Psiconautica deriva dal greco e significa navigazione dell’anima. Unisce due parole come ψυχή (psiche=anima/spirito/mente) e ναύτηké (nautiké=navigare). Vediamo come questo concetto si traduce in pratiche concrete e a volte utili per aumentare il nostro grado di benessere fisico e generale.
Psiconautica; significato
Si parla di psiconautica per indicare un metodo usato nel descrivere e spiegare gli effetti soggettivi degli stati alterati della coscienza dell’uomo. Ci sono vari tipi e gradi di stati alterati in cui una persona si può volontariamente immergere, di solito con lo scopo, o la scusa, di esplorare l’esperienza e l’esistenza umana.
Troviamo questo termine sia con accezioni negative, sia con altre positive, perché viene associato ad ogni genere più vario di tecniche che ci inducono degli stati alterati di coscienza. Tecniche che funzionano da sole oppure solo se combinate ad altre pratiche. Lo psiconauta di solito non si immerge in esplorazione per fini terapeutici e neppure ricreativi o religiosi.
Psiconautica: esperienze
Ci sono esperienze tra le più differenti che possono indurre stati alterati, per questo è difficile farsi un’idea sulla psiconautica “in generale”. Con questo termine si definiscono pratiche come l’onironautica e l’ipnosi, altre di meditazione, di concentrazione, di contemplazione, ma anche esperienze come rebirthing.
Alcune preghiere, i mantra, certi canti sono utilizzati dagli psiconauti e lo stesso vale per apparecchi come gli stimolatori delle attività neurali muniti di luci, suoni e impulsi elettrici.
Psiconautica: libri
Per iniziare a volare, serve fare delle “Prove di volo” ed è così che si intitola il “Manuale di psiconautica elementare” che consiglio per chi ha il desiderio di approfondire. Il libri, acquistabile anche on line, raccoglie una serie di brevi scritti che erano stati già diffusi dall’Università di Aristan.
Inizialmente erano divertissment per Luca Pani, autore del volume, che poi ne ha approfondito lo studio. Nelle pagine di Prove di volo ci sono anche i dipinti di Filippo Martinez, che lo rendono non un noioso volume ma una interessante collezione di pensieri e immagini.
Psiconautica: consigli
Finora ho citato delle esperienze di psiconautica che, possano piacere o no, sono per lo meno sperimentabili, Ce ne sono altre che richiedono ad esempio l’uso di enteogeni, ricavati da piante e funghi (Echinopsis pachanoi, Peyote, Cannabis, funghi allucinogeni, ayahuasca, semi di Anadenanthera, Salvia divinorum, Datura stramonium, Ipomea violacea, Argyreia nervosa, Rivea corymbosa, iboga ecc.).
Se ne possono ricavare anche da sostanze pure, estratti e tinture (DMT, mescalina, psilocibina, bufotenina, ibogaina, salvinorina A, 5-MeO-DMT, ecc.) o da altre sintetiche o semisintetiche (LSD, ketamina, 2C-B ecc.) Qui il consiglio è di stare lontani da questi percorsi che portano alla psiconautica, lo stesso vale per metodi che richiedono di praticare la privazione del sonno, la deprivazione sensoriale, il digiuno.
Ci sono poi pratiche su cui è bene mantenere delle riserve. Meglio verificare prima di affidarci totalmente ad esse pensando che ci possano far stare bene. Con un sano scetticismo si possono conoscere anche il controllo del respiro (pranayama, respirazione olotropica) e alcuni rituali religiosi, yogici e sciamanici come sacramenti, riti di passaggio e di iniziazione, capanna sudatoria, ricerca della visione, puja, danza e musica sacra. Esistono anche delle sostanze contenute in alcune particolari piante, che possono aiutarci a entrare in stati di coscienza alterata, una di esse è la Calea Zacatechichi
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