Il percorso più breve non sempre è a più basse emissioni e non parliamo di sostituire tutte le automobili convenzionali con veicoli ibridi per appoggiare il carburante verde, parliamo piuttosto di percorsi intelligenti che prendono il nome di “eco-itinerari“. La storia ci insegna che le innovazioni più semplici sono quelle che hanno portato grossi cambiamenti, gli ecoitinerari sono facili da seguire e possono ridurre le emissioni totali di monossido di carbonio di circa il 30%. La semplicità degli ecoitinerari è apprezzabile perché consumatori e aziende di trasporto potrebbero iniziare ad utilizzarli fin da subito, ottimizzando i consumi e minimizzando l’inquinamento. In un futuro immediato, sistemi di navigazione GPS e mappe online, potrebbero svolgere un ruolo cruciale nel sostenere gli ecoitinerari. Tali innovazioni potrebbero dare agli automobilisti la possibilità di scegliere un tragitto “più ecologico” al posto del “percorso più breve”. Ad esempio, dirigendo il traffico lungo strade statali, invece di autostrade, si è contribuito a limitare il consumo di carburante.
L’idea degli ecoitinerari è stata abbracciata da Adel Sadek, professore di ingegneria civile, strutturale e ambientale dell’Università di Buffalo. Sfruttando tale idea il professore ha presentato il progetto “green routing” al 18° Congresso Mondiale di Intelligent Trasportation System. Il professor Sadek e il suo team hanno unito due software sviluppati per le analisi e le simulazioni di trasporto. Il risultato mira all’elaborazione di percorsi verde, ecoitinerari che gli automobilisti potrebbero seguire. L’abizione più grande è la messa a punto di un sistema in grado di fornire all’automobilista il percorso più ecologico tenendo conto del grado di traffico, dei segnali stradali incontrati lungo il percorso, l’ubicazione e la qualità della strada da percorrere, tutti parametri presenti nella combinazione dei due software presi in esame dal professor Sadek.