Molti conoscono la psioriasi per la sua fama, e sperano di non contrarla perché è una malattia della pelle che oltre ad essere fastidiosa è anche antiestetica. Sembra una affermazione frivola, dire che è anti estetica in un contesto medico in cui magari ci sono ben altre preoccupazioni, ma questo è un lato che non va affatto trascurato nel caso della psoriasi come di altre malattia per via dei riscontri psicologici a cui si può andare incontro.
Psoriasi: cos’è
Stiamo parlando di una malattia infiammatoria della pelle, cronica e non contagiosa che in Italia è molto diffusa come del resto in tutta Europa. Possiamo contare oltre due milioni di persone che ne soffre, nel nostro Paese, per una percentuale pari al 3,1% dei cittadini italiani. Guardando in larga scala, nel mondo la psoriasi interessa una percentuale compresa fra lo 0,6 e il 5% della popolazione che non è affatto trascurabile.
Non esiste una età o una fase della vita in cui la psoriasi non possa spuntare anche se c’è una fascia in cui è particolarmente probabile che compaia: quella tra i 20 e i 30 anni. Una volta che la si contrae poi ce la si porta dietro per il resto della vita, i bambini piccoli è raro che abbiamo la psoriasi mentre a livello mondiale si è notato un secondo picco di incidenza che si registra nella fascia di età tra i 50 e i 60 anni.
In generale vale che prima essa compare, più la forma è grave, ma è solo una osservazione statistica, ognuno ha poi il proprio decorso medico che può presentare sorprese. Femmine e maschi soffrono in modo simile di questa malattia, non ci sono grandi differenze, ma possiamo dire che si acuisce nei mesi invernali mentre in estate regredisce.
Psoriasi: sintomi
La classica manifestazione della presenza di questa malattia della pelle consiste nella comparsa di chiazze e placche rosse, ricoperte da squame biancastre. Si vanno a formare in alcune zone più che in altre, le aree del corpo più colpite, per lo meno inizialmente, sono le ginocchia, la regione sacrale, i gomiti, le mani, i piedi e il cuoio capelluto. Alle chiazze seguono poi una fastidiosa desquamazione, un forte prurito, la presenza di eritemi ed arrossamenti, un senso di tensione e forti bruciori.
Non si possono dare delle indicazioni precise sulla dimensione delle singole chiazze perché è estremamente variabile, si possono vedere comparire macchie con lunghezze di pochi millimetri, ma numerose, oppure delle grandi placche da diversi centimetri. Forma, durata e sviluppo della macchie della psoriasi variano molto da persona a persona e anche per alcuni fattori esterni, fornire una descrizione dello standard sarebbe forviante e potrebbe portare ad inutili allarmismi o preoccupazioni.
Per cercare di curare e prima ancora di diagnosticare la psoriasi i medici ne hanno distinto cinque tipologie che sono le cinque maggiori varianti cliniche. C’è la psoriasi a placche che è poi quella riscontrata in oltre l’80% dei casi, al guttata che colpisce il 10% dei malati, l’inversa che invece tende a manifestarsi in concomitanza alla psoriasi a placche, o in maniera isolata.
La psoriasi eritrodermica è molto rara, conta solo il 3% dei casi e lo stesso vale per la pustolosa, sotto il 3%. Queste varianti sono state create per meglio affrontare la malattia ma non sempre c’è una rigida distinzione tra l’una e l’altra e alcune volte due tipologie si sovrappongono creando una forma mista che non per questo è meno trattabile.
Psoriasi: cause
Quando diciamo che la psoriasi è una patologia multifattoriale significa che essa può avere molte cause e non sempre facili da identificare perché deriva dall’interazione tra numerosi fattori predisponenti. Nella maggior parte dei casi giocano un ruolo molto forte in questo mix sia la componente genetica sia, come vedremo meglio, lo stress.
Esistono poi dei fattori scatenanti e ne vedremo dei più vari, attenzione che non si tratta di cause ma delle classiche gocce che fanno traboccare i vasi. Eccone alcuni: traumi, ferite accidentali, tatuaggi, faringite, tonsillite da Streptococco, AIDS, stress, sia fisico che psichico, scottature solari. Anche il fumo e l’abuso di alcool possono concorrere all’insorgenza di questa malattia proprio come l’uso di farmaci antipertensivi e antimalarici.
Non scordiamoci però che la psoriasi è anche una malattia psicosomatica e ci sono studi che lo provano, epr cui le cure non possono non contemplare anche un trattamento psicologico, lieve o meno.
Psoriasi: cure
Ad oggi, ma domani chissà, non esistono delle cure definitive per la psioriasi ma ci sono delle cure che possono non farne aumentare gli effetti e cercano di farci soffrire meno per i sintomi. Anche in questo caso però è necessario mettersi di impegno e seguire le prescrizioni con regolarità e costanza, senza stufarsi e smettere. In caso di apparente guarigione, guai a smettere di colpo il trattamento e i controlli che devono sempre essere effettuati, in modo periodico, in modo che non ci torni il problema.
Oggi esistono farmaci specifici per curare le forme più lievi di psoriasi, limitando al massimo gli effetti collaterali. Con questo intendo riferirmi ad esempio alle molte creme a base di cortisone. In genere, i trattamenti per la psoriasi si dividono in quattro aree principali, ci sono quelli topici, quelli sistemici orali tradizionali, le terapie biologiche e la fototerapia con raggi ultravioletti.
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