Polvere da sparo: la scoperta che ha avviato i cambiamenti ambientali
La polvere da sparo come altre scoperte scientifiche hanno sconvolto il mondo, hanno cambiato gli equilibri della società e dei Paesi, hanno cambiato le relazioni. Questa invenzione ha in gran parte favorito situazioni poco gradevoli che hanno segnato la storia come il colonialismo, lo sviluppo delle attività militari, la creazione di nuovi strumenti di morte.
L’impennata del successo della polvere da sparo può essere localizzata all’epoca della Rivoluzione Industriale, quindi nel XVIII secolo, ma essa era in circolo già prima, tra il 1300 e il 1400. Come molte altre invenzioni, anche questa arriva dalla Cina ed è curioso conoscere la sua origine.
Quando è stata inventata la polvere da sparo
Tra il XIV e il XV secolo è comparsa nel mondo questa polvere che lo ha cambiato fortemente. Non abbiamo una data precisa per questa rivoluzionaria scoperta che oggi possiamo dire abbia segnato l’inizio dell’Antropocene ovvero quel periodo storico in cui l’uomo è diventato più che mai protagonista. Se ben ci pensiamo non ha modificato solo la vita umana ma anche l’ambiente attorno a noi ma veniamo alla sua scoperta di cui non sappiamo moltissimo.
L’inventore si suppone sia un alchimista cinese che realizzò una miscela di nitrato di potassio, zolfo e carbone di legna intorno al 1300. Le sue potenzialità furono però comprese solo qualche anno più tardi da uno scienziato e generale coreano, Choe Mu-Seon, che organizzò una dimostrazione pratica per l’imperatore che autorizzò l’avvio della produzione su larga scala nel 1377.
Pochi anni dopo la polvere da sparo face la sua comparsa in Europa.
Questa polvere, nera, contenuta in un tubo se veniva accesa poteva generare gas in grado di spingere una freccia o una pallottola per una lunghissima distanza e producendo un rumore molto forte, assordante. Il rumore, per primo, spaventava moltissimo, soprattutto coloro che non avevano la più pallida idea di che cosa di trattasse. Era un terrore molto giustificato, infatti poi si comprese che facendo esplodere questa polvere nera si potevano distruggere le mura difensive di una fortezza o anche mandare in frantumi le rocce. Un potere distruttivo davvero impensabile prima di allora.
Come è fatta la polvere da sparo
Ai tempi non sappiamo quale sia stata la ricetta utilizzata, per lo meno in origine, ma oggi possiamo dire che la più comune formula della polvere da sparo comprende il 75 % di nitrato di potassio, il 13 % di carbone di legna e il 12 % di zolfo.
Tutti e tre ingredienti interessanti. Se prendiamo il nitrato di potassio, sappiamo dire che si forma per ossidazione di escrementi umani e animali e di materie organiche azotate, soprattutto in ambienti umidi e grazie all’azione di batteri nitrificanti. Lo troviamo sui muri in forma spesso di efflorescenza cristallina. Il carbone è il più facile da produrre, ai tempi per distillazione secca delle legna in carbonaie. E poi c’era lo zolfo, noto da tempi antichissimi, che si poteva trovare solo in depositi associati a manifestazioni vulcaniche e in vasti giacimenti sotterranei in Sicilia. Non era così banale averlo a disposizione.
Durante la guerra, per gli eserciti non era affatto facile riuscire a procurarsi questi tre elementi per formare la polvere da sparo e spesso correva ai ripari in qualche modo. In Messico nel 1500 Hernàn Cortés trovandosi a corto di zolfo necessario per la polvere da sparo andò in cerca e trovò un deposito comodo nel cratere del vulcano Popocatepetl. Per prelevare lo zolfo costrinse il suo compagno Francisco Montano a farsi calare dentro con una cesta legata ad una corda. Una volta nel cratere l’uomo si mise a grattare lo zolfo dalle pareti riuscendo ad approvvigionare l’esercito dello zolfo utile per la polvere da sparo.
Cosa ha causato la polvere da sparo
La guerra, il bisogno di attaccare e di difendersi usando la polvere da sparo, portò l’uomo a effettuare tantissime scoperte ingegnose se non fosse per il loro scopo violento. Arrivarono i proiettili usati in fucili o cannoni e fu quindi sempre più utile studiare la metallurgia del ferro e del bronzo. Questo ebbe delle conseguenze anche positive perché in generale aumentò la conoscenza della natura delle leghe metalliche, nelle tecniche minerarie, nella metallurgia e nelle arti meccaniche.
Altri passi avanti furono compiuti nella chimica per cercare di riuscire sempre a produrre polvere da sparo anche in assenza degli ingredienti base. Il nitrato ha sempre costituito un problema e ci furono molte spedizioni per andare alla ricerca di nuovi giacimenti.
Questo spostò parecchio gli equilibri di ricchezza dei Paesi del mondo e gli interessi politici relativi. E ovviamente portò a nuove guerre per accaparrarsi del nitrato “nuovo”. Con il passare del tempo iniziò a risultare impossibile per l’Europa continuare la propria dipendenza per la polvere da sparo, per il nitrato, da Paesi lontani in ogni senso come il Cile. Ci fu quindi una corsa scientifica per cercare di capire come produrre sinteticamente l’acido nitrico.
Ci riuscirono per la prima volta negli ultimi anni del 1800 tramite un processo di sintesi dell’acido nitrico con l’arco elettrico, inventato da Birkeland e Eyde. Un altro metodo inventato dopo fu quello della sintesi, realizzata in Germania da Haber e Bosch, dell’ammoniaca che poteva essere facilmente ossidata ad acido nitrico. Se dopo la polvere da sparo pensavamo di aver visto tutto, quanto ad armi, ci sbagliavamo. Dall’inizio del Novecento arrivarono nuovi esplosivi, la nitroglicerina e il tritolo.
Canzone Polvere da sparo
Tra i protagonisti di Sanremo quest’anno, 2021, abbiamo anche la polvere da sparo. E’ infatti questo il titolo della canzone portata da Gaudiano, in gara per un posto nelle Nuove Proposte di Sanremo 2021. Ne riportiamo il ritornello dove la polvere viene citata: “Perché tutto quello che mi resta è una domanda/polvere da sparo in un solo colpo da spararmi nella testa/se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione/se mi guardo allo specchio vedo te/io vedo te/se mi guardo allo specchio vedo te/io vedo te/se mi guardo allo specchio”.
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Fonte immagine di apertura: Wikipedia
Pubblicato da Marta Abbà il 22 Febbraio 2021