Platycerium: caratteristiche e coltivazione
Il platycerium è una pianta tropicale perenne, sempreverde, appartenente alla famiglia delle Polipodiacee, proveniente dalle regioni dell’Africa meridionale, dove si sviluppa e cresce come epifita sui tronchi degli alberi delle foreste. La pianta raggruppa diciassette specie diverse di felci epifite che crescono spontanee sugli alberi, nei punti di biforcazione dei rami o negli anfratti dei tronchi.
Nei prossimi paragrafi scopriremo le principali caratteristiche del platycerium insieme ad alcuni accorgimenti pratici per poter coltivare questa pianta nelle nostre case.
Caratteristiche del platycerium
Tutte le specie di platycerium presentano due tipi di fronde: sterili e fertili. Le prime hanno forma arrotondata e appiattita e sono disposte una sopra l’altra, quasi a creare un involucro basale della pianta al fine di trattenere i residui terrosi, muschiosi, foglie morte e qualsiasi elemento nutritivo. Inizialmente di colore verde, tendono a diventare marroni con il tempo, assumendo l’aspetto di foglie secche.
Le fronde fertili che rimangono sempreverdi, sono grandi, pendule, profondamente lobate o bilobate alle estremità, (tanto da ricordare le corna di cervo) e raccolgono sulla pagina inferiore le spore per la riproduzione.
Il platycerium è tra le tipologie di piante adatte alla coltivazione in serra e in appartamento. L’apparato radicale è quasi inesistente e, la vera bellezza, si riscontra nelle bellissime fronde piatte della pianta, variamente frastagliate, cerose e di un bel verde chiaro. Il natura il platycerium si auto-propaga mediante spore che nel periodo del risveglio vegetativo si formano sotto le foglie.
Un’ulteriore particolarità di questa pianta si ha nel fatto che non fiorisce.
Come coltivare il platycerium
Vediamo a questo punto alcune indicazioni pratiche per riuscire a coltivare una pianta come il platycerium nelle nostre abitazioni, in modo tale da poter godere della sua bellezza anche nel nostro Paese.
Esposizione ideale
Il platycerium è una pianta che ama lunghe esposizioni in piena luce ma non tollera i raggi diretti del sole. Gli esemplari in appartamento richiedono temperature costanti intorno ai 20° C, lontano da fonti di calore quali termosifoni o camini.
Per evitare problemi, occorre fare attenzione a non collocare il platycerium in agli ambienti secchi o in aree soggette alla presenza di correnti d’aria e agli ambienti secchi.
La pianta non ama inoltre essere spostata di frequente, quindi è bene sistemarla in un luogo dove possa rimanere indisturbata, senza la presenza di correnti fredde e sbalzi di temperatura.
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Terreno idoneo per la messa a dimora della pianta
Il platycerium è una pianta caratterizzata da un rapido sviluppo. Quindi, il vaso andrebbe sostituito ogni due anni circa con uno più ampio e profondo. Il rinvaso generalmente si effettua nel mese di marzo e il substrato deve essere fresco e fertile. Il terriccio perfetto deve contenere una miscela di torba, sabbia grossolana e fertilizzante.
Per il rinvaso è necessario posizionare sul fondo del vaso un composto drenante di ghiaia grossolana mista a sabbia. Bisogna poi ricoprire con uno strato di terriccio e trasferire la felce solo dopo aver eliminato le foglie secche. Infine, si può procedere alla annaffiatura per compattare bene il terreno.
Come annaffiare il platycerium
Rispetto alle innaffiature, è opportuno procedere con abbondanti interventi soltanto in primavera-estate. Occorre invece ridurre le somministrazioni in autunno-inverno, evitando che il terreno si asciughi completamente.
Sarebbe buona regola utilizzare acqua non calcarea a temperatura ambiente. L’umidità dell’ambiente è fondamentale per il benessere della felce. Per questo risulta utile nebulizzare acqua sul fogliame e porre il contenitore su terrine riempite di ciottoli bagnati, in modo tale da reare umidità a sufficienza. La felce mal sopporta l’acqua calcarea e è perciò preferibile annaffiare con il recupero di acqua piovana.
Potatura della pianta
Tutte le specie di platycerium non necessitano di veri e propri interventi di potatura. Di norma, con attrezzi affilati e disinfettati, si recidono le parti secche o danneggiate per evitare che marcendo possano diventare veicolo di malattie fungine o parassitarie.
Parassiti e malattie del platycerium
Siamo di fronte a una pianta vulnerabile agli attacchi della cocciniglia, la cui presenza è facilmente osservabile sotto la pagina inferiore delle foglie, per la presenza di depositi polverosi biancastri o di piccoli scudi nerastri. Le piante infestate soffrono di conseguenza anche la fumaggine che produce danni estetici alle foglie.
In caso di lievi infestazioni parassitarie, è necessario rimuovere manualmente le colonie di infestanti con un batuffolo imbevuto di alcool e poi effettuare lavaggi fogliari con una soluzione saponosa quindi risciacquare abbondantemente. In alternativa, è possibile trattare la pianta con un prodotto antiparassitario o un prodotto biologico al piretro, un insetticida naturale che si ricava dai fiori di una pianta della famiglia delle Asteraceae.
Curiosità sul platycerium
Il nome scientifico “platycerium” deriva dai vocaboli greci “Platys”, piatto e” Keras”, corna, con il significato di corna piatte, a indicare la particolare forma e struttura dei lembi in cui sono suddivise le fronde, che assomigliano in realtà alle ramificazioni delle corna di un cervo. Infatti, il nome volgare di questa strana pianta è “felce corna d’alce”, In alcune zone della Malacca e del Perù, gli indigeni dedicano un vero e proprio culto a queste piante che vivono avvinghiate alla corteccia degli alberi e che, secondo le leggende locali , sono simulacri degli “Dei buoni” della foresta per vigilare sul destino dei viandanti.
Nel linguaggio dei fiori, il platycerium è invece la pianta della fortuna e del buon auspicio.
Pubblicato da Evelyn Baleani il 18 Ottobre 2021