Raccoglitore di semi di piante spontanee: la biodiversità ha un valore inestimabile dal punto di vista ecologico, economico e culturale. Negli ultimi decenni stiamo assistendo a una continua perdita di diversità globale, il sistema migliore per limitare i danni prevede la protezione delle specie e dell’habitat naturale in cui prosperano. Un altro modo per salvaguardare la biodiversità consiste nella conservazione della specie al di fuori dell’habitat naturale; un raccoglitore di semi di piante spontanee ha proprio il compito di “raccogliere”, organizzare e consegnare lotti di semi a una banca del germoplasma, dando la precedenza a quei semi appartenenti a specie a rischio di estinzione.
I semi, una volta conservati, potranno essere impiegati per attività di ricerca, sperimentazione, reintroduzione e rafforzamento di popolazioni in rapido declino. I semi raccolti potrebbero essere impiegati anche per “rinaturalizzare” un habitat degradato.
Un raccoglitore di semi di piante spontanee deve essere in grado di affrontare diverse problematiche ma soprattutto deve avere un’ottima conoscenza delle specie spontanee che andrà a “raccogliere”: le specie spontanee mostrano una grande eterogeneità genetica e fisiologica, la variabilità genetica reale del campione raccolto potrebbe essere diversa da quella ipotizzata.
Raccoglitore di semi di piante spontanee, i permessi
In Italia, quasi tutte le regioni e le province autonome dispongono di specifiche norme a tutela della flora protetta a cui va fatto specifico riferimento: tutte le raccolte devono essere svolte solo se in possesso delle necessarie autorizzazioni.
Anche gli appassionati, prima di prelevare qualsiasi cosa in natura dovrebbero appellarsi al buon senso: raccogliendo semi e piantandoli altrove, si può facilmente inquinare il genotipo di altre popolazioni della stessa specie, causandone l’indebolimento e possibili rischi alla stessa sopravvivenza della pianta.
Per questo motivo è importante avviare un’attività di raccoglitore di semi di piante spontanee solo previa richiesta di autorizzazione. A livello nazionale, l’autorizzazione è rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che fa riferimento alla Società Botanica Italiana. A livello locale, come premesso, bisognerà fare riferimento alle amministrazioni regionali o alle province autonome. Per la raccolta all’interno dei parchi nazionali bisogna ottenere una speciale autorizzazione da questi ultimi. Ottenere i permessi di raccolta può richiedere molto tempo, si raccomanda quindi di presentare la richiesta con il dovuto anticipo.
Oltre alle autorizzazioni, un buon raccoglitore di semi di piante spontanee dovrebbe effettuare ricerche dettagliate sulle specie da raccogliere. Per ottenere il maggior numero di informazioni è bene consultare flore locali e regionali, checklist, database e monografie. In Italia è possibile fare riferimento alla checklist di Conti et al, ma anche agli erbari, ai giardini botanici, musei naturalistici e università.
Tutte le informazioni utili a chi sta per svolgere un’attività di raccoglitore di semi di piante spontanee, possono essere reperite nel “Manuale ENSCONET per la raccolta dei semi delle piante spontanee”. Il manuale comprende tecniche di raccolta, profilassi per richiedere le autorizzazioni, suggerimenti e informazioni di ogni sorta.
Manuale ENSCONET per la raccolta dei semi delle piante spontanee
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Nella foto in alto: Asclepias syriaca
Nella foto centrale: Gary Kauffman, US Forest Service.