affaticamento sia fisico sia mentale, la perdita eccessiva di liquidi, scarsa concentrazione e mal di testa.
Attenzione però a non esagerare. Quando fuori ci sono 3-35°C, la giusta temperatura in casa e in ufficio è intorno ai 26°C (non oltre i 5°C di differenza rispetto all’esterno). Le soluzioni da adottare per arrivare a questo valore sono il buon isolamento termico dell’ambiente e un buon impianto di riscaldamento e raffrescamento.
L’umidità giusta
Un’aria troppo secca provoca pelle secca, difficoltà a deglutire e mal di testa. Ma anche un’umidità eccessiva influisce negativamente sullo stato di benessere delle persone, che percepiscono una temperatura superiore a quella effettiva ampliando i disagi sia del caldo sia del freddo.
Un buon impianto di raffrescamento e climatizzazione deve garantire un valore di umidità relativa compreso fra il 30% e il 70%, con valori ottimali compresi tra il 50% e il 60 per cento.