La raccolta del polline non è come quella del miele, è una operazione che richiede maggiore attenzione ed anche meno nota e praticata. Anche una volta effettuata, è necessario trattare con massima cautela il polline ottenuto, da conservare una volta congelato, in vasetti, oppure può essere essiccato. Il polline tra tutti in “prodotti” delle api, è forse quello che si pensa meno utile a noi direttamente, lo si collega di più ai fiori e agli altri insetti, in verità ci sono molti modi per utilizzarlo a nostro beneficio diretto.
Raccolta polline: periodo
Non si può improvvisare la raccolta del polline come se si andasse in un supermercato a comprarlo o ad un distributore di benzina a fare il pieno. Va rispettato il ritmo delle api che ce lo regalano in modo da non turbare i loro equilibri.
Questi animaletti usano il polline per nutrire la covata, prima di iniziare la raccolta del polline per non rubarlo alle famiglie delle api, dobbiamo controllare che le scorte siano sufficienti per tutta la covata. Altra verifica da effettuare prima di procedere, è quella sulla presenza di fuchi a tutti gli stadi di crescita.
Raccolta del polline e trappole
Per conservare il polline le stesse api lo insilano e lo fanno fermentare, anche noi dobbiamo fare in modo di non sprecarlo soprattutto quando lo raccogliamo con le trappole e non ha ancora subito alcuna procedura. E’ ancora molto sensibile e delicato ed è importante che non assorba eccessiva umidità, va essiccato velocemente e tenuto ad una temperatura bassa.
Le trappole per la raccolta del polline sono poste all’entrata o sotto l’arnia a seconda del modello e di modelli ne esistono numerosi e tutti sono da attivare solo per uno-due giorni e solo per alcune ore al giorno, in modo da non far cessare l’afflusso di polline fresco nel nido.
In primavera o in estate, le trappole per il polline vengono sistemate e attivate dopo un paio di giorni, al mattino inoltrato, fino al primo pomeriggio, controllando che ci siano dei fori dedicati all’uscita continua dei fuchi in modo che non siano prigionieri per l’intera giornata, o quasi.
Raccolta del polline: api
Abbiamo parlato finora di polline, dando per scontate le sue caratteristiche e le indiscutibili sue qualità. Non è affatto ovvio che siano note a tutti, anche perché tra i vari prodotti è uno dei meno noti rispetto al miele, con i suoi usi alternativi, e alla pappa reale. Il polline è una polvere fine prodotta dalle piante, le api la raccolgono per produrre pappa reale e nutrimento per le larve.
Resta quindi un alimento ricco di vitamine e sali minerali, con gli 8 aminoacidi essenziali e alcune sostanze antiossidanti, per questo viene considerato un ottimo ricostituente, una sostanza tonica che aiuta le difese immunitarie, migliora le funzioni intellettuali e contrasta l’anemia. Fa bene anche alla pelle e riattiva il metabolismo.
Raccolta polline: metodi
Abbiamo accennato alle varietà di trappole tra cui possiamo scegliere per compiere la raccolta di polline, tutte hanno un prezzo abbastanza accessibile, dai 10 ai 40 euro. Il principio di funzionamento è lo stesso, le si sceglie con l’aiuto di un esperto, se non lo siamo noi, a seconda del tipo di arnia a disposizione e del budget.
Tutte le trappole vanno sistemate con la tecnica già spiegata ma l’efficienza di raccolta cambia, con il tipo di trappola e anche con il tempo, oscillando fra valori che vanno dal 3% fino ad arrivare al 25%. Spesso è a decrescere con il tempo perché le api si adattano alla trappola e riempiono sempre meno le loro cestelle, facendo arrivare all’interno dell’arnia sempre più polline.
Raccolta di polline e ricette
Il miele è un ingrediente molto utilizzato nella cucina, in quella greca ad esempio, ma anche nella nostra italiana. Il Polline molto meno, non è così semplice da usare ma nemmeno impossibile.
Proviamo questa ricetta di “pasta fresca” con farina di frumento tenero 00 con del polline nell’impasto oltre a pecorino e miele. E’ un piatto da servire con un brodo aromatizzato con noci, timo, rosmarino, melissa e pepe di Sichuan, per lo meno così dice la ricetta originaria,
Per cucinare questo piatto servono 200 g di farina 00 per pasta fresca, 80 g di tuorli d’uova a temperatura ambiente, 25 g di polline in polvere, 150 g di pecorino romano, 2 cucchiai di miele di castagno, 150 g di noci, 400 ml di brodo di gallina, 50 g di Parmigiano Reggiano, 10 g di timo e altrettanti di rosmarino e di melissa, un po’ di pepe di Sichuan e di pepe nero del Sarawak.
Messa la farina su un piano, vanno versati una alla volta i tuorli d’uovo con sale e polvere di polline e bisogna poi mescolare con una forchetta, prendendo man a mano la farina dai bordi. L’impasto va lavorato finché non è liscio e compatto, poi lo si avvolge nella pellicola trasparente perché riposi un’oretta mentre prepariamo il brodo tostando le noci da mettere in infusione in 300 ml di brodo, insieme alle erbe aromatiche e al pepe di Sichuan.
Con il brodo rimanente si fanno sciogliere a bagnomaria i formaggi, aggiungendo il miele e frullando. Stesa la pasta vanno disegnati i cerchi per creare i “bottoni” di polline con al centro il ripieno di formaggi e miele. Con una sfoglia sottile si copre e si confezionano i bottoni ripieni da cuocere pochi minuti nel brodo aromatizzato bollente e da servire conditi.
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