Il ponte dell’arcobaleno: la leggenda
Il ponte dell’arcobaleno è un luogo immaginario dove pensiamo o vogliamo pensare che vadano gli animali da compagnia a cui siamo affezionati, quando vengono a mancare. Mediamente, noi esseri umani ci troviamo a sopravvivere ai nostri animali che non campano quanto noi. Nonostante questa inossidabile stima statistica che non fa una piega, non riusciamo a farcene una ragione quando il nostro animale da compagnia ci lascia da soli sulla faccia della Terra per andare, appunto, sul ponte dell’arcobaleno.
Vediamo che luogo e e se potremo raggiungerlo lassù, prima o poi.
Il ponte dell’arcobaleno: esiste
Il ponte dell’arcobaleno esiste per chi ci crede e per chi ha bisogno di pensare che ci sia un luogo dove vanno a vivere cani, gatti, conigli e pesci rossi quando lasciano la Terra e ci lasciano alle nostre esistenze terrene. Ovvio che non ci sono prove dell’esistenza di questo ponte, ad oggi è una leggenda ma potrebbe esserci un fondo di realtà? Chi lo può e lo potrà mai dire? Nessuno.
Allora spetta a noi decidere a cosa credere e cosa immaginare quando ci troviamo ad affrontare il decesso dei nostri animali. Io come molti di voi mi sono trovata ad affrontare questa sofferenza e devo ammettere che è più grande di quanto avrei mai immaginato. A freddo pare ovvio che sopravviveremo al nostro cane o al nostro gatto che campano massimo una ventina di anni e prima che capiti siamo magari certi che accetteremo la loro scomparsa con razionalità. E invece… vi assicuro che nel quotidiano, sul momento, è davvero dura, Vale forse la pena di credere questa leggenda per immaginare un cane, o un gatto, o un coniglio, o un cavallo, o qualsiasi altro animale in un posto sereno e colorato, lassù, felice ad aspettarci. Per chi crede che esista le coordinate sono facili: si trova alle soglie del Paradiso.
Il ponte dell’arcobaleno: leggenda
La Leggenda del Ponte Arcobaleno ci è stata regalata come tante altre dagli Indiani d’America ed è dedicata a ogni animale che ha amato gli esseri umani ma anche a tutte le persone che soffrono o hanno in passato sofferto per la morte di un animale.
Per raggiungere Il ponte dell’arcobaleno è necessario arrivare dall’altra parte dell’arcobaleno. Siamo vicino al Paradiso, in un luogo che è chiamato ponte ma non è un ponte come quelli che noi costruiamo sui fiumi. Poco centra, infatti. Nel ponte dell’arcobaleno ci sono prati e colline su cui i nostri animali possono correre e giocare assieme.
Miracolosamente lo sanno fare e non ci sono cani e gatti che litigano, nemmeno cani che litigano tra loro e bande di gatti che fanno altrettanto. Cito sempre cani e gatti ma non c’è una selezione all’ingresso. Al ponte dell’arcobaleno possono accedere tutti gli animali che ci hanno amato e che abbiamo amato condividendo giorno dopo giorno un tratto di vita.
Come si può immaginare, come ci si può trovare a chiedersi, come fanno questi animali a correre felici e spensierati se sono arrivati lì tutti acciaccati? Se sono morti da giovani molto probabilmente hanno qualche brutta malattia oppure sono rimasti feriti a morte, ma di certo non sono nelle condizioni di mettersi a fare balzi e corse come nulla fosse, non vi pare?
E’ una magia tipica del ponte dell’arcobaleno, quando si arriva da queste parti si riprendono salute e vigore, le ferite guariscono e scompaiono, gli acciacchi spariscono e anche una eventuale nostalgia senile non è nemmeno concepita. Qui tutti saltellano e giocano 24 ore su 24 perché sono ammessi anche gli animali notturni. Se avete una civetta come amica, non preoccupatevi, quindi, perché Il ponte dell’arcobaleno è anche per lei.
Sarebbe tutto perfetto per gli animali che vivono da queste parti se non provassero un bel po’ di nostalgia per i loro padroni proprio come noi padroni ne proviamo nei loro confronti. La leggenda però ci insegna che prima o poi andremo a ricongiungerci ritrovando l’intesa che c’è sempre stata tra noi.
Infatti mentre tutti corrono e giocano insieme, capita un giorno in cui uno si ferma improvvisamente e guarda all’orizzonte, non nel vuoto ma verso il proprio padrone di cui sente le vibrazioni avvicinarsi. Ecco quindi che si stacca dal gruppi e inizia a correre come se non ci fosse altro che il proprio “umano” da andare a riabbracciare. E sarà il momento in cui tornare alle coccole di un tempo, alle strofinate, alle carezze che tanto sono ad entrambi mancate.
La poesia di Alda Merini
Su questo tema ha scritto una bella poesia, struggente, la nota e da me adorata Alda Merini. Eccola
“Anima che accarezzo a sera, e sei un cane
stanco, ma un cane sempre fedele.
Un cane che balbetta un nome: padrone, padrone mio.
Non lasciarmi anima cane, non lasciarmi mai.”
Libri sulla vita dopo la morte nel regno animale
Chi desidera approfondire la vita dopo la morte nel regno animale, in particolare in quello dei gatti, può leggere “L’anima del tuo animale. Prove della sopravvivenza degli animali alla morte”. In questo libro acquistabile anche su Amazon, Scott S. Smith indaga, racconta e interroga – e ci interroga – sulla vita dopo la morte dei gatti. Si tratta di un libro curioso per curiosi, a cui approcciarsi senza diffidenza ma con la voglia di scoprire cosa si pensa e si è pensato sul tema. Poi c’è sempre Il ponte dell’arcobaleno pronto ad accoglierci.
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Pubblicato da Marta Abbà il 15 Gennaio 2023