Quando finirà il Coronavirus COVID-19? E’ la domanda che ci stiamo ponendo tutti. Da qualche giorno, non solo in Italia ma in tutto il mondo, visto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente dichiarato lo stato di pandemia mondiale.
Nel mio articolo di oggi cercherò di rispondere a questa domanda, sempre citando le evidenze scientifiche ma anche ragionando a “mente aperta” e cercando di riflettere su cosa potrebbe comprendere una risposta corretta sulla “fine del Coronavirus“.
Oggi, al momento in cui scrivo questo articolo, è il 20 marzo 2020 e la situazione in Italia è estremamente critica. Ieri abbiamo raggiunto il numero massimo di contagi rilevati in un solo giorno e il numero complessivo di decessi avvenuti in Italia ha superato quello della Cina.
(ricordo il link alla mappa interattiva a cura del Center for Systems Science and Engineering (CSSE) della Johns Hopkins University (JHU) in cui potrete monitorare l’evolversi dei contagi, dei casi attivi e dei decessi per ogni stato del mondo)
Il numero di casi di malati di Coronavirus COVID-19 in Italia è a oggi di 41.035. E’ molto importante ricordare che questo numero comprende solo il numero di casi registrati relativi a persone ricoverate negli ospedali italiani o che hanno fatto il tampone avendo un esito positivo.
A oggi non è possibile richiedere di sottoporsi al tampone a domicilio.
Ieri, Vittorio Demicheli, Epidemiologo, Dirigente Sanitario e membro dell’Unità di crisi sanitaria della Regione Lombardia (la regione più colpita dal virus in Italia a oggi), ha dichiarato al Corriere della Sera: “Non sappiamo quanti pazienti si sono contagiati senza sviluppare sintomi del Coronavirus o manifestando una normale influenza. Nel tempo l’aumento dei contagiati ha portato a spostare il testo con tampone al momento del ricovero.”
Questa affermazione ci deve far capire che a oggi non sappiamo ancora quanti sono realmente le persone contagiate in Lombardia e in tutta Italia e di conseguenza non sappiamo quando l’infezione da Coronavirus COVID-19 raggiungerà il suo punto di picco, informazione fondamentale per poter poi prevedere quando l’infezione inizierà la sua regressione.
Se guardiamo all’esperienza di chi questo “incubo” lo ha già vissuto, ovvero la Cina e in particolare la città di Wuhan, città più popolosa della provincia di Hubei, sappiamo però che dal 23 gennaio (data in cui è stata dichiarata la quarantena da Coronavirus per l’intera città) a oggi, quindi in soli 2 mesi, l’infezione di Coronavirus è stata fermata. Ieri infatti NON sono stati rilevati nuovi casi di Coronavirus COVID-19 in tutta la Cina.
Ma allora la risposta a “Quando finirà il Coronavirus in Italia” potrebbe essere: “2 mesi“?
Purtroppo non è detto perché le misure prese in Italia fino ad oggi sono state molto diverse e molto diverse sono state le pene previste per i trasgressori.
In Cina dal 23 gennaio è stato di fatto imposto “un vero e proprio coprifuoco” con sospensione di tutti i trasporti pubblici all’interno e in entrata e uscita dalla città, con divieto per tutti gli abitanti di uscire dalle proprie case. Per i trasgressori è stato previsto l’arresto immediato con una detenzione fino a 10 giorni.
Queste misure sono state prese appena il numero di contagiati ha iniziato a crescere. La popolazione le ha rispettate e il contagio si è gradualmente fermato.
In Italia invece l’approccio è stato molto più “leggero”: all’inizio addirittura non sono mancate dichiarazione dei politici di entrambi gli schieramenti che minimizzavano l’epidemia da Coronavirus Covid-19 (io ho annotato tutte le interviste con nomi e virgolettati ma chi se ne ricorderà alle prossime elezioni?) e che la paragonavano a una “semplice influenza” senza capire la gravità legata all’elevata contagiosità e all’incapacità del nostro sistema sanitario di offrire adeguate cure a tutti coloro che si sarebbero ammalati contemporaneamente, soprattutto per mancanza di posti letto nei reparti di rianimazione e per carenza di materiali protettivi sanitari e di personale qualificato, preparato per assistere i malati.
Questi gravissimi errori da parte dei nostri governanti hanno portato alla situazione odierna.
Io sono un runner appassionato ma da 2 settimane mi alleno a casa e non mi verrebbe mai in mente di uscire di casa a correre. Eppure dalla finestra continuo a vedere persone che escono per “una corsetta” o una “semplice passeggiata”. Persino persone che al 90% “runner non erano mai stati” ma che potendo restare a casa dal lavoro o dallo studio e non avendo meglio da fare, hanno deciso di uscire per una corsa.
Le motivazioni consentite dall’autocertificazione richiesta dal nostro governo (rendetevi conto del paragone Italia-Cina: “autocertificazione” contro “coprifuoco con arresto e detenzione fino a 10 giorni“!!!) hanno così portato alla moltiplicazione dei soliti “furbetti all’italiana” che sfruttavano la giustificazione di “andare a fare la spesa” o “portare il proprio cane a fare i bisogni” per stare in giro per ore.
Il risultato? Migliaia di nuovi contagi ogni giorno, anche dopo che il governo aveva varato le prime misure.
Prima di chiederci “quando finirà il Coronavirus” dovremmo quindi chiederci “quando finirà il comportamento stupido e irresponsabile di gran parte dei nostri concittadini”. Poi potremo iniziare a capire il numero reale di contagiati, la data di possibile picco e il tempo necessario per arrestare l’epidemia e tornare molto gradualmente alla “normalità”.
Tra i grafici più importanti per far capire alla popolazione cosa bisogna fare per “far finire il Coronavirus” vi propongo qui di seguito quello elaborato dalla Johns Hopkins University che mostra in modo estremamente evidente come il tasso di crescita dell’epidemia tende rapidamente a diminuire a seguito di provvedimenti “drastici” messi in atto dai governi relativamente a: quarantena rigorosa, stop a tutte le attività non necessarie alla sussistenza e alle cure mediche e norme “forti” per far rispettare le norme igieniche di prevenzione come il rispetto della distanza di sicurezza, la protezione tramite maschere e una scrupolosa igiene personale.
Hong Kong e Singapore ad esempio hanno immediatamente limitato il contagio e Giappone e Corea del Sud lo hanno rallentato.
Sembra invece che tutti i paesi Occidentali abbiano sottovalutato il problema generando curve di crescita molto “ripide”.
Molti politici tra cui Donald Trump, presidente degli Stati Uniti d’America, e Boris Johnson primo ministro del Regno Unito, dopo aver adottato posizioni “arroganti” e “quasi dispregiative” verso i paesi che avevano messo in atto provvedimenti severi per contrastare il Coronavirus, sono dovuti tornare sui loro passi e annunciare misure di severità crescente analoghe.
Una risposta ancora diversa è quella nel caso in cui si cerchi una risposta alla domanda “quando finirà il Coronavirus per l’economia” o più in generale quando finiranno gli effetti dell’epidemia di Coronavirus sul nostro tenore e stile di vita.
Purtroppo, in questo caso, la risposta è che potrebbero volerci anni per riportare l’economia ai livelli precedenti a quelli dell’epidemia di Coronavirus e per quanto riguarda gli “stili di vita” è possibile che certe abitudini siano destinate a cambiare in modo permanente.
Il fatto di avere più cura all’igiene personale e più rispetto per il prossimo, il fatto di rispettare e stimare di più medici e dottori in relazione a calciatori e personaggi dello spettacolo, il fatto di tornare a riconsiderare l’importanza di studiare, anche educazione civica, comprendere l’importanza del rispetto delle norme.
Io spero che tutti ci ricorderemo il lavoro senza sosta, senza orari e senza paura, di medici e infermieri che ogni giorno stanno rischiando la loro vita per curare le persone infette, ricevendo uno stipendio di poco superiore ai 1.000 Euro al mese.
Io spero che i tifosi non dimentichino la differenza di comportamento di un calciatore che resta in Italia, chiuso in casa come tutti, rispettando la quarantena (es. l’interista Romelu Lukaku) e un calciatore che se ne torna in Argentina con un jet privato violando le norme sulla quarantena a lui imposta (es. lo juventino Gonzalo Higuain).
I soldi non sono tutto nella vita. Prima deve venire sempre la salute … ma anche l’altruismo, l’etica, lo spirito di abnegazione, la professionalità, la stima e il riconoscimento verso chi ha studiato ma anche la stima per persone che svolgono mansioni “più banali e operative” come chi consegna cibo a domicilio, chi lavora alla cassa dei supermarket, chi lavora in catena di montaggio, magari per produrre mascherine antivirus o altri dispositivi come respiratori in grado di salvare vite.
Dovremo anche capire che ridurre il livello di inquinamento è vitale per ridurre la probabilità di vedere nuovi virus nascere e soprattutto diffondersi con facilità nelle nostre megalopoli. E’ stato provato che l’inquinamento aumenta la probabilità di diffusione di un virus. Fare sport con moderazione e costanza ci permette di avere un sistema immunitario più forte: evitiamo di iniziare a correre proprio quanto non bisogna farlo ma pensiamoci prima!
… e mi auguro anche che ai nostri politici, questa esperienza abbia insegnato che è meglio pensarci 1000 volte prima di effettuare tagli a settori di vitale importanza come quello della sanità. E ancora ai “burocrati di Bruxelles” spero che il Coronavirus abbia insegnato che “la quadratura dei conti” è del tutto secondaria rispetto a politiche di welfare e a iniziative finalizzate ad assicurare il benessere dei cittadini.
Ecco quando avremo capito questi concetti, allora avremo capito cosa fare non solo per prevenire e sconfiggere infezioni come il Coronavirus ma anche per mettere i presupposti per vivere in un mondo migliore ed essere tutti più felici!
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