Quali animali sono vietati in Italia
C’è chi ama cani e gatti e vorrebbe tenerne in casa a dozzine e chi invece è più attratto da animali non convenzionali e sogna di poterne adottare qualcuno per prendersene cura e per avere un po’ di compagnia. Queste bizzarie sono concesse fino ad un certo punto dalla convenzione internazionale Cites e anche dalla normativa italiana per cui è importante sapere quali animali sono vietati in Italia in modo da non contravvenire la legge e prendersi delle multe, oltre che perdere il nostro amico.
A qualcuno potrebbe sembrare ovvia la distinzione tra animali domestici e non ma non lo è affatto perché ci sono tante creature che possono sembrarci perfette come animali da compagnia ma che si rivelano totalmente inadatte a stare al nostro fianco. Può accadere per motivi fisici, ambientali, caratteriali. Per questo è molto importante che ci sia una legge che stabilisca quali animali sono vietati in Italia.
Alcune specie ad esempio sono protette e per il loro bene non devono essere adottate pena sanzioni molto severe e in alcuni casi oltre ad una multa salata è previsto anche l’arresto. Ci sono animali domestici, animali vietati e poi anche una terza categoria, quella degli animali esotici che possiamo tenere in casa senza rischiare una sanzione ma solo bene se siamo in possesso del certificato che ne autorizza la detenzione.
Quali animali vietati in Italia
Per fare questa distinzione ci si deve riferire alla normativa per la detenzione di animali in casa è la Cites, la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione entrata in vigore nel 1975 e applicata in Italia dal 1980. Si tratta di un accordo addirittura internazionale che vari stati hanno sancito per proteggere non solo gli animali in via di estinzione ma anche le piante. Non è stata affatto una cosa banale andare a regolare per più nazioni contemporaneamente il commercio e l’esportazione di animali e piante protetti.
Per quel che riguarda la fauna, le specie protette sono un totale di circa 36.000, divise in tre categorie. .
- I^ categoria: specie minacciate dall’estinzione per le quali il commercio è rigorosamente vietato;
- II^ categoria: specie che si possono commerciare ma soddisfacendo determinate regole, così da evitare sfruttamenti incompatibili con la loro sopravvivenza. In questo caso devono essere accompagnati da uno specifico documento d’importazione
- III^ categoria: specie protette dai singoli Stati così da regolare le esportazioni dai loro territori.
Esistono gli elenchi relativi a queste tre categorie e possono essere scaricati dai siti di riferimento ufficiali da coloro che desiderano consultarli. Chi sta per adottare una specie strana è meglio che scarichi anche l’ultimo aggiornamento all’elenco delle specie protette, contenuto nel Reg. (UE) 2017/160 attualmente in vigore.
Quali animali sono vietati in Italia: esempi
Per far comprendere quanto sia a volte poco intuitiva la distinzione tra animali domestici e non, ecco qualche esempio. Scimmietta cappuccina o pitone? La prima non può assolutamente essere adottata in Italia e in molti altri paesi mentre il pitone sì a patto di avere l’autorizzazione richiesta dalla legge. Esistono diversi animali che seguono lo stesso percorso del pitone, ad esempio rettili come l’iguana e la tartaruga o uccelli come i pappagalli ara.
Orientarsi nei permessi non è facile, per il commercio di specie protette dalla Cites con Paesi non appartenenti all’Unione Europea sono necessari sia dei permessi di importazione che di esportazione, i quali sono richiesti prima dell’arrivo in dogana.
In mancanza di questi permessi gli animali sono confiscati e si applicano le sanzioni previste dalla legge. Per ottenere queste carte in Italia è necessario rivolgersi alla Direzione Generale per la politica commerciale internazionale -Divisione II – Cites del Ministero dello Sviluppo Economico. Ci sono permessi solo per il commercio e altri che invece ci permettono di tenere questi animali con noi. Non è la stessa cosa ed entrambi non sono banali da ottenere. La normativa internazionale Cities deve essere incrociata con normativa regionale che puó variare di volta in volta in merito al possesso di animali esotici. Meglio chiedere l’istanza al Servizio veterinario dell’azienda sanitaria locale competente sul territorio.
Sanzioni per animali vietati in Italia
Come abbiamo anticipato nell’introduzione, questa normativa è ampia e riguarda il trattamento delle specie protette in modo generale. Si parla quindi di detenzione ma anche di importazione, riesportazione, trasporto, vendita ed esposizione. Addirittura viene regolato anche il trattamento di animali morti perché c’è chi desidererebbe magari imbalsamarli per trasformarlo in un pezzo di arredo eclettico. Ciò accade con le specie protette o con delle loro parti del corpo come le corna degli elefanti o i gusci di tartaruga.
Chi se ne frega della legge e tiene con sé delle specie protette senza avere l’autorizzazione certificata puó anche essere arrestato, la pena massima è di 2 anni, mentre la multa varia dai 15mila ai 150mila euro. Se è recidivo i numeri aumentano e ció accade anche se ci sono dei fini commerciali. Anche chi viaggia in paesi lontani o esotici e acquista souvenir, puó rischiare delle multe se non fa attenzione a ciò che porta con sé a casa perché se si tratta di oggetti ricavati da specie protette rischia una sanzione amministrativa da 6mila ai 30mila euro.
Pubblicato da Marta Abbà il 21 Novembre 2019