Poligala: caratteristiche e utilizzo
Esistono oltre cinquecento specie botaniche che fanno a capo alla poligala, una pianta erbacea officinale che porta il nome scientifico di Polygala e appartiene alla famiglia delle Polygalaceae. Questo nome ci porta indietro nel tempo e se si vuole conoscerne le origini è necessario rispolverare una antica leggenda che racconta che questa specie botanica fosse in grado di stimolare la produzione di latte nelle mucche. Infatti “Polygala”, in greco, significa proprio ‘molto latte’.
Oggi anche se la leggenda è molto antica, sopravvive, c’è infatti ancora chi crede e racconta che si utilizza la Poligala con le gestanti, con la convinzione che possa stimolare la secrezione di latte in abbondanza. In Italia è molto facile incontrarla, in qualsiasi regione della nostra penisola ma le sue origini sono tropicali. Oggi oltre che in Italia è diffusa nella zona settentrionale dell’emisfero boreale, soprattutto vicino ai boschi o dove ci sono dei grandi prati assolati.
Poligala: caratteristiche
La Poligala viene utilizzata quasi sempre per fini ornamentali e in tal caso resta di modeste dimensioni, non supera i due metri di altezza e i tre metri di larghezza. Troviamo poi alcune specie che possono essere coltivate per uso fitoterapico, soprattutto come rimedio naturale contro tosse e bronchiti.
Questo arbusto ha un portamento molto dignitoso, presenta tanti rami ma non ha l’aria confusa o arrabattata. E’ leggero e si riempie di foglie e di fiori appena finisce l’inverno, i colore dei fiori può cambiare, nella maggior parte dei casi è il bianco ma può essere anche il viola oppure il rosa.
Poligala: coltivazione
La Myrtifolia è una delle specie della Poligala che risultano essere più adatte per decorare il giardino ed è piuttosto comodo come arbusto ornamentale perché è semplice da coltivare e fiorisce tutto l’anno, essendo oltretutto sempreverde. I suoi fiori possono essere viola, rosa o bianco.
Non occupa tantissimo spazio e può essere sistemato in vari punti, un po’ ad incastro. L’importante è stare attenti che possa godere di molta luce e anche di sole, non per forza diretto anche se la Myrtifolia resiste bene anche alle alte temperature del periodo estivo e si adatta anche a periodi di siccità. Il vero problema sono gli inverni e le loro temperature rigide da cui deve essere protetta, all’interno di una serra oppure del nostro stesso appartamento. Con innaffiature regolari e costanti in tutto il periodo di attività vegetativa con una particolare attenzione ai ristagni idrici che possono portare al marciume delle radici.
Prendendosi cura di questa pianta non si perde troppo tempo perché non va potata o mantenuta in modo particolare. Ciò che è importante è che venga ben ripulita alla fine della stagione primaverile, eliminando infiorescenze ormai danneggiate. Se però si desidera dare un aspetto esteticamente originale a questo cespuglio è possibile potarlo a nostro piacimento magari accorciando i rami, cosa che aiuta anche ai germogli a crescere più numerosi.
Poligala: utilizzo
Abbiamo visto la Myrtifolia, ad uso decorativo, ed ora cambiamo specie. Parliamo della Vulgaris, pianta utilizzata soprattutto ad uso terapeutico grazie alle sue proprietà. Contiene importanti costituenti, come saponine, tanni, flavonoidi, resina e glucidi che la rendono utile per la nostra salute, attraverso dei rimedi fitoterapici. Tutte le parti di questa pianta possono essere utilizzate, quindi possiamo sottoporle ad essiccazione.
Tra le proprietà che possiamo associare alla Poligala ecco le più note ed importanti: diuretiche, lassative, emollienti, espettoranti, toniche e antireumatiche attribuite alla pianta. Potrebbe avere anche delle proprietà galattogoghe ma non è ufficiale, al momento se ne parla a livello di credenza popolare e così resta fino a quando non ci saranno delle prove scientifiche che ne proveranno l’efficacia. In fitoterapia la Poligala è utilizzata soprattutto per alleviare i disturbi a carico delle vie respiratorie, quindi per curare malanni molto comuni come tosse, asma, bronchite e affezioni polmonari.
Quando la assumiamo dobbiamo fare molta attenzione alle dosi perché se eccessive possono causarci del vomito, legato alle sue proprietà emetiche. Per preparare un decotto con questa pianta si possono far bollire 30 grammi di radici in 1 litro di acqua per qualche minuto.
Poligala: sciroppo
In alcuni sciroppi per la tosse è possibile trovare l’estratto di questa pianta che, tra le altre, vanta anche delle proprietà espettoranti. E’ perfetta se usata in combinazione con estratti di altre piante ad azione antinfiammatoria, come la piantaggine. Il merito della Poligala è quello di fa aumentare la secrezione di muco bronchiale fluido quindi ci permette così di espellerlo con qualche colpo di tosse.
Poligala controindicazioni
La nausea, il vomito e la diarrea sono tra gli effetti collaterali più frequenti legati ad un uso della Poligala in dosi eccessive. Questa pianta viene sconsigliata alle donne in gravidanza o in fase di allattamento, ai pazienti affetti da gastrite e ulcera peptica oppure a chi ha un’ipersensibilità accertata ad uno o più componenti della pianta. In generale è meglio non prendere in totale autonomia questa pianta ma confrontarsi con un medico.
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Pubblicato da Marta Abbà il 14 Aprile 2019