Posidonia oceanica
Posidonia oceanica: utilizzo e benefici, posidonia sulla spiaggia (leggi e cosa fare) e descrizione della pianta marina (non è un’alga).
La posidonia oceanica è una specie marina endemica del Mediterraneo, per questo spesso è chiamata semplicemente posidonia mediterranea.
Osservando le praterie di posidonia è possibile avvistare un gran numero di specie marine che trovano rifugio tra le sue foglie, primo tra tutti il pesce Sarpa salpa. Per scoprire come osservare le posidonie e i fondali marini ti invito a leggere la guida: come fare snorkeling.
Posidonia alga
Diciamolo subito: se sei arrivato in questa pagina ricercando l’alga posidonia, sappi che la posidonia oceanica non è un’alga ma una pianta che produce frutti e fiori proprio come le piante terrestri. Nella foto in basso puoi notare la sua radice rizomatosa.
Posidonia oceanica
Le cosiddette olive di mare costituiscono il frutto di questa pianta. La fruttificazione si verifica tra ottobre e dicembre.
La posidonia oceanica forma dei prati sottomarini enormi che hanno un importanza ecologica notevole. Nel Mediterraneo, la posidionia oceanica può essere un buon bioedicantore della qualità delle acque costiere. I bioindicatori riflettono l’andamento della qualità ambientale nei periodo più o meno lunghi. Il motivo? La posidonia cresce solo nelle acque pulite.
Questa specie si trova solo nel Mar Mediterraneo dove, a causa dell’inquinamento è in declino. Occupa un’area di circa il 3% dei fondali, ciò corrisponde a una superficie di 38.000 km quadrati.
La pianta può raggiungere una lunghezza di 140 – 150 cm, la parte inferiore della posidonia oceanica è lignificato e può raggiungere una lunghezza di 15 cm. Le radici sono rizomi in grado di aderire solo a substrati morbidi (sabbiosi, al contrario delle alghe che stratificano e crescono su substrati rocciosi).
Le foglie sono lunghe, fasciate e di un color verde brillante. Le foglie divengono marroni con il passare del tempo: in autunno le foglie diventano marroni e fotosinteticamente inattive. Durante l’inverno, verso il centro del cespo, si producono nuove foglie verdi che riprendono attività fotosintetica.
La fioritura e la produzione delle olive di mare non sempre si verificano in tutte le acque del Mediterraneo. Il Meridione d’Italia è fortunato perché in queste località la fruttificazione è più comune. Questo fatto non è casuale e sembra essere correlato a una delle esigenze della pianta: la pianta avrebbe bisogno di temperature estive molto alte e temperature autunnali miti con acque intorno ai 20 °C.
Al contrario delle foglie delle piante emerse, quelle della posidonia non presentano stomi: gli scambi gassosi avvengono per diffusione e la pianta può assorbire nutrimenti anche attraverso le foglie (e non solo attraverso la radice rizomatosa).
Posidonia oceanica: utilizzo
Le foglie sono state usate, in passato, come isolante edilizio nella realizzazione dei tetti. Altri utilizzi la vedono impiegata nella preparazione di lettiere per il bestiame e per imballare materiali fragili (è per questo motivo che era soprannominata l’alga dei vetrai). Prima di trovare sostituti sintetici più efficienti, le sue proprietà e i suo benefici la rendevano utile anche in farmacologia: le foglie erano usate per preparare antinfiammatori e prodotti per curare le irritazioni. Ancora oggi è considerata nu rimedio della nonna, il motivo? Presenta proprietà antiossidanti e antifungine.
Le proprietà della posidonia sono difficili da elencare in quanto, ancora oggi, questa pianta marina è oggetto di studio: sono stati isolati oltre 51 sostanze naturali, inclusi fenoli, ester, flavonoli… la posidonia è oggetto di studio per la possibilità di poter estrarre sostanze con metodi fitochimici appropriati.
Oggi ne è studiato un possibile utilizzo nel settore dell’agrotecnologia: come fertilizzante e per la produzione di biogas.
Nella pratica fai da te, i sommozzatori e gli apneisti usano sfregare le foglie di posidonia oceanica sul vetro della maschera per evitare che questa si possa appannare.
Posidonia sulla spiaggia
In altre località, la posidonia raccolta sulla spiaggia, portata dalle correnti d’acqua e ormai in decomposizione, può essere raccolta per essere usata come materia organica per la produzione di biogas o come base per il compostaggio, impiego che in Italia è vietato.
Secondo la Parte IV del Testo Unico Ambientale, le foglie di Posidonia sulla spiaggia sono considerate rifiuti solidi e devono essere rimosse. Purtroppo, la legge 748/84 ne vieta l’impiego per la produzione di compost (il divieto è esteso ad alghe e piante acquatiche in generale).
In Italia, non è raro vedere spiagge ricoperte di posidonia, soprattutto in inverno e in primavera, quando sono presenti degli aggregati noti come aegagropile (agagropile), un agglomerato di tessuti vegetali dalla forma tondeggiante.
Pubblicato da Anna De Simone il 27 Luglio 2018