Rafano, radice piccante: proprietà e coltivazione
Il rafano rusticano, anche noto come barbaforte o cren, è una pianta erbacea perenne delle Crucifere, nota scientificamente come Armoracia rusticana, Cochlearia armoracia. Il rafano viene coltivato per la sua radice piccante.
Informazioni sulla pianta di cren, coltivazione, semina, cure e come fare la salsa di rafano (Cren o rafanata). Proprietà delle radici piccanti e dell’olio estratto.
Cren o rafanata
In realtà, il termine kren o cren è usato impropriamente per indicare la pianta di rafano. Il termine cren è il nome usato per indicare la salsa che si ottiene dalla lavorazione delle radici di rafano.
Il cren (o salsa di rafano) è molto diffusa soprattutto al Nord Italia tanto che è entrata a far parte nella cultura culinaria del Triveneto. In Basilicata e nel centro Italia, la salsa di rafano è nota con il nome di rafanata.
Salsa di rafano: ricetta
Come fare la salsa di rafano? Ogni località ha la sua ricetta. Ecco la ricetta della salsa cren più usata nel Nord Italia. Con la salsa di rafano si possono arricchire salsicce, bolliti, arrosti… anche verdure grigliate.
Ingredienti della ricetta salsa di rafano:
- 100 gr di radice di rafano o barbaforte
- 80 ml di aceto bianco
- 1 cucchiaino di zucchero
- un pizzico di sale
Per fare la salsa di rafano ti basterà grattugiare la radice freschissima, stemperarla con aceto, zucchero e un pizzico di sale.
Puoi sostituire completamente o parte dell’aceto con della panna acida. Una salsa al rafano (più dolce) si prepara mescolando la purea di barbabietola rossa e le radici grattugiate del barbaforte.
Il rafano grattugiato può anche aromatizzare formaggi come la ricotta!
Radice di rafano
Il rafano è una pianta rustica e perenne che presenta foglie grandi e ruvide dal colore verde intenso. Il rafano raggiunge un’altezza media di 50 cm, è una pianta originaria dell’Europa centro-orientale ma è diffusa comunemente nelle coltivazione di tutta Europa, Asia e Nordamerica.
Il rafano si coltiva per la radice a rizoma famosa per le sue proprietà e il suo uso in cucina.
Coltivare il rafano in Italia è possibile, basterà prendere delle piccole precauzioni: la pianta non ama la siccità quindi durante i mesi poco piovosi bisognerà procedere con opportune irrigazioni. Per questioni pratiche, il rafano, in Italia, si coltiva come pianta annuale e non perenne.
Per la coltivazione del rafano scegliete un terreno ben drenato e fertile.
Pianta di rafano: semina
Quando seminare il rafano? Il periodo migliore per la semina è il mese di febbraio, la semina può essere fatta in piena terra o in ambiente controllato. Procedete con la semina del rafano in piena terra solo se il terreno è sufficientemente soffice: per la semina in piena terra dovrete provvedere alla preparazione del terreno alcuni mesi prima.
Al momento della messa a dimora, scegliete una posizione soleggiata o a mezz’ombra. Le piantine di rafano vanno messe a una distanza di 30 cm l’una dall’altra, mentre tra una fila e l’altra dovranno esserci circa 50 cm. I primi fiori appariranno a inizio estate, si tratta di piccoli fiorellini bianchi con quattro petali disposti in croce e riuniti tra loro in racemi.
Curiosità: altre piante appartenenti alla stessa famiglia del rafano (Crocifere) sono il cavolo, la senape, la rapa e il ravanello.
Dopo circa 4 settimane dalla semina si formano le prime piantine da mettere a dimora.
Coltivare radici di rafano
Per la coltivazione dei rafani si consiglia di concimare il terreno in autunno, con letame maturo o solfato di ammonio.
Sesto di impianto: sono richiesti 60 cm di spazio tra una pianta e l’altra.
Quando raccogliere il rafano? Le radici si raccolgono in autunno, quando le foglie iniziano a seccare. Sempre in autunno è possibile raccogliere le radici di rafano più robuste e mettere da parte le radici più esili per la nuova messa a dimora.
Il rafano è sensibile a malattie fungine come la peronospora e al virus del mosaico. Per prevenire le malattie, è importante rispettare la distanza tra le piante vista in precedenza.
Rafano: proprietà
Tra le principali proprietà nutrizionali del rafano segnaliamo l’alto contenuto di Vitamina C e B1 e una modesta quantità di olio essenziale che varia dallo 0,5 all’1%.
La radice di rafano è ricca di composti glucosinati come la gluconasturtina, singroside e la glucoclearina, se questi nomi non vi dicono nulla, vi basterà pensare che attraverso la loro idrolisi si possono ottenere sostanze utili nel campo della fitoterapia. Per quanto riguarda l’apporto calorico, si stima che ogni 100 grammi di rafano contenga all’incirca 35 kcal.
Il rafano è famoso per il suo impiego in cucina ma anche in fitoterapia grazie alle sue proprietà terapeutiche.
La radice di rafano trova impiego come rimedio naturale nel trattamento dei reumatismi, bronchiti e altre difficoltà respiratorie. Nella cosmesi naturale e in ambito della medicina popolare, il rafano è impiegato come rimedio contro le macchie della pelle, le dermatosi dell’herpes e l’alopecia.
Altre proprietà terapeutiche lo vedono impiegato per stimolare la diuresi, trattare lievi infezioni a carico delle vie urinarie e per favorire la digestione. Non è un caso l’abbinamento tra la salsa di rafano e le carni grasse: il rafano aiuterebbe l’organismo a digerire il pasto.
Radice di rafano: controindicazioni
Il rafano è controindicato per chi soffre di problemi gastrici, disturbi renali, bruciore di stomaco e ulcere. Inoltre è sconsigliato alle donne in gravidanza.
Rafano: radici e foglie
Oltre all’uso crudo (salsa di rafano o cren), il rafano si può consumare cotto. Certo, per sfruttare al meglio le proprietà del rafano è consigliato usarlo crudo.
Oltre alle radici piccanti, del rafano si possono consumare le foglie. Se le radici di rafano si raccolgono in autunno, le foglie si raccolgono in primavera. Si prelevano i getti laterali, le foglie più giovani da tagliare, lessare in acqua bollente per un paio di minuti e poi saltare in padella e usare da contorno per qualsiasi portata.
Olio di Rafano: benefici
Molto importante è l’olio di rafano: usato come antimicrobico. L’olio essenziale di rafano contiene composti allilici e olio di selenio 2-feniletilene. All’olio di rafano sono state riconosciute proprietà antibatteriche.
Libri consigliati sul Rafano
Un ottimo libro che illustra sia come coltivare il rafano, sia i tanti usi in ambito alimentare. Per tutte le informazioni sul libro, rimando alla pagina Amazon: “Il Cren“.
Pubblicato da Anna De Simone il 18 Giugno 2020