Tra le proprietà del biancospino c’è quella di far parte delle cosiddette ‘erbe tranquillizzanti’, cioè quelle che danno sollievo al cuore e regolano la pressione. Poiché si tratta di un’erba facile da trovare, non solo in erboristeria, in questo articolo parliamo di come usarla.
In fitoterapia si consiglia l’uso del biancospino a chi si sente stanco, dorme male, è iperteso, soffre di tachicardia, stati ansiosi, vertigini e per proteggersi da colesterolo e arteriosclerosi. Altra proprietà del biancospino è di non avere alcuna tossicità e nessuna controindicazione, salvo le sensibilità specifiche e la possible sovrapposizione con farmaci che regolano la pressione del sangue.
Biancospino: la pianta
Il biancospino comune, Crataegus Monogyna, è un arbusto di misura variabile (può diventare anche molto grande) che forma intrichi di rami spinosi con corteccia di colore grigio chiaro e piccole foglie verdi molto lucide e increspate. È chiamato anche pruno aguzzino o spino bianco e fa parte della famiglia delle rosacee con la rosa canina e il melo. È utilizzato per la realizzazione di siepi e bordure, ma il suo habitat è la campagna boschiva dove cresce bene in tutti i terreni e i climi anche a una certa altitudine.
I fiori hanno 5 petali bianchi (talvolta rosati) e degli stami gialli. Caratteristica dei fiori di biancospino (aprile-giugno) è l’odore sgradevole (per l’olfatto umano almeno) che forse è l’arma con cui la pianta difende il suo tesoro. In autunno compaiono le bacche rosse, che in alcune varietà meno diffuse sono arancioni o gialle.
Biancospino: la raccolta
Per sfruttare le proprietà del biancospino le singole parti devono essere raccolte nel periodo giusto e utilizzate nel modo corretto. La corteccia si preleva in primavera al momento della risalita della linfa, asportando delle strisce che possono essere usate fresche o dopo che le avrete essiccate.
Dei fiori si prendono di preferenza quelli più bianchi, subito prima della fioritura completa che avviene tra aprile e giugno a seconda dei climi e dell’andamento stagionale. I fiori vanno colti uno a uno, oppure a grappoli se ci sono, eliminando le foglie. Poi si lasciano seccare all’ombra in uno strato sottile.
I frutti del biancospino, le bacche, si raccolgono in autunno dopo che hanno preso il colore pieno: rosso di solito, oppure arancio o giallo.
Se raccogliete il biancospino in campagna, accertatevi che non si trovi in prossimità di campi dove vengono usati pesticidi. Nei centri abitati, evitate le piante in prossimità di strade trafficate.
Biancospino: l’impiego
Le proprietà del biancospino raccolto in natura si valorizzano soprattutto con decotti e infuso.
I decotti si preparano con la corteccia (10 pizzichi in 1 litro d’acqua da bere in 2-3 volte al giorno) o con i frutti essiccati (10 pizzichi in 1 litro d’acqua da bere in bicchierini entro 48 ore).
L’infuso di biancospino (consigliato per I disturbi circolatori) si prepara con i fiori: 2 pizzichi per una tazza d’acqua bollente.
Altri due nostri articoli correlati che ti consigliamo di leggere sono: Come coltivare il biancospino e Piante medicinali: elenco e schede, Piante Ornamentali da giardino.
Se avete un giardino e volete provare a piantare un biancospino potete anche comprare una piantina online di Crataegus Monogyna (Biancospino)