Quali sono i limiti del VO2max come indicatore di stato di forma

Il VO2max, o massimo consumo di ossigeno, rappresenta uno dei parametri più utilizzati per valutare la condizione fisica e il potenziale aerobico di un individuo. Questo valore misura la capacità del corpo di trasportare e utilizzare l’ossigeno durante l’esercizio fisico intenso, ed è spesso visto come un indicatore del livello di forma atletica.

Tuttavia, affidarsi esclusivamente al VO2max presenta delle limitazioni, poiché non tiene conto di molteplici aspetti che influenzano le prestazioni complessive. Analizzare i limiti di questo parametro può aiutare a comprendere perché è importante considerarlo solo come una parte di una valutazione più ampia.

Differenze individuali nella genetica e nell’adattamento

Il VO2max è influenzato in modo significativo dalla genetica, che determina il potenziale massimo di consumo di ossigeno di un individuo. Alcune persone nascono con un valore di VO2max naturalmente elevato, anche senza un allenamento specifico, mentre altre possono migliorarlo solo marginalmente, nonostante un programma di esercizi intenso e mirato.

Questa variabilità rende il VO2max un parametro poco indicativo dello sforzo individuale o del potenziale di miglioramento. Ad esempio, un atleta amatoriale con un VO2max inferiore potrebbe raggiungere ottime prestazioni grazie alla costanza nell’allenamento e alla dedizione, superando concorrenti con un VO2max superiore ma meno allenati.

Inoltre, il VO2max non riflette appieno la capacità del corpo di adattarsi agli stimoli dell’allenamento, come l’aumento della forza muscolare o l’efficienza nel recupero. Questi aspetti, fondamentali per valutare il progresso atletico, sono spesso trascurati quando ci si concentra esclusivamente su questo parametro.

Matteo Di Felice al Vigorelli di Milano

Mancanza di correlazione con la performance sportiva

Un VO2max elevato non garantisce automaticamente prestazioni sportive superiori. Sebbene il massimo consumo di ossigeno sia un indicatore della capacità aerobica, le prestazioni complessive dipendono da una combinazione di fattori che vanno oltre il VO2max.

Ad esempio, la soglia anaerobica, ovvero il punto in cui il corpo inizia ad accumulare acido lattico più velocemente di quanto possa smaltirlo, è spesso più determinante per le performance in gare di resistenza. Un atleta con un VO2max inferiore ma una soglia anaerobica ben sviluppata può sostenere sforzi prolungati in modo più efficace rispetto a qualcuno con un VO2max maggiore ma una soglia anaerobica meno ottimizzata.

Inoltre, aspetti come l’efficienza tecnica, la capacità di mantenere una postura corretta e la gestione delle energie durante una competizione giocano un ruolo essenziale. Questi fattori, che il VO2max non è in grado di valutare, influenzano direttamente il risultato finale, soprattutto in discipline come il ciclismo o il nuoto, dove la tecnica è cruciale quanto l’endurance.

Influenza di fattori esterni sulle misurazioni

Le misurazioni del VO2max non sempre riflettono fedelmente la reale condizione fisica di un individuo, poiché possono essere influenzate da una serie di fattori esterni. Variabili come la temperatura, l’umidità, lo stato di idratazione e persino il livello di stress possono alterare i risultati, rendendo difficile interpretare il dato in modo accurato.

Ad esempio, in condizioni di elevata temperatura o umidità, il corpo potrebbe non essere in grado di esprimere il massimo potenziale aerobico, portando a una stima del VO2max inferiore rispetto al reale. Allo stesso modo, una sessione di test svolta dopo una giornata stressante o in uno stato di affaticamento potrebbe fornire risultati non rappresentativi del livello di forma abituale.

Queste influenze esterne sottolineano la necessità di considerare il VO2max come un parametro relativo, piuttosto che assoluto. Affidarsi esclusivamente a una singola misurazione potrebbe portare a valutazioni imprecise, soprattutto se le condizioni ambientali o personali non sono ottimali al momento del test.

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Necessità di una visione olistica della forma fisica

Il VO2max fornisce informazioni preziose sull’efficienza cardiovascolare e respiratoria, ma non tiene conto di altri aspetti fondamentali dello stato di forma fisica. Questo parametro si concentra esclusivamente sulla capacità aerobica, trascurando elementi cruciali come la forza muscolare, la flessibilità, l’equilibrio e la capacità di recupero.

Ad esempio, un atleta con un VO2max elevato potrebbe non essere abbastanza forte per affrontare attività che richiedono una componente muscolare significativa, come il sollevamento pesi o gli sprint. Allo stesso modo, la resilienza mentale, ovvero la capacità di gestire la fatica e lo stress durante una competizione, è un elemento fondamentale che il VO2max non può misurare.

Per una valutazione completa della condizione fisica, è necessario integrare il VO2max con altri parametri, come la frequenza cardiaca a riposo, il tempo di recupero dopo l’esercizio, la composizione corporea e le prestazioni in test specifici. Questo approccio multidimensionale permette di ottenere una visione più realistica e approfondita dello stato di forma e del potenziale atletico di una persona.

Quando sono affidabili gli smartwatch ai fini della rilevazione del VO2max?

Gli smartwatch moderni, come quelli prodotti da Garmin, Suunto, Polar e Apple Watch, offrono la possibilità di stimare il VO2max direttamente dal polso. Questa funzionalità è particolarmente apprezzata dagli atleti e dagli appassionati di fitness, poiché consente di monitorare il livello di forma fisica senza la necessità di test di laboratorio. Tuttavia, è importante comprendere come funzionano queste stime e quali sono i loro limiti.

Come stimano il VO2max gli smartwatch

Gli smartwatch utilizzano una combinazione di dati raccolti durante l’attività fisica, come la frequenza cardiaca, la velocità, la durata e l’intensità dell’allenamento. Attraverso algoritmi avanzati, questi dispositivi calcolano una stima del VO2max basata su modelli predittivi che mettono in relazione questi parametri con le prestazioni aerobiche.

  • Garmin utilizza la tecnologia Firstbeat, che si basa su dati come la variabilità della frequenza cardiaca (HRV) e la risposta cardiaca durante l’esercizio.
  • Suunto e Polar adottano metodi simili, con un focus particolare sulla frequenza cardiaca e sul carico di allenamento.
  • Apple Watch, invece, calcola il VO2max integrando informazioni provenienti dai sensori ottici del battito cardiaco e dai dati di movimento raccolti dai suoi accelerometri.
vo2max garmin corsa bici
La schermata dei valori di VO2max stimati da uno smartwatch Garmin per le attività di corsa e bici (Fonte: Garmin fenix Di Felice Matteo)

Affidabilità delle stime

Sebbene queste stime siano utili per avere una panoramica generale della propria condizione fisica, presentano alcuni limiti:

  1. Dipendenza dalla qualità dei sensori: La precisione delle misurazioni è strettamente legata alla qualità dei sensori di frequenza cardiaca e alla loro capacità di rilevare correttamente i dati. Ad esempio, la posizione dell’orologio sul polso o movimenti irregolari possono influenzare negativamente la raccolta dei dati.
  2. Influenza delle condizioni esterne: Gli algoritmi non sempre tengono conto di fattori come la fatica, lo stress, l’idratazione o le condizioni ambientali. Questo può portare a stime meno accurate rispetto a un test di laboratorio.
  3. Mancanza di dati individualizzati: Gli smartwatch utilizzano modelli generici per calcolare il VO2max, che potrebbero non riflettere pienamente la specificità di ogni individuo. Parametri come l’efficienza muscolare o la soglia anaerobica non sono considerati in modo diretto.
  4. Attività specifiche: Alcuni dispositivi possono fornire stime più accurate durante attività come la corsa su strada, ma meno affidabili in discipline come il ciclismo o il trail running, dove l’intensità e la velocità non sono costanti.

Quando fidarsi delle stime

Le stime del VO2max fornite dagli smartwatch sono più affidabili quando:

  • L’attività è regolare e standardizzata, come una corsa su terreno pianeggiante.
  • Il dispositivo è indossato correttamente, con il sensore a contatto stabile con la pelle.
  • L’utente utilizza lo stesso smartwatch in modo consistente, per monitorare i progressi nel tempo piuttosto che concentrarsi su valori assoluti.

Gli smartwatch sono strumenti utili per avere un’idea generale del proprio stato di forma, ma per una misurazione accurata del VO2max è sempre preferibile ricorrere a test eseguiti in laboratorio o sotto la supervisione di professionisti.

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