Prosumer: definizione ed esempi

Prosumer

Prosumer, una parola delle tante che chi non tollera gli inglesismi, finirà presto per odiare ma prima è meglio imparare di cosa si tratta in modo da saper rispondere a tono a chi la usa, propriamente o meno. Introdotta di recente nel comun parlare, ricorda la parola consumer che è poi il cliente, l’utilizzatore di un servizio o colui a chi è diretto un certo prodotto. A guardare bene, però, prosumer è una parola macedonia (portmanteau) mutuata dall’inglese. Di fatto, a ben pensarci lo si può anche intuire, spesso a posteriori, è formata dalla composizione della parola professional oppure producer, con la parola consumer. Quella della parola consumer non era quindi una intuizione errata ma non bastava per capire di cosa stiamo parlando.

Prosumer: definizione

Un prosumer è e resta un cliente, o utilizzatore, che dir si voglia, ma un po’ originale rispetto alla massa. E’ un utente che si ribella al ruolo passivo ricoperto fin da tempi antichi, e tuttora da molti, e si muove per svincolarsi e diventare più attivo nel processo che coinvolge le fasi di creazione, produzione, distribuzione e consumo.

Al variare dell’ambito in cui lo usiamo, questo termine può assumere dei significati differenti ma il concetto di fondo è quello che abbiamo detto.

Se si parla di prosumer in un contesto commerciale, allora il pro sta per professional e si intende un cliente che è in un certo senso focalizzato su un preciso mercato come potrebbe essere quello tecnologico o agroalimentare. In economia, invece, con prosumer si intende un “producer–consumer” e quindi di definisce così una persona che è svincolata e si comporta in modo molto indipendente dall’economia principale.

In generale per prosumer nella maggior parte dei casi si intende un cliente, anche noi stessi, che non subisce troppe influenze di marketing e vuole invece decidere di testa propria, documentandosi e non facendosi ammaliare dagli spot che passano in TV o in radio, ad esempio.

Prosumer: definizione

Prosumer: esempi

Ci sono degli esempi molto concreti di aziende che hanno voluto cogliere al balzo l’emergere dei prosumers per superare la concorrenza andando a costruire con i clienti e i potenziali clienti una relazione stretta e di fiducia. Lo ha fatto ad esempio Amazon.com. Questa affermata azienda di e-commerce ha lavorato per avere legami con i clienti basati sul dialogo, quindi considerandolo un soggetto attivo, invece che inondarlo con comunicazioni univoche, stile “Io Amazon ti racconto, tu cliente ascolti e compri”. Ad oggi sembra che la strategia premi.

Altro esempio del tutto diverso di prosumer è quello dei gruppi di acquisto. I GAS. Molto spesso chi ne fa parte vuole scegliere in modo consapevole ed essere protagonista delle proprie scelte, vuole essere informato e in un certo senso fare massa critica nel mercato di riferimento.

Un esempio di NON prosumer è colui che è vittima della sindrome dello shopping compulsivo

Prosumer: marketing

Un altro utilizzo della parola prosumer viene fatto in una nicchia di mercato nel campo della fotografia, del video e della registrazione Hi-Fi. Con questa parola vengono indicati infatti quei prodotti destinati a una fascia intermedia tra i clienti professionali e quelli amatoriali. Nel mondo del marketing, non solo in questa nicchia, il termine ha preso piede e viene sempre più utilizzato. Molte sono oggi le aziende che dicono di trattarci da prosumer, che lo facciano poi realmente è tutto da verificare ma possiamo ben dire che oggi va di moda sbandierare questa nuova filosofia di rapporto azienda cliente.

Prosumer marketing

Da consumatore a prosumer

Non è una novità anche se la moda è scoppiata tardi, quella del prosumer. Possiamo tornare indietro di vari anni, fino al 1972, per torvare questo concetto. Marshall McLuhan e Barrington Nevitt suggerirono nel loro libro Take Today, che con la tecnologia elettrica, ogni consumatore sarebbe diventato un produttore, avevano quindi previsto ciò che da qualche anno stiamo vedendo con i nostri occhi. Nel 1980, il futurologo Alvin Toffler ha coniato il termine “prosumer” quando ha predetto i ruoli di produttore e consumatore avrebbero cominciato a fondersi e confondersi.

Ha quindi ben oltre 30 anni la parola di cui stiamo parlando.  Quanto è avvenuto è legato al fatto che in un certo periodo storico il mercato si è rivelato essere fortemente saturo, con il fatto che la produzione di massa di merci standardizzate soddisfaceva le domande base. Per guadagnare sempre di più ci si è quindi inventati il processo di personalizzazione di massa quindi la produzione di prodotti altamente personalizzati. Per farlo è necessaria una relazione più stretta e interattiva con il cliente che da consumer è diventato prosumer.

Nel testo “Revolutionary Wealth” del 2006, troviamo prosumer come termine e concetto affermatosi su scala mondiale, ormai l’evoluzione da consumatore passivo a prosumer attivo è avvenuta e solo le aziende che ne prendono atto possono sopravvivere bene nel mercato globale.

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