Povertà nel mondo: i numeri di un problema in crescita

povertà nel mondo

La povertà nel mondo significa oltre 115 milioni di persone che fanno la fame sulla Terra, un numero un po’ ingrandito dall’emergenza sanitaria ma che già prima era in crescita come in crescita continua è il divario tra chi se la cava bene e chi non se la cava proprio.

Giornata per la lotta contro la povertà nel mondo

Pochi di noi sanno che esiste una giornata dedicata alla eradicazione della povertà nel mondo. Inutile dire che lo dovrebbero essere tutti i giorni. Esiste questa ricorrenza ed è il 17 ottobre, viene celebrata come l’International Day for the Eradication of Poverty e ricordata dall’ONU che anche lo scorso anno per voce del segretario António Guterres ha fatto il punto della situazione globale ricordando quanto servano maggiori sforzi per dare una mano, proprio ora che la crisi sanitaria ed economica mette in ginocchio anche chi non pensava di essere in pericolo.

Nell’accelerare la ripresa economica, inoltre, non dobbiamo sbagliare a prendere la direzione verso il futuro che deve essere sostenibile e attento all’ambiente.

Pandemia e povertà nel mondo

Se ben ci pensate questa pandemia per quanto abbia certamente aggravato la situazione, ha anche creato un nuovo contesto sociale in cui siamo tutti più che mai collegati. Lo eravamo anche prima ma inconsapevolmente, oggi con questo virus che si trasmette così facilmente, ce ne siamo accorti. Ci siamo resi conto di come solo le azioni collettive possono davvero condurci alla salvezza. Dal Covid-19 ma non solo, anche da altri virus quali quelli della violenza, delle disuguaglianze, del razzismo, della povertà.

Nel 2020 nella giornata dedicata alla povertà nel mondo il tema portato all’attenzione è stato quello della giustizia sociale e ambientale. L’ONU ha ricordato infatti che la povertà è strettamente legata sia alla giustizia sociale e alle disuguaglianze, sia ai problemi ambientali che non fanno che acuire i problemi di cui la società già soffre. Il fatto che in un mondo oggi così tecnologico e innovativo, ci siano persone che vivano ancora in estreme condizioni di disagio e di degrado, ci dovrebbe far indignare ogni giorno ma è difficile pensarci quando i problemi sono lontani da noi.

Eppure i problemi ci sono e sono dietro l’angolo, non per forza dall’altra parte del mondo, sono le condizioni abitative antigeniche, la carenza di cibi nutrienti, l’accesso ineguale alla giustizia, la mancanza di partecipazione politica e la mancanza di accesso all’assistenza sanitaria.

La povertà nel mondo cosa significa

La povertà è una parola piena e allo stesso tempo vuota, la possiamo riempire con una serie di definizioni differenti ed è importante un confronto da questo punto di vista per poi lottare assieme per combatterla.

Esiste uno studio – “A Bayesian Measure of Poverty in the Developing World” – pubblicato nel 2017 sulla Review of Income and Wealth da Lubrano e dall’economista cinese Zhou Xun della Jiangxi University of Finance and Economics che ci aiuta a riflettere in tal senso perché cerca di rispondere alla domanda: ”Quante sono le persone povere nel mondo?”.

Per saperlo occorre definire un criterio per identificarle. Zhou e Lubrano davano due definizioni della povertà. La povertà assoluta che si riferisce alla mancanza dei mezzi essenziali per sopravvivere e che è definita da un reddito così basso da non poter procurarsi un “paniere di beni” corrispondente a 2.100 calorie al giorno per persona, a un alloggio e ad alte necessità vitali.

Poi c’è la povertà relativa che riguarda l’inclusività sociale e si rifà ai tempi della Grecia Antica quando c’era l’esclusione dalla vita cittadina, nell’antica Grecia, arrivando fino all’attuale legame tra non-impiego e povertà e alla presa di coscienza che oggi spesso il “povero” è proprio un individuo ai margini della società. E quindi i poveri in realtà andrebbero contati secondo queste definizioni.

portafoglio vuoto

La povertà nel mondo: facciamo i conti

Dopo tutti questi discorsi, ci troviamo comunque ad ammettere che la povertà è soprattutto una questione di risorse e quindi di soldi, non possiamo ignorarlo. Anche da questo punto di vista ci sono state delle diatribe perché andava decisa una soglia entro cui ritenere una persona povera, o no. Quella scelta dai due economisti citati, la soglia della povertà mondiale, è di 1,48 dollari per i Paesi più poveri ed è leggermente più elevata di quella della Banca mondiale di 1,25 dollari. Questa ultima cifra è stata calcolata facendo la media delle linee della povertà nazionali di un piccolo numero di Paesi.

La soglia della povertà andrebbe in realtà considerata dal punto di vista di ogni Stato, secondo la sua moneta, e poi andrebbe convertita nel dollaro PPA basandosi sui tassi di cambio con cui una moneta nazionale permette di comprare. L’altra soglia di povertà, quella di Zhou e Lubrano, è stata invece calcolata usando i dati di 74 Paesi contro i 30 della Banca mondiale, e applicando anche un metodo per evitare di fissare un limite arbitrario tra i Paesi in via di sviluppo e quelli sviluppati. Questo è solo un esempio delle tante disquisizioni che sono state fatte attorno a questa soglia e lo abbiamo citato solo per mostrare quanto sia importante utilizzare metodi di calcolo rigorosi e razionali, perché ci sono esseri umani.

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