Purificare le acque reflue con l’olio

Può l’olio essere il miglior alleato dell’acqua? L’acqua e l’olio, sì sa… non vanno d’accordo. Basta prendere un bicchiere d’acqua e aggiungerci poche gocce d’olio per notare che si tratta di due sostanze immiscibili; l’olio, dopo un po’, si depositerà sulla superficie dell’acqua. Quando si parla di inquinamento idrico, sono molti i protagonisti indiscussi, tuttavia, un semplice trucco chimico potrebbe ripulire le acque di scarico del mondo proprio grazie a un olio.

Il brevetto arriva quasi per caso, Anurag Bajpayee cercavo un modo migliore per conservare le cellule umane e speriventava glicerolo e olio di semi di soia, così Anurag Bajpayee si è imbattuto in un’insolita classe di oli capace di liberare l’acqua dai contaminanti.

Negli Stati Uniti, i pozzi di gas e petrolio producono ogni giorno oltre 9 miliardi di litri di acqua contaminanta. Fino a oggi, per il trattamento delle acque si utilizza l’osmosi inversa, processo che richiede particolari membrane, difficili da gestire. In più, questo trattamendo di osmosi inversa non è sempre applicato e le acque vanno a finire in pozzi di scarico.

I pozzi di scarico sono il metodo più economico per il trattamento delle acque reflue. Per applicare il brevetto di Anurag su larga scala, gli studiosi dovranno trovare applicazioni più convenienti.

Gli esperimenti di Anurag Bajpayee, iniziate con olio di soia, si sono indirizzate sull’acido decanoico, una sostanza comunemente contenuta nel latte che lega facilmente l’acqua. L’acido decanoico potrebbe rendere dolce l’acqua marina ma le sue applicazioni potrebbero concentrarsi sulle acqua residue di miniera o le acque di risalita, cariche di prodotti chimici.

Prima di cantare vittoria bisogna fare ricerche più approfindite, gli esperimenti di laboratorio sono ben diversi dall’applicazione pratica! L’acido decanoico sarà davvero capace di ripulire le acque reflue o a dissalare l’acqua di mare? Se non lo è l’acido decanoico, su quale solvente bisognerà concentrarsi?