Polveri inquinanti: tutte le tipologie
Il termine polvere indica generalmente particelle di materia con un diametro variabile tra 0,25 e 500 micron.
La polvere che si crea nelle nostre case è formata da particelle di terra sollevate dal vento, da frammenti di capelli, pelle e tessuti, carta, pollini di piante e altre sostanze di diversa natura. Un accumulo di polvere diventa l’habitat perfetto per gli acari, microrganismi che si alimentano con i composti organici presenti nella polvere e che possono creare reazioni allergiche.
Per rimuovere la polvere dai nostri appartamenti utilizziamo stracci per lavare i pavimenti, aspirapolveri e scope. Cambiare frequentemente lenzuola e copridivani, sbattere i materassi e sostituire materassi e cuscini quando solo logori è una misura di igiene necessaria per debellare gli acari.
Ma la polvere potenzialmente più pericolosa è quella presente nell’aria, il così detto pulviscolo atmosferico o particolato.
Le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA) sono solite misurare i valori delle seguenti 5 polveri inquinanti:
1) PM10
E’ il particolato caratterizzato da un diametro inferiore ai 10 micron. In base alle normative vigenti, la sua media annua non può superare i 40 microgrammi per metro cubo e la sua media giornaliera non può superare i 50 microgrammi per metro cubo per più di 35 giorni all’anno.
2) PM2,5
E’ un sottoinsieme delle polveri PM10 e ha dimensioni inferiori ai 2,5 micron. L’Unione Europea ha fissato per queste polveri una concentrazione limite di 25 microgrammi per metro cubo da rispettare entro il 2015.
In Italia la misurazione del PM2,5 è in ritardo in quanto solo poche centraline attive sono in grado di misurarlo.
3) PM1
Si tratta del particolato con diametro inferiore a 1 micron la cui misurazione è al momento effettuata solo a livello sperimentale. Per questo tipo di polveri non sono attualmente fissate delle soglie limite.
4) Nanopolveri
Si tratta di polveri ultrafini con dimensioni comprese tra 0,2 e 100 nanomicron. La concentrazione di queste polveri è più alta nelle città in quanto è generata da motori, gomme d’auto, riscaldamento e fumo di sigaretta.
5) Black carbon
Sono le polveri generate dai processi di combustione: emissioni dei motori delle auto e del riscaldamento.
Numerosi studi hanno ormai provato una diretta correlazione tra alti livelli di concentrazione di queste polveri e incremento del tasso di malattie cardiovascolari e respiratorie. Per questo motivo l’impegno a diminuire questi agenti inquinanti nelle nostre città deve essere condiviso e considerato con la massima serietà e priorità.
Purtroppo la situazione in molte delle principali città italiane non è per niente rosea: nel 2011 su 82 città monitorate da Legambiente, ben 55 sono risultate fuorilegge. Tra le città più inquinate risultano Torino, Milano e Verona che hanno abbondantemente superato i 35 superamenti /anno del limite giornaliero di Pm10.
Per migliorare la situazione sarà indispensabile l’impegno di noi tutti a condurre uno stile di vita più sano che preveda di utilizzare il meno possibile la nostra auto e di non tenere il riscaldamento troppo alto, negli appartamenti in cui è possibile regolarlo manualmente.
Analoga sensibilizzazione è necessaria per estendere il divieto di fumo in tutti i luoghi pubblici, anche in quelli all’aperto, come gli stadi, spesso frequentati anche da bambini su cui l’effetto nocivo del fumo passivo è ancora più pericoloso.
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Pubblicato da Matteo Di Felice, Imprenditore e Managing Director di IdeeGreen.it, Istruttore di corsa RunTrainer e Mental Coach CSEN certificato, Istruttore Divulgativo Federazione Scacchi Italiana e appassionato di Sostenibilità, il 28 Febbraio 2012